giovedì 27 maggio 2010

LUNEDI' CONSIGLIO

MENTELOCALE
vi invita al prossimo Consiglio Comunale
lunedì 31/05/2010, ore 20,45

presso la Sala Consiliare
Abbiamo presentato varie interrogazioni:
- sul divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa;
- sull'aumento della tariffa del servizio idrico;
- sulle recinzioni di sicurezza del golf;
- sul depuratore della zona sud che intendono fare a San Giovanni.
L'ordine del giorno del Consiglio comunale è consultabile sul sito del Comune:

sabato 22 maggio 2010

TRASPARENZA AL RALLENTATORE

Sul sito internet del Comune di San Giovanni in Marignano dovrebbero esserci tutta una serie di informazioni ed atti per garantire la massima trasparenza della vita amministrativa ed aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

Nella seduta del 30 luglio 2009 (praticamente appena 9 mesi e mezzo fa!) era stata approvata la nostra proposta di videoregistrare le sedute del consiglio comunale e trasmetterle in internet.
Ancora non è stato fatto nulla, ma qualche risposta sulle ragioni di questo ritardo sarebbe doverosa.

Avevamo inoltre proposto di pubblicare sul sito del Comune tutte le delibere di giunta e consiglio, creando un archivio dove fosse possibile consultarle. Per ora, in 9 mesi e mezzo, è stata realizzata solo la pubblicazione in via sperimentale delle delibere nell'albo pretorio online, ma scaduti i tempi della pubblicazione tali delibere vengono eliminate dal sito. Speriamo che il buon senso, anche in questo caso, prevalga. E' evidente che non si può trasformare la legittima ricerca di informazioni del cittadino sull'attività amministrativa del Comune in una caccia al tesoro.

Infine, segnaliamo che non è stato neppure realizzato completamente l'obbligo per il Comune , previsto dall'art.21, comma 1, della legge n.18 giugno 2009, n.69 “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”, di pubblicare, tra l'altro, sul proprio sito internet "i curricula vitae, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale dei dirigenti e dei segretari comunali e provinciali (…)".

Ad oggi l’unico curriculum vitae pubblicato sul sito del Comune, comprensivo di indirizzo di posta elettronica e numero telefonico, risulta essere quello del Responsabile dell’Area 1 Servizi alla Persona, mentre per il curriculum vitae del segretario comunale si rimanda al sito del Comune di Misano Adriatico (per altro senza pubblicare il relativo link).

Risultano però ancora non pubblicati i curricula vitae, gli indirizzi di posta elettronica ed i numeri telefonici dei Responsabili delle Aree 2, 3 e della Polizia Municipale. Perché?

Invece di inalberarsi ritualmente rispetto alla critica di scarsa trasparenza, l'amministrazione potrebbe misurarsi con questi adempimenti semplici da realizzare, ma importanti anche per promuovere la partecipazione dei cittadini.


Vogliamo sperare che queste situazioni vengano superate da subito. Anzi, ci permettiamo di suggerire un termine: la fine della prossima settimana. Nove mesi e mezzo per pubblicare dei files su di un sito internet sembrano davvero troppi, anche per San Giovanni.

martedì 18 maggio 2010

MORATORIA CAMPI FOTOVOLTAICI

Anche nella nostra provincia è cominciato, da qualche settimana, il dibattito sull'opportunità di utilizzare terreni agricoli per l'installazione di impianti fotovoltaici.
A livello nazionale, dal mese di novembre 2009, il Movimento Stop al Consumo di Territorio ha lanciato una campagna per porre all'attenzione degli amministratori e dei cittadini il tema della "corretta coniugazione tra energie da rinnovabili e salvaguardia dei terreni fertili".
Consigli comunali di varie parti d'Italia, intanto, hanno votato delibere contro la diffusione selvaggia di impianti fotovoltaici in campagna.
Di recente, il Movimento ha inviato la seguente lettera al Ministro per lo Sviluppo economico ed al Presidente della Conferenza Unica Stato-Regioni-Autonomie Locali per richiedere una moratoria di tutte le procedure autorizzative in corso "fino a che le Linee Guida (promesse nel 2003 e non ancora emanate ...) non verranno finalmente proposte a salvaguardia di una corretta pianificazione nazionale".
Una posizione di buon senso che intende evitare il Far West della pianificazione locale "fai da te" e la frettolosa l'adozione di provvedimenti di favore.



Oggetto: Richiesta urgente di Moratoria e di urgente emanazione di Linee Guida per la regolamentazione di nuovi impianti per la produzione di energie da rinnovabili.

Da diversi mesi stiamo assistendo con crescente preoccupazione al proliferare, in ogni angolo del nostro Paese, di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili posti direttamente sui migliori terreni agricoli a nostra disposizione (I e II classe).

Abbiamo denunciato più volte il pericolo che questa “fame” di nuova energia pulita rischi di compromettere la custodia attenta di terreni indispensabili al nostro fabbisogno ed alla nostra sovranità alimentare, anche attraverso una campagna di sensibilizzazione nazionale che ha messo in luce ancora più evidente il fenomeno in atto e le preoccupazioni anche di molti amministratori comunali.

Poiché da parte del Legislatore non è ancora intervenuta una chiarificatrice ed improcrastinabile regolamentazione, siamo con la presente a richiederVi formalmente che le tanto attese Linee-Guida previste dall’art. 12, comma 10, del D.Lsg. n. 387/2003 (che, come noto, avrebbero la funzione di disciplinare correttamente lo svolgimento del procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili ed assicurare loro, nel contempo, un corretto inserimento nei contesti paesaggistici) trovino immediata attuazione e che, parallelamente, ogni nuova autorizzazione venga sospesa in attesa che le suddette Linee-Guida trovino la loro compiuta definizione attuativa.

Il Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, nato nel Dicembre 2008, è una Rete a cui aderiscono attualmente circa 18.000 cittadini e cittadine ed oltre 200 tra Associazioni e Comitati organizzati, tra le quali le principali organizzazioni ambientaliste italiane (WWF, Legambiente, Pro Natura …). Nel Novembre dello scorso anno, il Movimento ha lanciato una specifica campagna nazionale per arginare l’espandersi incontrollato dei cosiddetti “campi fotovoltaici” su terreni liberi/agricoli, indicando come giusta alternativa quella di utilizzare per tali impianti i milioni di tetti di abitazioni e capannoni già edificati, nonché gli edifici pubblici e i parcheggi e le aree autostradali. (Maggiori informazioni su http://www.stopalconsumoditerritorio.it/ ).
Restando in attesa di Vostre urgenti comunicazioni, porgiamo i migliori saluti.


Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio

venerdì 7 maggio 2010

DODICESIMO CONSIGLIO

In apertura del consiglio di giovedì 29 aprile il Sindaco ha proposto al consiglio di aderire alla mozione del capogruppo PDL-Lega di devolvere il gettone di presenza del consiglio del 15 aprile 2010 a favore dei cassaintegrati. Si tratta di 272 euro, nell’ipotesi che i 16 consiglieri che ancora percepiscono il gettone aderiscano all’iniziativa (il consigliere di MENTELOCALE infatti ha da subito rinunciato al gettone).

L’Assessore Morelli ha poi comunicato che in occasione dell’anniversario del terremoto dell’Aquila gli Enti locali sono stati richiamati dallo Stato a verificare la sicurezza sismica degli edifici pubblici. Per quanto riguarda le scuole di San Giovanni costruite prima della normativa sismica, sono stati effettuati degli studi per determinare il tipo di interventi da effettuare, mentre per quanto riguarda il centro di protezione civile è stata individuata la sede municipale. Ma è a norma?

Nel corso del consiglio di sono state discusse tra l’altro mozioni ed interrogazioni presentate da MENTELOCALE.

È stato approvata dal Consiglio la proposta di adesione al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace. Incomprensibilmente, però, è stata respinta l’adesione al Comitato organizzatore della marcia della pace Perugia – Assisi del 16 maggio 2010. Anche la proposta di coinvolgere gli alunni delle scuole nell’iniziativa è stata respinta, almeno per quest’anno. Forse un po’ più di coraggio non guasterebbe nell’aderire a mozioni di cui si dice di condividere i principi, indipendentemente dal fatto che a proporle sia la minoranza.

È stata respinta la proposta di rimandare al prossimo anno l’applicazione del criterio di priorità a favore dei bambini residenti che frequentano l’Istituto Comprensivo Statale per l’accesso al centro estivo per minori di età da 3 a 6 anni. Il criterio era stato approvato con una modifica del Regolamento per l’accesso al centro estivo nel consiglio del 22 marzo. Prima dell’approvazione di questa modifica, però, erano già pervenute 74 domande di ammissione. Sulla base del Regolamento previgente anche 9 bambine/i non frequentanti l’Istituto Comprensivo Statale avrebbero potuto essere ammesse/i al centro estivo. Queste bambine/i ora, attraverso l’applicazione del nuovo criterio di priorità, sono piombate/i in fondo alla graduatoria. Riteniamo particolarmente grave cambiare le regole del gioco nel corso di un procedimento amministrativo già avviato. Se c’è un’effettiva necessità di usufruire di questo servizio da parte di cittadini marignanesi, perché non ampliarlo, anche in via temporanea, prevedendo ulteriori risorse, che potrebbero essere recuperate risparmiando su spese meno prioritarie come le manifestazioni?

In seguito alla nostra interrogazione sull’elettrodotto si è appreso che riprenderanno a breve i contatti dei Comuni di Coriano, Misano, Santarcangelo e San Giovanni con i comitati di cittadini che si battono da anni contro l’elettrodotto e per la tutela della salute di coloro che abitano in prossimità dello stesso impianto. E non è stato escluso un appoggio dell’amministrazione anche al contenzioso che prosegue contro Terna. Si è precisato che si spera in una modifica della normativa statale che consentirebbe attualmente a Terna di non procedere con l’interramento. Si è manifestata la volontà di coinvolgere anche la Regione e la Provincia nella partita. Infine, si è precisato che non è escluso che verrà organizzato un consiglio comunale aperto sul tema anche per dare conto ai cittadini dell’esito degli incontri che si terranno prossimamente.

Per quanto riguarda l’interrogazione sulla graduatoria degli alloggi ERP è stato risposto che attualmente sono disponibili quattro alloggi a fronte delle 56 domande valide presenti in graduatoria. Per le ulteriori necessità, ci sarà pur sempre il compartone … nel frattempo, il Comune pensa di creare nel 2010 un fondo per i cassaintegrati per il sostegno all’affitto. Acer ha effettuato dei controlli per la verifica del permanere dei requisiti ed ha segnalato al Comune che tra gli assegnatari di alloggi ci sono due posizioni irregolari. Non si è capito bene l’esito di questa segnalazione.

Per quanto riguarda, invece, l’interrogazione sulla messa a dimora di nuovi alberi, è stato risposto che nel 2009 sono state abbattute oltre 24 alberi (soprattutto pini) e non in tutti i casi l’albero era malato. Non si provvede per il momento a piantare nuovi alberi, a San Giovanni non ci sarebbero aree pubbliche disponibili, ci si limita a fare le sostituzioni delle piante malate. Nel periodo 1992-1998, quando si piantava un albero per ogni neonato, ai sensi della legge 113/1992, erano stati piantati circa 500 alberi. Valorizzare il proprio patrimonio arboreo, anche storico, è molto importante per migliorare la qualità della vita di chi abita a San Giovanni e potrebbe costituire un valido mezzo di promozione verso l’esterno. Piantare poi alberi da frutto nelle aree pubbliche potrebbe essere un metodo per coinvolgere i cittadini nella gestione dei parchi incrementando le relazioni sociali nei quartieri residenziali di recente nascita.

MENTELOCALE ha poi votato contro il rendiconto della gestione 2009. All’intervento del consigliere di MENTELOCALE hanno replicato con insolita foga ben cinque membri della giunta in un crescendo di rimproveri e attacchi sul metodo di opposizione di MENTELOCALE. Sul merito delle questioni poste, però, nessuna risposta.

È stata inoltre approvata in via definitiva, con l’astensione di MENTELOCALE, una variante di destinazione di un terreno in via Vivare, già discussa e adottata nel consiglio del 27 novembre 2009.

Registriamo, infine, che il crollo delle presenze in consiglio dei consiglieri del gruppo PDL – Lega. Sempre più spesso il loro capogruppo partecipa da solo al consiglio.

martedì 4 maggio 2010

ESISTE UN'ALTRA ITALIA

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta del Sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra.
Con questa lettera mi rivolgo ai 1800 cittadini di Cassinetta di Lugagnano, ai frequentatori del mio sito internet, ai miei contatti sui social network, ai 30 mila aderenti alla Campagna Stop al Consumo di Territorio, ai 420 mila sostenitori dell’Acqua Pubblica, alle migliaia di persone che ho incontrato in incontri pubblici, conferenze e dibattiti, ai miei colleghi, amministratori o politici.
Negli ultimi 8 anni sono state molte le occasioni per scrivere, commentare, riflettere a voce alta.
Ho condiviso con dei fantastici compagni di viaggio, il gruppo “Per Cassinetta”, protagonisti dell’esperienza di rinnovamento del nostro comune, l’orgoglio e l’onore di guidare Cassinetta di Lugagnano, la sua comunità e il suo territorio, nella difesa dell’ambiente, del paesaggio e dei beni comuni, per la terra e per l’acqua.
Ho condiviso la speranza e la volontà di contribuire alla costruzione di un futuro migliore e diverso per i nostri figli.
Insieme alla mia giunta ho sempre manifestato pensieri e idee con la massima sincerità.
Oggi, non posso non fare altrettanto.

Spesso i politici dicono e fanno cose con lo scopo di accattivarsi la simpatia dei cittadini elettori. Prestando molta attenzione a non urtare le sensibilità e le suscettibilità. Evitando scomodi argomenti che potrebbero far perdere qualche voto al loro partito.

Sono stato eletto nel 2002 e riconfermato nel 2007 alla guida di una lista civica. Senza nessun legame con i partiti. Ma la mia storia personale e le mie idee mi collocano nella parte del campo che si contrappone (o sarebbe meglio dire dovrebbe farlo), all’attuale maggioranza di Governo guidata da Silvio Berlusconi e da Umberto Bossi.
Per l’affetto o per il rispetto che devo a tutti i cittadini di Cassineta e a tutti coloro che mi seguono in rete o che mi hanno ascoltato in qualche sala pubblica, cinema o teatro, è per me indispensabile manifestare apertamente il mio pensiero rispetto alla deriva culturale e all’impoverimento civile che sta interessando l’Italia.

Negli ultimi anni, lentamente, giorno dopo giorno, si è diffuso un amaro rancore preventivo nei confronti di chi è straniero, di chi professa altre religioni rispetto a quella cattolica, di chi è diventato nostro vicino di casa. “Andate via, a calci nel c…!”, “L’Italia agli Italiani!”,“Giù la mani dalle nostre donne, dal nostro lavoro, dal nostro crocifisso!”
Quante volte abbiamo udito queste frasi? Alla televisione, alla radio o in comizi elettorali.

Ma nelle ultime settimane l’accelerazione di questo processo e l’affermazione di prassi e comportamenti indegni di un paese che vuole definirsi civile, ha assunto un carattere davvero insopportabile. Ha cominciato a coinvolgere in maniera diretta i bambini. E cosa ancor più grave, per me, ha visto sindaci e assessori agitare spettri e propaganda per far venire ai cittadini la bava del livore alla bocca, sperando di interpretare questi istinti primordiali e alimentare così il proprio consenso.

Un comune in Provincia di Verona ha lasciato a piedi i bambini (figli di stranieri) non in regola con il pagamento dello scuolabus. Così, se le porte del pulmino giallo si aprivano per taluni, per altri si chiudevano. “Tu sali! Tu resti giù!”

In un altro comune in Provincia di Brescia alcuni bambini (sempre figli di stranieri) non in regola con il pagamento della refezione sono stati lasciati a digiuno. Proprio così. Mentre i loro compagni venivano serviti con pastasciutta, bistecca e insalata, questi piccoli esseri umani si sono trovati davanti un semplice pezzo di pane e dell’acqua. Quando un imprenditore, volendo separare le sue responsabilità da quelle del suo sindaco, ha voluto saldare il debito per conto delle famiglie morose, gli sono giunti messaggi indispettiti, raccolte di firme contro la sua donazione. Perché? Perché si era azzardato a guastare il clima di ritorsione collettiva e vendicativa… a sporcarlo con un gesto di buona volontà?

Una vergogna. Una vera e propria vergogna. Ho provato ad immaginare mio figlio, seduto ad un banchetto. L’ho immaginato guardare il suo compagno mangiare ed abbassare lo sguardo, umiliato, senza sapere perché. Ho provato ad immaginarlo con lo zainetto in spalla tornare mestamente e a piedi verso casa. Il capo chino e l’etichetta di diverso sulla giacchettina.

Cari cittadini e cari amici,
di fronte a questi episodi, cartine di tornasole di cosa è diventato il nostro paese, non posso tacere. Non posso non gridare il mio disprezzo umano e politico per chi nell’intento di ottenere voti e approvazione, non riuscendo a far pagare genitori morosi, si inorgoglisce nel prenderne a calci i figli. Si inorgoglisce. Invece di mettere in campo un’azione doverosa di recupero e verifica dell’evasione, cavalca tale occasione per raccogliere i frutti dall’albero dell’insofferenza diffusa.

Io sento il dovere morale di dire e fare la mia parte. Innanzitutto non voltandomi, per opportunismo, dall’altra parte, diventando così complice. Corresponsabile morale di una classe politica di aspiranti gerarchi che cercano visibilità in un regime culturale fondato sulla ripugnanza, sull’egoismo e sulle povertà ideali e materiali. Sospinti da cittadini che hanno smarrito, sono stati spogliati o si sono liberati dei sentimenti di fraternità e pietà.

Sul mio sito si parla molto di temi ambientali. Ma di fronte ai respingimenti in alto mare di donne e bambini in fuga dalla fame e dalla guerra, di fronte ai cadaveri di stranieri ammassati nel deserto libico perché non idonei ad avere un pezzo di carta, di fronte alle scene di razzismo e deportazione cui abbiamo assistito alcuni mesi fa a Rosarno, di fronte a tutto questo, non me la sento di cambiare discorso per parlare di nucleare o risparmio energetico.

Di fronte alle rivoltanti e spregevoli parole di politici che incitano alla caccia al diverso, sia esso musulmano, nero o omosessuale, di fronte a questa deriva barbarica, che sta gettando le basi, e forse ha già costruito, una società della violenza, dell’invidia e dell’iperindividualismo, di fronte agli sguardi di giustificazione (se non addirittura di approvazione) delle parole cariche di retorica razzista, di fronte ai fatti prodotti da un clima che ricorda quello preparatorio dei tempi bui del nazi-fascismo, di fronte a tutto questo, non me la sento di cambiare discorso per parlare di inceneritori o autostrade.

Di fronte al degrado civile e morale del mio paese, l’Italia, che sta mostrando in questi giorni il suo lato peggiore, mi sento in dovere di manifestarvi tutto il mio disagio e la mia indignazione. Affinché tutti voi sappiate da che parte sto. Anche se, e ne sono consapevole, ciò comporterà da parte di alcuni di voi, ma spero di pochi, l’abbandono di sentimenti di simpatia nei miei confronti.

Ma ciò che io vi chiedo non è la simpatia. Osservando insieme a voi gli occhi di un bambino che implora pietà su un gommone o quelli di un uomo abbassato su una pianta di pomodori, ciò che io vi chiedo è la comprensione e la solidarietà, per loro.

Da pochi giorni è passata la Pasqua. La gran maggioranza di voi ha festeggiato la Resurrezione di Gesù. Lo stesso Gesù che se fosse nato oggi, in Italia, magari in una catapecchia della periferia milanese, non sarebbe stato salutato con riunioni di gioia e cori di giubilo, bensì con presidi di protesta e cori razzisti.
Se siete credenti e cristiani e vi recate in chiesa tutte le domeniche, udirete parole che invitano all’amore. Ascoltatele.
Non prestate orecchio a chi, ostentando un fazzoletto verde nel taschino o una spilletta con uno spadone puntato in alto, a pochi metri del sagrato della chiesa, vi indica come unica strada da percorrere quella della paura, dell’odio e dell’intolleranza.

Pensate invece ai vostri figli e alle prossime generazioni. Cercate di non trasmettere sensazioni di lontananza rispetto a chi ha il colore della pelle diversa, a chi prega un dio diverso, a chi viene da un paese diverso. Perché non sarà né bello né piacevole per i vostri figli, vivere in un paese dove ci si guarda con diffidenza o indifferenza. Dove il pregiudizio annega ogni stimolo alla reciproca conoscenza. Dove il benessere individuale viene prima di ogni regola di giustizia sociale e collettiva.

Forse non ho nessun diritto di dirvi tutto questo, e mi scuso se ciò è vissuto da parte vostra come una sorta di predica. Ma io sono un sindaco e, seppur piccolo, sono un rappresentante delle istituzioni ed è bene che i cittadini che rappresento e quelli che si soffermano ad ascoltare ciò che dico e propongo in rete, sappiano quali sono i sentimenti che si agitano nel mio cuore.

Io sto dalla parte delle sorelle e dei fratelli stranieri. Quelli che arrivano disperati in cerca di speranza. Quelli che muoiono di stenti implorando accettazione. Quelli che sono sfruttati senza ritegno da delinquenti e criminali. Quelli che tutti i giorni accompagnano i nostri figli a scuola, quelli che curano i nostri anziani e che cureranno noi tra qualche anno, quelli che lavano i nostri gabinetti, quelli che si sporcano le mani di grasso per noi.

Io sto dalla parte dei bambini che non hanno colpa o peccato e che, pur avendo un genitore che non vuole o magari semplicemente non può pagare la mensa scolastica, hanno comunque diritto, come tutti i bambini del mondo, alla serenità e a vedersi riconosciuti pari dignità e diritti dei loro compagni di banco.

Io sto da questa parte e sarebbe bene che tutti, i piccoli e i grandi sindaci, gli assessori o i consiglieri comunali, le liste civiche, quelle democratiche, quelle progressiste, di centrosinistra o semplicemente di ispirazione civile o addirittura quelle di centrodestra che non condividono questa deriva di ostentata disumanità, così come i militanti, gli uomini di cultura, i blogger, i pastori, i cantanti, i contadini, i lavoratori, gli imprenditori,i cittadini, insomma tutti quelli che stanno da questa parte, liberassero i loro pensieri e li proponessero con fierezza, a dimostrare che esiste anche un’altra Italia.

domenico finiguerra
sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Milano, Italia

domenica 2 maggio 2010

PALAZZO CORBUCCI, CONTINUA IL DIBATTITO


Pubblichiamo alcuni interventi pervenuti in merito al recupero di Palazzo Corbucci.
Ringraziamo gli intervenuti ed invitiamo tutti a proseguire nell'inviare opinioni e commenti.
Serviranno certamente come base per proseguire la discussione anche in un prossimo incontro pubblico.

Elena da NY

Vivo negli Stati Uniti da 13 anni e sono di San Giovanni.
PALAZZO CORBUCCI: segnalato nel sito dei Broghi più belli d'Italia (www.borghitalia.it), che io segnalo ai miei amici americani, come residenza del Signore di Pesaro a metà del 1,300 e per il progetto architettonico di difesa disegnato dal Brunelleschi.
Immaginate: "Ora galleria di negozi..."
Nel palazzo, mio padre ha trascorso la sua infanzia a giocare sotto a quegli affreschi che mi ha descritto ma che non ho mai visto.
Vivo a New York, dove questo tipo di storia non c'è, dove le palazzine costruite negli anni '50 sono considerate "Landmark", cioè bene storico, anche se spesso esteticamente insignificanti, dove l'idea è di preservare integralmente tutto ciò che è stato fatto in passato, compresa la destinazione d'uso.
MI sembra una bestemmia smembrare il Palazzo per convertirlo ad uso privato. E il dovere alla preservazione dov'è? Il Palazzo potrebbe procurare direttamente o indirettamente introiti attirando l'attenzione dei turisti che porterebbero vantaggio alle attività economiche locali, e se, perchè no?, convertito in un museo, potrebbe anche autosostenersi.
Spero tanto di trovarlo presto integro, ristrutturato e aperto a tutti: turisti, studenti, visitatori e residenti, come pezzo importante della nostra storia locale.



Sergio Funelli


Accolgo il Vs invito al dibattito e rompo il ghiaccio. Permettetemi di dire che il Vostro approccio mi sembra un po’ radicale e pertanto a rischio di strumentalità.
Provo a spiegare il perché. Nella parte storica del nostro Capoluogo, delimitata dalla chiesa di Santa Lucia, la Scuola delle Maestre Pie, Largo del Fosso Pallone e via Vittorio Veneto, le proprietà pubbliche (vado a memoria) sono: -nella Piazza Silvagni- la chiesa di Santa Lucia; parte degli immobili lato Via V. Veneto; La Torre; L’ex Municipio.
Entrando nel Corso troviamo: la vecchia sede dei vigili e la ex Casa di Riposo (entrambe trasformate in alloggi di carattere sociale) e da un anno o poco più Palazzo Corbucci. A cotanta dotazione pubblica vanno aggiunti il Teatro e l’ex Macello. Se ne desume che solo il Teatro, l’ex Macello e, molto parzialmente, l’ex Municipio di piazza Silvagni e la chiesa di Santa Lucia, hanno mantenuto la coincidenza tra proprietà e utilizzo pubblico. Intendendo per utilizzo di pubblico l’accesso al pubblico indistinto.
Ciò nonostante credo che sia evidente a tutti che il Centro storico nel tempo abbia riacquisito qualità e vitalità, passando da testimonianza decadente di un passato che fu a tratto vitale e identitario della nostra comunità, anche se il Palazzo è a tutt’oggi chiuso e diroccato.
Ciò è successo per la concorrenza di molte cause e attori tra i quali sicuramente l'Amministrazione il quale ha saputo: da una parte intervenire direttamente recuperando tutti i suoi immobili; dall’altra parte mettere una serie di “paletti” a ciò che poteva essere fatto nel centro storico sia dal punto di vista degli interventi edilizi che degli usi degli immobili. Ad esempio è stato fissato l’uso commerciale/terziario per i piani terra. Misura che fece discutere, con molti che accusavano l’Amministrazione di preferire immobili chiusi e fatiscenti piuttosto che appartamenti ristrutturati. Ricordo un battagliero Geometra che mi diceva sempre che volevamo i negozi e gli uffici, ma alla fine ci trovavamo con i garages indicando l’ex rimessa di Ceccoli a fianco della “Peligrena”.
Il tempo ha dato ragione all’Amministrazione ed anzi per alcuni immobili del Centro Storico è stata chiesta l’estensione dell’uso commerciale terziario anche per i piani 1mo e 2ndo.
L’amministrazione ha avuto ragione perché nel tempo sempre più soggetti hanno condiviso l’idea di Centro Storico che l’Amministrazione ha avuto e, cogliendone le potenzialità, su questa idea ha investito. Oggi abbiamo un centro Storico che è fortemente caratterizzato da utilizzi pubblici indipendentemente dal fatto che l’Amministrazione Pubblica sia proprietario e/o gestore degli immobili.
Fatta questa premessa oggettiva appare evidente che per quanto riguarda Palazzo Corbucci, il cui “il senso urbanistico” è sempre stato connotato dalla esclusiva residenza, la logica possa essere la stessa: garantire un intervento sul Palazzo che ne garantisca, in tutto o in parte, un utilizzo pubblico.
Già nei programmi amministrativi delle ultime tornate elettorali questa opzione è chiaramente definita. Anzi se ricordo bene c’è di più. Si è parlato a più riprese di sede Estiva dell’Enoteca Regionale; di Visitor Center con sale dedicate ad ognuno dei Comuni della Valconca cosicché sostanziare l’appellativo di “Porta della Valconca”. Ed altre cose si potrebbero leggere sui richiamati programmi delle ultime 2 o 3 legislature. Ma altre ancora se ne sono affacciate nel tempo trascorso.
Da questi propositi si evince un altro “vincolo” da rispettare nella “Conquista del Castello” e del suo successivo utilizzo. Farne un uso che sia di spinta, di amplificazione del nuovo segmento economico sul quale da oramai 15 anni sta lavorando l’Amministrazione: il Turismo. Un turismo appunto basato sulla specificità sia storica sia territoriale della Valle di cui siamo Porta e Anteprima. Considerando nella storia anche le trasformazioni degli ultimi decenni che da Granaio ci hanno visto diventare Polo della Moda, Terra vocata a produzioni agricole di qualità.
Non mi pare, quindi, che si stia brancolando nel buio e nemmeno nell’opaco; è chiaro, trasparente, pubblico ciò che sono gli intendimenti della proprietà di Palazzo Corbucci.
Se così credo siano utili tutte le iniziative che aiutano a perseguire un utilizzo di Palazzo Corbucci più utile possibile a tutta la Comunità Marignanese e non solo. Meno utili ritengo siano le iniziative che in premessa hanno lo scopo di inquinare qualsiasi attività con ombre e pretese di malaffare.
Penso inoltre che debba esserci un ulteriore vincolo nell’elaborare contributi e consigli: che siano praticabili. Troppe volte si sentono delle proposte belle e suggestive che però sfuggono dalla possibile concreta realizzazione.


Altri post


sono d'accordo con ElenaNY, per il palazzo un museo sarebbe la naturale destinazione per dare degno posto ai reperti d'archeologia e di arte di san giovanni! niente vieta che si possa avere opere d'arte dalle cantine dei musei piene di opere ma non c'è lo spazio e il personale per tutte quelle opere ... in più un'alternativa veramente culturale per i marignanesi e per gli eventuali turisti sarebbe lungimirante invece di un altro ristorante e negozi in centro che hanno ben poca attrattiva per turisti non legati a golf e cavalli ...

l'amministrazione deve capire che l'interesse della cittadinanza va fortemente stimolato per garantire una adeguata partecipazione. Questo per Palzzo Corbucci ma anche per altre questioni importanti per San Giovanni compresi i consigli comunali. Non procedere in questo senso è, oggi, una grave omissione tenedo conto che ciò, oltre a determinare scelte non condivise, contribuisce ad allontanare sempre di più le persone dalla politica.
ep


... che è l'interesse di tutti ...
importante è non smembrare il palazzo, che altrimenti diventerebbe un centro commerciale in una dimora storica ... ORRORE!!!