lunedì 28 giugno 2010

MERCOLEDì CONSIGLIO COMUNALE



MENTELOCALE
vi invita al prossimo Consiglio Comunale
Mercoledì 30/06/2010 ore 20.45


Come gruppo MENTELOCALE presentiamo
in questo consiglio queste importanti interRogazioni:

30 BAMBINI ESCLUSI DALL’ASILO !?!
L’amministrazione si fa cogliere in contropiede su una questione che sta molto a cuore ai genitori dei nati nel 2007. Infatti manca l’insegnante per una sezione della scuola d’infanzia. Ancora non si sa se circa una trentina di bambini a settembre potrà andare a scuola !...
Perché è potuto accadere ciò?
Come si intende far fronte a questa emergenza?

LO STATO TAGLIA LE RISORSE AI COMUNI
I COMUNI SONO COSTRETTI A SPENDERE DI MENO
MA CHE FINE HA FATTO IL PROGETTO DI ATTIVARE
UN PERCORSO DI BILANCIO PARTECIPATO?


SOSTEGNO A CHI E’ COLPITO DALLA CRISI… UNA PROPOSTA:
chiediamo a tutti i consiglieri di rinunciare al gettone di presenza (circa €18 per ogni seduta del consiglio comunale) e al sindaco e agli assessori di ridurre del 10% il proprio compenso. Le risorse così risparmiate potranno essere destinate all’incremento dei capitoli del bilancio della spesa sociale.

INOLTRE SI PARLERÀ DI:
privatizzazione dell’acqua
fondo a sostegno alle famiglie in affitto
e infine:
PISTA CICLABILE A SANTA MARIA O NUOVA AULA PER L’ASILO?...
POCHI SOLDI PER TROPPE PROMESSE!?!


Partecipiamo numerosi!

L'ordine del giorno completo del Consiglio Comunale lo puoi trovare
sul sito del comune: www.comune.san-giovanni-in-marignano.rn.it

mercoledì 23 giugno 2010

IL SUOLO MINACCIATO

Vi segnaliamo il film di Nicola Dall'Olio, prodotto da Legambiente e WWF, scaricabile da youtube, sul consumo del suolo agricolo in provincia di Parma. E' un'opera di straordinaria attualità. Buona visione.














lunedì 21 giugno 2010

FIRME ACQUA PUBBLICA: PASSAPAROLA


MENTELOCALE partecipa alla campagna referendaria per l'acqua pubblica. Sono già state raccolte in tutta Italia un milione di firme. Sarà possibile firmare anche a San Giovanni, durante la Notte delle Streghe, martedì 22, dalle ore 21 alle ore 23, in Via Veneto, accanto all'ottico Santa Lucia.

Riportiamo i quesiti referendari tratti dal sito del Forum dell'acqua http://www.acquabenecomune.org


I quesiti referendari

Estensori:

Gaetano Azzariti (ordinario di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)

Gianni Ferrara (emerito di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)

Alberto Lucarelli (ordinario di diritto pubblico Università di Napoli Federico II)

Ugo Mattei (ordinario di diritto civile Università di Torino)

Luca Nivarra (ordinario di diritto civile Università di Palermo)

Stefano Rodotà (emerito di diritto civile Università di Roma La Sapienza)

Primo quesito:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europee” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»

Secondo quesito:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, come modificato dall’art. 2, comma 13 del decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008

Terzo quesito:
«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?»

PRIMO QUESITO: fermare la privatizzazione dell’acqua
Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.

È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.

Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.

SECONDO QUESITO : aprire la strada della ripubblicizzazione
Si propone l’abrogazione dell’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato.

L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Darebbe inoltre ancor più forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che già da tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a società a capitale misto.


TERZO QUESITO : eliminare i profitti dal bene comune acqua
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.

Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.

Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, avviando l’espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale.

giovedì 17 giugno 2010

AVVOCATI E COMPARTONE

Martedì 8 giugno si è riunita la Commissione sul compartone nel corso della quale il presidente Morelli ha letto e consegnato una bozza di relazione conclusiva.

La relazione si presenta come un ‘botta e risposta’ tra l’amministrazione e la Nuova San Giovanni s.r.l. con varie aperture e apparenti chiusure.

Cosa molto grave è che nella relazione praticamente non si dia conto delle osservazioni presentate dalle forze politiche, a parte un accenno abbastanza rancoroso e liquidatorio alle osservazioni sul mancato rispetto del P.R.G. da parte del progetto del compartone ed a quelle sul parco.

La relazione però non è completa in quanto si è appreso che il Comune avrebbe chiesto un parere legale ad un avvocato, con ulteriori costi, per rispondere all’osservazione della Provincia.

Per quanto riguarda la richiesta di incontro con lo staff tecnico della Provincia per avere dei chiarimenti in merito, è stato mostrato un fax del presidente della Provincia che in pratica comunica a Morelli e Battazza che l’osservazione allegata alla delibera G.P. n.194 del 04.06.2009 è ampiamente esaustiva e motivata, esprimendo esattamente la volontà dell’amministrazione provinciale. Non si fa riferimento all’incontro, ma sembra di capire che venga considerato non necessario.

Eppure per il Comune di San Giovanni in Marignano, evidentemente, quell’osservazione, che pone dei seri dubbi sulla natura normativa del Progetto Urbano di Coordinamento del compartone e sull’efficacia delle sue previsioni, non deve essere proprio del tutto chiara se addirittura si ritiene necessario rivolgersi ad un avvocato, dopo che per un anno si è stati straconvinti dell'insussistenza delle motivazioni tecniche in essa contenute.

Sarebbe molto interessante capire perché Morelli, a questo punto, senta il bisogno di avere le spalle coperte da un avvocato. In genere, quando si hanno dei dubbi sui contenuti di un’osservazione, si chiedono direttamente spiegazioni, anche per iscritto, a chi l’ha redatta. Noi continuiamo sempre a sperare che il buon senso anche in questo caso prevalga.

venerdì 11 giugno 2010

L'IMPRONTA ECOLOGICA

L'impronta ecologica è un indicatore ideato nel 1990 da William Rees e Mathis Wackernagel e continuamente perfezionato da quest'ultimo. Il Wwf nel 1996 lo ha presentato in Italia traducendo anche l'omonimo libro. L'impronta è usata per correlare lo stile di vita e i consumi di una popolazione con 'la quantità di natura' che serve per sostenerli a tempo indeterminato. Questa quantità di natura espressa in ettari di territorio prò capite comprende sia le risorse naturali necessarie per mantenere quel tipo di vita e di consumi (per esempio campi per produrre il grano, alberi per la carta, spazio costruito), sia gli spazi ambientali necessari per smaltire i rifiuti generati (come ettari di foreste per assorbire l'anidride carbonica prodotta dalle auto); in pratica l'impronta rappresenta il peso (espresso in ettari di natura bio-produttiva) che ogni popolazione esercita sull'ambiente. Interessante è confrontare l'impronta della popolazione considerata con la 'produttività prò capite' o 'bio-produttività' del territorio in cui vive. Dal punto di vista dell'equilibrio ambientale, se l'impronta è minore della bio-capacità, tutto va bene, se è maggiore c'è da preoccuparsi, perché significa che la popolazione esaminata utilizza risorse provenienti dai territori esterni ai suoi confini.

RIDURRE L'IMPRONTA
Secondo il Living Planet Report 2008 l'impronta dell'Italia è di 4,8 ettari prò capite mentre la biocapacità dell'Italia è pari a 1,2 ettari. Questo significa che l'Italia ha un deficit prò capite pari a 3,6 ettari; in altre parole, gli italiani, per non gravare sul resto del mondo, avrebbero bisogno della biocapacità di un territorio pari a quello occupato da altre tre 'Italie'. Progettare edifici che si avvalgono di impianti fotovoltaici, solari e di altri sistemi che rispettano criteri ecologici è importante per ridurre l'impronta ecologica e aiutare i cittadini ad assumere un atteggiamento più responsabile verso l'ambiente.


Il documento è tratto dalla pagina 4 della rivista specializzata “impianti solari” dell’edizione settembre 2009 n°4.

martedì 8 giugno 2010

TREDICESIMO CONSIGLIO

Il Consiglio di lunedì 31 maggio si è aperto con una comunicazione, letta dall’Ass. Merli, in merito all’intenzione dell’Amministrazione di svolgere delle iniziative in merito al 150° dell’Unità d’Italia. Anche le scuole verranno coinvolte. In occasione della marcia per la pace non era stato possibile.

Quando si fanno delle domande si vorrebbero delle risposte. C’è la possibilità di ottenere risposte evasive o che ribadiscono semplicemente le decisioni prese, senza metterle in discussione. Ma c’è anche la possibilità di non ottenere risposta e di dovere confrontarsi con il rifiuto di rispondere.

Per quanto riguarda l’interrogazione sul divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica per la spesa, che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio 2011, l’Assessore Tasini ha in sostanza preso atto delle iniziative, più o meno coerenti, attivate dai supermercati locali, ha accennato ad un progetto per coinvolgere il piccolo commercio nella diffusione dei sacchetti in materiale biodegradabile, ma non ha preso in considerazione l’ipotesi di un’ordinanza, come quella adottata di recente dal Comune di Misano, per limitare da subito l’utilizzo dei sacchetti di plastica. Si prenderà in considerazione la nostra proposta di diffondere l’uso di borse della spesa riutilizzabili. È stato affermato che il divieto coinvolgerà anche gli imballaggi e le bottiglie di plastica. Ma anche su questo punto non sono state annunciate iniziative concrete del Comune per coinvolgere ed informare i cittadini.

Sull’aumento del 5,4% della tariffa 2010 del servizio idrico integrato non ci sono state risposte. Si è fatto riferimento ad una decisione già presa nel contesto del Piano d’ambito 2005-2012 da cui non ci si poteva discostare. Nove comuni però hanno preferito non partecipare all’assemblea di ATO del 19 aprile che l’ha approvata. Inoltre, un Comune – Bellaria - ha votato contro. Le ragioni del voto a favore del Comune di San Giovanni, però, non sono state chiarite, a parte un cenno all’aumento demografico. Il fatto che il Gestore, cioè Hera, attui una gestione degli investimenti da tariffa per lo meno discutibile non è stato commentato. E neppure è stato preso in considerazione l’eventualità che, data l’attuale crisi economica, forse era opportuno ridiscutere un piano tariffario deciso qualche anno fa in una situazione differente.

All’interrogazione del gruppo PDL-Lega sullo stato dei lavori pubblici in corso a Pianventena, è stato risposto che i rallentamenti sono dovuti all’attesa fornitura di nuovi pali e di una nuovo tipo di pavimentazione. Ci sarebbe stato anche un malfunzionamento di un macchinario della ditta incaricata. Entro la fine dell’estate i lavori dovrebbero essere conclusi.

Per quanto riguarda l’interrogazione sulla recinzione di sicurezza dell’impianto golfistico, l’Ass. Morelli ha detto che tutto è regolare, stando al progetto. Non vi sarebbe pericolo di interferenza con l’esterno e che il margine di errore dei colpi sbagliati fuori traiettoria è basso. Non si è però capito perché la recinzione non è prevista per tutto il perimetro del campo di gioco che è direttamente confinante con strade pubbliche come via Mulinello, via Massaro e via Conca Nuova. In ogni caso, il Comune si affida alla certificazione di sicurezza del Coni, senza la quale non sarebbe possibile attivare l’impianto. Degli alberi piantati lungo i confini dovrebbero fungere da ulteriore protezione. Non si è capito però se verrà installata una rete tra gli alberi. Anche in questo caso, si preferisce vedere come evolverà la situazione, piuttosto che prevedere in anticipo delle soluzioni per un problema che evidentemente non viene sentito come tale.

Nello studio di ATO sull’analisi tecnica e localizzativa di una nuova configurazione del sistema depurativo è scritto molto chiaramente che il depuratore dell’area sud verrà fatto a San Giovanni, in zona Conca, a sud dell’A14 e ad est dell’invaso, dalle parti di via Cupa, su di un’area di almeno 8 ettari. Questa zona, però, ha delle valenze naturalistiche e paesaggistiche sicuramente non inferiori agli altri siti presi in esame (Coriano-Raibano, Misano-Canadà, Misano-Impianto). Anche per il PTCP è un’area meritevole di tutela ed un’area di collegamento ecologico di rilevanza provinciale. Tra l’altro, si tratta dell’intervento più costoso (tra i 54 ed i 68 milioni e mezzo di euro), ma la sua gestione costerebbe meno rispetto ad altri siti, anche se non di tanto rispetto per esempio al sito di Coriano-Raibano. Insomma, la risposta che il sindaco ci aveva dato sul depuratore nel consiglio del 21 settembre 2009, secondo la quale nulla ancora era stato deciso e si stavano ancora esaminando i siti di Misano e San Giovanni, sembra riduttiva alla luce di queste conclusioni tecniche. Nonostante queste evidenze, il sindaco ha ribadito che la situazione è ancora aperta e che il consiglio, quando si dovranno prendere decisioni, ne verrà informato. Intanto, però, di depuratore in consiglio se n’è parlato solo per le domande di MENTELOCALE. E che dire dell’informazione negata ai cittadini? Si è ricordato che tale impianto non è previsto nel P.R.G. del Comune e che se ne dovrà discutere in vista dell’adozione del P.S.C. . Bisogna preoccuparsi della qualità dell’acqua del mare per non compromettere l’economia turistica. Sante parole, ma ci pensiamo solo adesso? E soprattutto, perché scaricare il peso di questo intervento tutto su San Giovanni? Il nostro Comune già ospita importanti infrastrutture a beneficio di altre comunità, come l’autostrada, l’elettrodotto, l’invaso del Conca. Il metodo, dunque, anche in questa occasione sembra essere quello consueto di dilazionare le grane. Altro che presentare osservazioni alle conclusioni dello studio! Peccato, però che altri Comuni limitrofi, come quello di Misano, siano nel frattempo particolarmente attivi per quanto riguarda la tutela del proprio territorio, avendo approvato in consiglio un ordine del giorno che mette in discussione il tracciato della nuova strada statale 16. San Giovanni, anche in questo caso, preferisce stare a guardare. Speriamo solo di non dovere trovarci ad ospitare alla fine sia la nuova statale 16 che il depuratore della zona sud.

MENTELOCALE ha poi votato contro la proposta di aderire all’aumento di capitale, con una quota di euro 1.000,00, di Lepida S.p.A., la società che la Regione ha di recente istituito per gestire l’omonima rete informatica delle pubbliche amministrazioni. La proposta, infatti, non è motivata, in quanto già il Comune ha un contratto con Lepida S.p.A. per il servizio di connettività in banda larga e paga un canone annuo di euro 2.500,00. La questione è che i soci di Lepida hanno diritto ad ulteriori servizi. Ma quali siano gli ulteriori servizi di cui il Comune di San Giovanni avrebbe necessità non è chiaro. Abbiamo chiesto se tale adesione è legata alla recente approvazione nel consiglio del 22 marzo del progetto SI Volare Wireless gestito dalla SIS. Non c’è stata risposta, anche se sull’homepage del sito di Lepida San Giovanni è citato proprio in riferimento a questo progetto. Si è ricordato che SIS è un soggetto privato, mentre Lepida è una realtà pubblica. Appunto, proprio su questi aspetti urge un chiarimento.

L’ultimo punto, come al solito, riguardava una variante urbanistica. È stata accolta la richiesta di alcune ditte in via Malpasso (Aeffe, Gilmar …) di potere realizzare “all’interno della sagoma lorda dell’edificio esistente ulteriori piani esclusivamente come pertinenza delle unità immobiliari esistenti da adibire ai medesimi usi ammessi nella unità edilizia, per una quantità non superiore al 50% della SC realizzata e autorizzata”. Questa variante vale per tutti gli usi ammessi, compresa la realizzazione di medie strutture di vendita. Non è chiaro però cosa si intenda realizzare. I privati, inoltre, chiedevano anche di potere derogare alla dotazione minima di parcheggi pertinenziali. Questa richiesta non è stata accolta, però è evidente che dal punto di vista dei richiedenti qualche problema si pone per quanto riguarda i parcheggi. Il Comune, in questa fase, ha preferito sorvolare.
Sempre su questo punto, è stato chiesto un chiarimento in merito alla delibera della G.C. n.211 del 30.12.2009 che dava delle direttive al Responsabile dell’Area Tecnica per la redazione di quattro varianti stabilendo i relativi compensi per gli incarichi di progettazione. La delibera, però, è stata pubblicata solo il 17 maggio 2010, quattro mesi e mezzo dopo l’approvazione. Perché? Inoltre, sono stati chiesti dei chiarimenti sulla congruità dei compensi, che sono stati fissati nell’ordine di euro 4.000,00 a variante. L’Ass. Morelli sul punto ha risposto – testuale – “Non rispondo”, invitando a rivolgersi agli uffici. Questo rifiuto a fornire spiegazioni ad un consigliere in Consiglio comunale ci sembra molto grave. È un brutto precedente. Sulla trasparenza c’è proprio molto da fare a San Giovanni. Continueremo a fare altre domande in merito.
MENTELOCALE ha dunque votato contro l’adozione di questa ‘costosa’ variante, approvata, come spesso accade, con i voti della maggioranza e della destra.

domenica 6 giugno 2010

RIUNIONE COMMISSIONE COMPARTONE

MENTELOCALE
vi informa che

martedì 8 giugno, alle ore 17
si riunisce presso la sede municipale
la Commissione sul compartone

per ascoltare la relazione conclusiva del presidente.

Le sedute della commissione sono pubbliche.

martedì 1 giugno 2010

A CHI SERVE IL COMPARTONE?

A SAN GIOVANNI CI SONO TANTI APPARTAMENTI SFITTI
(MA QUALCUNO PREFERISCE NON SAPERLO)

Sul compartone, l’insediamento di 18 ettari, 500 appartamenti e 1500 abitanti, contro il quale hanno firmato 1126 cittadini sangiovannesi, sembra essere calata un’inquietante cappa di silenzio.

La Commissione consiliare istituita per studiare il progetto di sviluppo del compartone, dopo aver esaminato alcune osservazioni al progetto presentate da privati, forze politiche ed enti, non si riunisce più da vari mesi. Nell’ultima riunione del 9 febbraio era stato chiesto all’Assessore Morelli, che ne è il presidente, di prendere contatto con lo staff del servizio tecnico della Provincia che ha predisposto alcune importanti osservazioni al progetto del compartone, approvate con delibera G.P. n.194 del 04/06/2009. Ma questo incontro non si è ancora tenuto.

Eppure numerose questioni, emerse nel lavoro della Commissione, attendono una soluzione a partire dall’eccessivo dimensionamento del compartone. È stato proposto da più parti all’amministrazione di affrontare l’esame del compartone nell’ambito del nuovo Piano Strutturale Comunale che deve essere ancora adottato. Solo uno strumento di pianificazione più ampio come il P.S.C. può infatti consentire una valutazione equilibrata della effettiva necessità di questo intervento per San Giovanni.

Il compartone, infatti, è stato ideato circa 15 anni fa ed in questo lasso di tempo a San Giovanni si è costruito molto. E numerosi appartamenti esistenti risultano sfitti e non utilizzati. Per avere un quadro oggettivo dell’entità del fenomeno, MENTELOCALE ha proposto nel consiglio del 22 marzo di realizzare un censimento del patrimonio edilizio esistente non utilizzato. La maggioranza però ha respinto questa proposta.

Per spronare l’amministrazione Bianchi 2 a ritornare sul tema, MENTELOCALE ha allora realizzato un censimento ‘fai-da-te’ incrociando i dati delle utenze TARSU e delle categorie catastali in possesso del Comune.

Da una prima analisi, che potrebbe essere ulteriormente elaborata e raffinata, risulta che a San Giovanni ci sono attualmente 475 unità immobiliari ad uso residenziale non utilizzate e 126 unità immobiliari in corso di costruzione e di definizione, la maggior parte delle quali sono probabilmente residenziali. Stiamo dunque parlando di 601 unità immobiliari non utilizzate!

Perché dunque l’amministrazione Bianchi 2 non vuole che sia fatto un censimento ufficiale del patrimonio edilizio non utilizzato? Forse perché la necessità di costruire il compartone verrebbe ridimensionata? Del resto, anche il contenuto aumento demografico del Comune di San Giovanni in Marignano nel 2009, ammontante ad appena 39 unità (da 8884 a 8923), dovrebbe condurre ad un ripensamento di certe scelte di espansione edilizia illimitata.

Alla luce di questi dati, si può concludere che il compartone è un intervento non solo devastante per l’equilibrio sociale, ambientale e commerciale del paese ma anche inutile in quanto a San Giovanni esistono già numerosi appartamenti non utilizzati che andrebbero valorizzati e recuperati adeguatamente, per dare risposte concrete alle esigenze reali della popolazione, prima di procedere al consumo di nuovo territorio.