venerdì 20 febbraio 2009

STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO!



La democrazia implica la reversibilità di ogni decisione (sempre esclusa quella sulla democrazia medesima). (...) La strada per dire: 'ci siamo sbagliati' deve restare sempre aperta. (Gustavo Zagrebelsky, Imparare democrazia, Einaudi, Torino 2007)


Non è opportuno che la realizzazione del compartone ed il PSC vengano adottati proprio adesso, poco prima delle elezioni, quando per anni non è stato fatto nulla. E’ giunto il momento di mettere in discussione la stessa realizzazione di un intervento così devastante come il compartone, programmato oltre quindici anni fa, che non serve più al paese attuale! Occorre rendersi conto che è ora di smettere di svendere il territorio attraverso la previsione nel PSC di ulteriori ambiti insediativi.

Si deve ripartire dalle persone e dalle loro esigenze favorendo interventi di ristrutturazione e di riqualificazione degli edifici esistenti anche in termini di efficienza energetica.
A San Giovanni si è costruito molto, spesso anche male, e ciò che sembrava così indispensabile ad altri amministratori col tempo si è rivelato una scelta inadeguata.

Un paese può decidere di indire un referendum consultivo per capire come realmente la popolazione la pensi su una questione di gestione del territorio di rilevanza “storica” per la sua futura fisionomia sociale. Un paese può decidere di adottare un PSC a “crescita zero” se le precedenti previsioni di nuove costruzioni non ancora attuate ed il costruito non utilizzato (case sfitte, capannoni vuoti) risultano sufficienti per le future necessità.

E’ importante che la discussione su decisioni di così grande importanza per il paese non venga rinchiusa nelle segrete stanze dei partiti o negli studi ovattati dei progettisti.

E’ importante svolgere a San Giovanni una funzione di informazione a servizio dei cittadini, visto che sia a destra sia a sinistra si tace in modo inquietante e stranamente compiacente.

Non servono più promesse per favorire questo o quell’interesse privato, ma discorsi trasparenti che sappiano dialogare con tutte le persone per costruire, nell’ascolto e nella partecipazione, il nostro paese futuro.

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