venerdì 3 aprile 2009

PERPLESSITA' SUL 'COMPARCONE'

Durante la serata dello scorso lunedì 23 marzo è stato presentato dall’Amministrazione Comunale ai Marignanesi il progetto relativo all’ormai famigerato comparto C2-4. E’ prevista la realizzazione di ben 500 appartamenti, ma l’architetto incaricato della presentazione non ha parlato di edifici, bensì esclusivamente del “parco” (ormai per molti il “Comparcone”); dunque da questo appare opportuno iniziare ad avanzare critiche e perplessità.

Si dovrebbe parlare di “parco” tra virgolette perché difficilmente l’area prevista può essere intesa come un vero parco dove una famiglia possa fare una merenda in tranquillità, dove un bambino possa giocare in libertà senza che i genitori si debbano preoccupare più del dovuto.

Questo “parco” ha un’anomala forma ad H. Tale frazionamento della zona verde, per di più ulteriormente ridotta a vantaggio del privato rispetto ad altri progetti del comparto, ne pregiudica l’utilizzo: non sarà possibile ospitare una festa, un concerto, una manifestazione, non sarà possibile realizzare una pista di pattinaggio. Si tratta solo di una striscia di terra verde.

Il “parco” è stato presentato come il naturale sviluppo di corridoi ecologici, e infatti non sono niente di più che corridoi: chi passeggerà in tali corridoi (quanto saranno larghi?) vedrà lateralmente i muri di contenimento dei giardini privati, in quanto si ritroverà a una altezza più bassa del privato. Non solamente quindi non potrà interagire con i residenti nel loro giardino, ma difficilmente si fermerà a sorseggiare una bibita perché si sentirà da loro spiato.

In più si ritroverà a costeggiare un rivolo per il convogliamento dell’acqua piovana che scorre lungo un lato dei corridoi. La cosa potrebbe anche essere anche carina, ma solo se il Comune provvederà a una costante manutenzione e alla periodica eliminazione di foglie e detriti dalle grate di scolo. Giustamente, quindi, il pensiero dei partecipanti all’assemblea è andato subito alla zanzara tigre: il “parco” sarà un posto da attraversare il più velocemente possibile, mentre le case attigue saranno infestate dalle zanzare.

Dall’altro lato dei corridoi i frequentatori troveranno invece, oltre a quello delle case, un ulteriore muro di contenimento del terreno, poiché il “parco” non è livellato ma è tutto un saliscendi. Anche tale soluzione appare poco soddisfacente, perché preclude la possibilità di dare due calci a un pallone. Per rendere più aggraziato il secondo muro di contenimento si è deciso di realizzarlo a forma di sedile: oltre al fatto che in estate e in inverno sarà disagevole riposarvisi per le temperature rispettivamente troppo elevate e troppo basse, questa soluzione ha anche lo svantaggio di prevedere un muretto di fianco alla pista ciclabile. Chi attraverserà questi corridoi in bicicletta dovrà quindi fare molta attenzione a non perdere il controllo del mezzo, perché potrebbe finire dentro un rivolo di acqua stagnante o, peggio, contro un blocco di cemento armato!

Passiamo ora a ciò che sta intorno al “parco”: gli edifici pubblici e privati previsti.
Il complesso edificatorio ha dimensioni importanti: 500 appartamenti, che significano 1500 nuovi residenti solo nella parte privata, 900 nuove auto, 200 nuovi bambini in età scolare. Si tratta di una nuova San Giovanni (proprio come il nome della proprietà: Nuova San Giovanni srl). Ma al contrario della “vecchia”, che pur con i suoi problemi è affabile, carina, non troppo viva ma ancora vivibile, la nuova è un insieme di edifici dove la gente torna a casa la sera, va a fare spesa al centro commerciale (sempre che venga realizzato all’interno del compartone, perché nel progetto ha cambiato ubicazione più volte), dorme e se ne va alla mattina; in una parola un dormitorio.

Le persone non sono animali che necessitano di soddisfare soltanto i bisogni primari di proteggersi, mangiare e dormire: hanno bisogno di relazioni sociali, di luoghi di ritrovo dove creare legami, apprendere nuove informazioni, ricevere stimoli, crescere. Hanno bisogno di fare parte di una comunità. Abbiamo visto, in molte realtà metropolitane, che tali quartieri sono spesso invivibili, privi di relazioni umane tra gli abitanti, con problemi di aggregazione e talvolta anche situazioni di delinquenza… Non per essere pessimisti, ma realtà simili già le conosciamo. Nel progetto non si trovano strutture e spazi nei quali i cittadini possano relazionarsi e fare parte di una comunità: una piazza, un bar, edifici di culto, luoghi di ritrovo. Ben poco potranno fare un centro giovani e un asilo aziendale, e a che prezzo li si otterrà!

La nuova edificazione porterà certamente nelle casse comunali tanti soldi, e la cosa potrebbe essere allettante, soprattutto in un comune come San Giovanni che spende milioni di euro in spese correnti. Ma tale soluzione è solo un palliativo, per di più poco lungimirante: a San Giovanni i servizi sono già carenti e in alcuni casi al collasso, e adeguarli alle nuove esigenze derivanti dal forte aumento della popolazione significa spendere una buona parte degli introiti.

Un esempio sono le fogne. Già da tempo in caso di precipitazioni intense non riescono a ricevere e riversano centimetri di acqua sul manto stradale. I nuovi edifici graveranno su tali fogne, e una volta a regime la situazione sarà peggiore. L’unica soluzione è la realizzazione di un nuovo sistema fognario più grande e quindi più efficiente.

Altro esempio sono le scuole. La situazione è già critica, come dimostra la decisione di edificare sotto il porticato delle scuole elementari. C’è il fondato timore che come sempre gli edifici privati cresceranno rapidamente mentre le strutture pubbliche no, con la conseguenza che i posti disponibili in asili e scuole saranno ampiamente insufficienti per i vecchi e nuovi residenti.

Un altro fattore rilevante è il traffico, e conseguentemente l’inquinamento dell’aria. Già l’aria di San Giovanni risente della circolazione di migliaia di auto, per non parlare dei mezzi pesanti in transito, che sono già aumentati con il nuovo centro ippico e aumenteranno ulteriormente con la realizzazione della zona industriale di Morciano - San Clemente e del polo logistico in prossimità del casello autostradale. Il progetto non prevede la realizzazione di una rete stradale adeguata che smaltisca il carico veicolare, il quale graverà in buona parte su vecchie strade già piuttosto congestionate.

Soprattutto chi abita a ridosso del compartone vedrà peggiorare la qualità della propria vita e a buon diritto chiederà di risolvere una situazione determinata da scelte sbagliate e tuttavia senza possibilità di recupero perché la zona sarà completamente edificata.
Per di più, la “San Giovanni 2” incrementerà notevolmente i costi di gestione del Comune (illuminazione pubblica, manutenzione delle strade e del verde, ecc.). E’ facile prevedere che i denari che entreranno nelle casse comunali se ne andranno velocemente in spese correnti e che non saranno sufficienti per l’adeguamento di infrastrutture e servizi.

In conclusione, è un progetto che non arricchisce le casse comunali, non migliora la vita dei cittadini attuali ma al contrario diminuisce i già carenti servizi del comune, crea un dormitorio che prevedibilmente produrrà problemi. E’ un progetto sproporzionato rispetto alle dimensioni di San Giovanni che “ingesserà” il paese per 20 anni! La prospettiva che i nostri figli, una volta adulti, abbiano come unica scelta quella di andare a vivere in tale zona non è esaltante.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

io propongo una distesa di lenzuola appese ai balconi per dimostrare il dissenso a questo scempio.
chi è d'accordo cominci già da subito
in via roma soprattutto e intorno al comune e alla sala del consiglio.
perchè non invitate le iene o striscia per martedì sera o la stampa locale.
incoraggiamo le persone a mostrare il proprio parere.
sto blocco di cemento non sa da fà.

mala ha detto...

ma dietro al bar turismo c'era un bel pò di spazio per fare un parco !
invece hanno fatto una schifezza, con tanto di piscina, mancano i "pirana" ma quelli sono già usciti.visto che l'acqua non sarebbe mai venuta.
poi il bellissimo chisco e gli incantevoli pali che fanno delle residence le Viole una specie di galleria da miniera manca solo il trenino.
ma la gente di san giovanni quamdo comincerà a farsi sentire e smetterla di pensare al proprio orticello, è il momento che insieme si dica no a questa schifezza, no a questo modo di fare politica; dai mattoni, alla politica per la famiglia, ai giovani(un pianto, un vero macello), no a questo clientelismo viscido. ma bisogna essere insieme come cittadini.
forza mentelocale smuovete le persone io il mio lenzuolo lo metterò di certo e non solo.