domenica 24 luglio 2011

SPONSOR CERCASI

Nel bilancio di previsione 2011, approvato il 30 giugno 2011, sono state previste entrate da sponsorizzazioni per euro 110.000,00.

Al momento, però, non risultano incassi da sponsorizzazioni.

La stessa Notte delle Streghe, costata euro 120.000,00, quest’anno non ha avuto rilevanti sponsorizzazioni ed è stata finanziata con risorse del bilancio.

Ci si chiede, a questo punto, per quali manifestazioni e secondo quali modalità (ancora non è stato adottato un regolamento per la disciplina delle sponsorizzazioni) si pensa di potere reperire queste risorse.

Già nel 2010 le previsioni per sponsorizzazioni erano state ampiamente sovradimensionate. Rispetto ad una previsione iniziale di euro 239.000,00 infatti sono stati incassati solo euro 74.900,00.

E quest’anno come andrà a finire? Per avere chiarimenti su questo punto MENTELOCALE ha presentato un’interrogazione.

lunedì 18 luglio 2011

INCARICHI, VEDIAMOCI CHIARO

Apprendiamo che con deliberazioni di Giunta Comunale n.98 e n.99 del 14 giugno 2011 sono stati autorizzati due incarichi esterni a dipendenti dell’area tecnica presso studi di professionisti che sono riconducibili a una ditta e a raggruppamenti temporanei di professionisti che hanno avuto e hanno dei rapporti con il Comune di San Giovanni in Marignano per la progettazione di opere pubbliche.

In particolare, per l’ampliamento del cimitero e per la progettazione della nuova scuola materna nel Polo scolastico.

Ci si chiede se sia opportuno che vengano attribuiti tali incarichi esterni a dipendenti comunali da parte di professionisti che hanno rapporti di lavoro con l’amministrazione comunale.

Per fare chiarezza sulla questione, anche perché nelle due delibere si esclude che esistano “conflitti di interessi diretti o indiretti”, senza però darne motivazione e senza fare cenno ai rapporti intercorsi, abbiamo presentato un’interrogazione.

giovedì 14 luglio 2011

Commissione PSC

Venerdì 15 luglio alle ore 17.00 è convocata la commissione PSC. Ordine del giorno:


presentazione delle linee guida su cui verrà redatto


il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE).




Le sedute della Commissione PSC sono pubbliche.

mercoledì 6 luglio 2011

QUESTO TRENO NON CI PORTERA’ IN 3 ORE A PARIGI MA IN 3 MINUTI AD ATENE

È uno dei tanti slogan della MARCIA NO TAV di domenica 3 luglio in Val di Susa, a cui anche io e la mia famiglia abbiamo partecipato. La marcia è partita dal forte di Exilles per concludersi dopo 7 km a Chiomonte, comune in cui si trova il cantiere del tunnel di 54 km per la TAV.

Una marcia a cui hanno preso parte in tanti, molti di più delle 3000 persone indicate dalla Questura, ma non è questo il punto: purtroppo la marcia pacifica voluta dai sindaci della valle (qui sopra il manifesto e di seguito alcune foto) è stata offuscata dai violenti scontri tra i poliziotti e le frange estremiste che hanno occupato i titoli dei giornali.

Bellissima la marcia, al grido di “Giù le mani dalla Val Susa”: aperta dai sindaci della valle, seguiti da bambini e vecchi, passeggini e cani, studenti e pensionati, valligiani e persone da tutta Italia, ma anche francesi e tedeschi. C’erano rappresentanti del movimento No Dal Molin di Vicenza (che si batte contro la base militare americana all’interno della loro città), di Savoie Libre e dell’Occitania contro la TAV francese e di Oben Sein (movimento che si batte contro la realizzazione di una linea ferroviaria sotterranea a Stoccarda). Presenti anche alcuni politici: Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, Marco Boschini e Domenico Finiguerra (il loro intervento è visibile dal minuto 6 del video della marcia ), Angelo Bonelli dei Verdi e l’eurodeputato Gianni Vattimo; sono giunti i saluti e il sostegno degli eurodeputati Sonia Alfano e Luigi de Magistris.

È intervenuto anche il pungente Beppe Grillo, che ha sempre sostenuto il movimento NO TAV, e contro di lui si è scatenata una campagna mediatica che non aveva ragione d’essere. Io ero presente al suo discorso (visibile al minuto 11 del video della marcia): oltre a non aver mai giustificato gli scontri con la polizia, né tantomeno esaltato come eroi i manifestanti impegnati in essi, come invece riferito da stampa e tv, è stato lui stesso che per tranquillizzare i partecipanti ha proposto di scendere con loro verso la centrale idroelettrica dove stavano avvenendo alcuni scontri (altri stavano accadendo alla Maddalena di Chiomonte dove c’è il cantiere) e rendersi conto di persona della situazione. Con questo non voglio difendere Grillo, che ha spalle molto grandi e non ha certo bisogno della mia testimonianza, ma intendo evidenziare il carattere fazioso e pretestuoso di molti mass media, che, in mano a imprenditori e partiti, non riferiscono le notizie ma le filtrano per i loro scopi e interessi.

Ho conosciuto Sergio Calabresi, sindaco del comune di Gravere: mi ha raccontato che delle numerose conferenze stampa dei sindaci della valle non è passato nulla, addirittura all’ultima conferenza prima della marcia lo stesso giornalista de “la Repubblica” ha ammesso che di quella conferenza non avrebbe scritto nulla. C’è una volontà di non informare comune alle lobby politico-imprenditoriali che governano il nostro Paese; benché urlino e sbraitino, tutte le forze presenti in Parlamento sono unite dalla TAV.

C’è una politica che invita a Roma a parlare un solo sindaco della Val di Susa, per di più di un comune dell’alta valle, non interessata dalla TAV! Una politica vigliacca che non intende dialogare con i cittadini, ma che al contrario militarizza una valle con 4000 poliziotti (costo annuo 189 milioni di euro)! Neanche per la Salerno-Reggio Calabria si è fatto niente del genere, questo fa molto pensare!

“La protesta della Val di Susa non va ignorata, non sono i no global. Palazzo Chigi convochi subito i sindaci per trovare una soluzione. La Lega e io ci siamo stati dall’altra parte. Non si può mandare la polizia e basta, ma bisogna capire le ragioni della protesta. La Lega è favorevole all’alta velocità ma non si può bollare la protesta come una strumentalizzazione… Io so che quando c’è una rivendicazione sensata, non si può mandare la polizia e basta… Nel merito non so [se i NO TAV abbiano ragione o meno] però qui siamo di fronte a una protesta popolare vera, non sono solo dei centri sociali”.

Queste le parole del ministro Roberto Maroni di qualche anno fa!

“La vostra valle è talmente brutta che un treno colorato la migliora”: le parole di Sergio Chiamparino, ex-sindaco di Torino e presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) rivolte a Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone, che rispondeva “Giusto, se hai un fidanzata racchia le dai anche un cazzotto, tanto è racchia!”.

È una politica che non parla più di cose importanti e non ha a cuore il bene della gente. Il popolo NO TAV della valle, con numeri alla mano (vedi il sito notavtorino.org) mai negati dalla politica pro-TAV, grida che la TAV è inutile perché il traffico sull’attuale linea Torino-Lione è oggi molto inferiore alla sua capacità e in continuo ribasso da dieci anni, che per avere (forse) un miliardo di euro dall’Unione Europea l’Italia deve (sicuramente) pagare almeno 16 miliardi di euro che graveranno ovviamente su tutti gli italiani, e di soldi non ce ne sono, ecco spiegato il titolo del post; e per ultimo, ma non meno importante, che un’intera valle verrà distrutta con conseguenze nefaste sull’ambiente e sulla salute degli abitanti: quelle montagne contengono amianto, che si sprigionerà insieme alle polveri sottili da un cantiere che si prevede durerà almeno 15 anni! Chi vorrebbe far crescere i propri figli in un posto così?

Ma dall’Europa viene qualche spiraglio per un ripensamento: la Convenzione di Aarhus (recepita dalla legge 108/2001). La convenzione di Aarhus stabilisce il principio che il cittadino ha diritto ad essere informato; ha diritto a partecipare; ha diritto ad essere coinvolto e consultato nelle scelte ambientali che lo riguardano e che toccano la salute e l'ambiente, e in Val di Susa non è stata rispettata, ed è su quella che puntano Sonia Alfano e Gianni Vattimo.

È certo che sentiremo parlare ancora molto della Val Susa e delle proteste dei suoi abitanti, gente determinata, dura e spigolosa come le montagne che la circondano, supportata da migliaia di comitati e movimenti in tutta Italia e all’estero, stanchi di una politica basata sempre sullo sfruttamento del territorio e delle persone in cui vi abitano.

Ringraziando MenteLocale che mi lascia utilizzare questo spazio, concludo con il motto del movimento NO TAV della meravigliosa Val di Susa:

A SARA’ DÜRA!!

Fabio Nobili

martedì 5 luglio 2011

VENTINOVESIMO CONSIGLIO - Bilancio 2011

A soli 3 giorni dall'approvazione del Psc di Lunedì 27/giugno si porta in consiglio, ormai a metà anno, il bilancio 2011 , insieme ad altre delibere ad esso strettamente collegate.
Data l'ampiezza degli argomenti trattati ci concentreremo sulla delibera fondamentale di questo consiglio, il Bilancio, attraverso cui faremo accenni anche alle altre delibere in approvazione.

Riteniamo di segnalare i seguenti punti:

L'utilizzo degli oneri per la spesa corrente viene portato al massimo consentito (75%) e si ipotizzano entrate pari a un milione di euro (nel 2010 sono stati pari a € 720.000). Non da oggi riteniamo una forzatura l'uso degli oneri per la spesa corrente, in questo caso si aggiunge il consiglio del revisore dei conti che raccomanda di monitorare l'andamento delle riscossioni poiché potrebbe non coincidere con quanto preventivato.

Il tasso di copertura dei servizi a domanda individuale scende da un 49% ad un 47% (escludendo la casa protetta). In particolare ciò è causato dall'incremento delle retta della scuola materna che sale da € 25/mese a 36/mese con una maggiorazione del 44%. Ciò si tradurrà in un incremento di spese per le famiglie pari a circa € 110 all'anno. La giustificazione viene individuata nelle rette degli altri comuni che si aggirerebbero tra gli € 80/150/mese. Non conosciamo le rette degli altri comuni, ci sembra in ogni caso esagerato un tale incremento che doveva essere perlomeno più graduale.

Alienazioni. Si procederà all'alienazione dei seguenti beni:
Uffici dei vigili presso galleria Marignano con spostamento del comando nella ex sede municipale (importo presunto € 600.000).
Azioni Hera (vedi delibera in precedente consiglio, importo presunto € 500.000)
Comparto C4_14 di Santa Maria (cosiddetto lascito Bacchini importo presunto € 1.500.000).La vendita non avverrà più per singoli lotti ma sarà alienato il comparto nella sua interezza.
L'amministrazione ha dichiarato che non si tratta di una semplice dismissione ma di una razionalizzazione del patrimonio. Tali alienazioni sarebbero infatti funzionali ad altri investimenti. L'argomento risulta piuttosto complesso anche se resta il fatto che nuovi investimenti sono possibili solo attraverso un piano di dismissioni.

L'aumento della Tarsu del 4%. Crediamo che ogni cittadino si chieda come mai nonostante i suoi sforzi per differenziare, il costo del servizio continui a crescere. Ricordiamo infatti che esso era aumentato anche lo scorso anno del 4.8%. Con un aumento di differenziata di circa il 20% ci si aspetterebbe almeno una stabilità dei costi a meno che i numeri forniti siano del tutto teorici, funzionali al raggiungimento di obbiettivi di facciata che non si traducono in effettivi miglioramenti per i cittadini e per l'ambiente.

Investimenti a S. Maria . Viste le astensioni, i voti contrari e gli emendamenti presentati questo argomento deve aver creato un forte dibattito all'interno del gruppo di maggioranza.
La frazione infatti si è trovata a dover fare a meno, almeno nell'immediato:
del proseguimento della pista ciclabile oltre la rotonda;
della Sp 58;
della “contropartita”per la vendita del lascito Bacchini (centro polivalente e piazza) a favore di altre opere quali ad esempio la nuova scuola Materna che dovrà essere costruita all'interno del polo scolastico. Tale investimento infatti sarà l'opera principale su cui si impegnerà l'amministrazione nei prossimi anni.
Settori della maggioranza hanno richiamato una mancato coinvolgimento dei cittadini Pietrafittesi nella definizione delle priorità di investimenti (gli interventi relativi al lascito sono infatti stati spostati nel 2012).
Quello che sembra è che le varie decisioni vengano prese non sulla base di una strategia di fondo ma le priorità vengano stabilite (stabilite è un eufemismo in quanto tra sei mesi possono tranquillamente cambiare) in base ai mutevoli rapporti di forza tra gli assessorati e le varie correnti PD.

Complessivi tagli alla spesa per € 275.000 di cui € 42.000 per assistenza beneficenza pubblicità e servizi diversi alla persona. Tale previsione è stata oggetto di un emendamento di Mente Locale affinché tali somme venissero ripristinate. Ci è stato risposto che gran parte di tali somme sono relative ad iniziative messe in campo da altri enti e da loro finanziate, ora non più riproposte. Resta il fatto che i cittadini di San Giovanni per il 2011 vedranno decurtate le spese per iniziative sociali di circa il 10%.

Da ultimo vogliamo segnalare la necessità di mettere in campo politiche nuove che possano razionalizzare la spesa per il personale che per il nostro comune raggiunge il 16% . A tal fine auspichiamo l'avvio di una politica di sinergie con altre amministrazioni per l'accorpamento di alcuni uffici avendo l'attenzione a non perdere di vista il rapporto diretto tra l'Ufficio e il cittadino.

venerdì 1 luglio 2011

IL GRANDE INGANNO

Quando Corradino Mineo, direttore di Rainews24, chiedeva il parere a Don Andrea Gallo sulla TAV in Val di Susa era lunedì scorso 27 giugno, giorno dello sgombrero del presidio NO-TAV e militarizzazione del cantiere, la sua risposta è stata “è un grande inganno”.

È l’inganno che va avanti da anni sia in Val di Susa che in tutta Italia!

È l’inganno del potere politico che va sempre più a braccetto con quello “imprenditoriale” (ma dov’è il rischio di impresa?), e procede sistematicamente alla distruzione del territorio, alla costruzione di inceneritori, alla perforazione di montagne per far passare treni ad alta velocità che non servono a nessuno o per la ricerca di petrolio come sull’Appennino emiliano-romagnolo, che perfora sempre per il petrolio a fianco delle bellissime isole Tremiti, o pretende di costruire porti non necessari come quello della baia Vallugola e il TRC il tram costiero che collega Riccione e Rimini.

È un inganno quando ci dicono che la distruzione del territorio è lo sviluppo, è il progresso, altrimenti rimaniamo indietro!

È l’inganno che guarda solo al PIL! Ma il PIL, come fece notare già Robert Kennedy nel famoso discorso all’università del Kansas del 1968 (!) prima di essere ucciso(!), cresce anche se cade un ponte o con le stargi del sabato sera. Ma in tali casi siamo più ricchi o più poveri? Mai nessuno che misuri la qualità del nostro vivere!

Ci ingannano più volte, ci tolgono il paesaggio del nostro paese, ci rubano il territorio, ci inquinano l’aria e l’acqua e poi, tutte queste cose le paghiamo noi oggi per farle e pagheranno i nostri figli per sistemare i danni provocati da questo “sviluppo”.

L’Italia è pieno di questi inganni, la TAV è l’esempio più grande! Per questo domenica 3 luglio a Chiomonte in Val di Susa ci sarà la manifestazione nazionale NO-TAV contro la costruzione del tunnel della TAV.

Ma non sarà solo contro un progetto faraonico inutile, sarà un momento di grande partecipazione nazionale, ci sono pullman in partenza da tutta Italia, per dire basta a questo sistema di sfruttamento del territorio e di noi tutti!

Purtroppo se ne sa poco del movimento NO-TAV della Val di Susa, che da decenni si batte contro questo scempio, perché quasi la totalità dell’informazione è in mano allo stesso potere politico-imprenditoriale che nella distruzione del nostro paese trova sempre la sintesi.

Per saperne di più qui sotto è presente un articolo dal sito Altracittà di Luca Mercalli climatologo, presiede la Società Meteorologica Italiana e dirige la rivista Nimbus (www.nimbus.it) noto al pubblico italiano per la partecipazione al programma televisivo “Che tempo che fa” condotto da Fabio Fazio.

Flop ad Alta velocità. I numeri che nessuno vuol sentirsi dire

Le grandi opere non le vuole più nessuno, salvo chi le costruisce e la politica bipartisan che le sponsorizza con pubblico denaro. Dell’inutilità del Ponte sullo Stretto non vale più la pena di parlare, e dell’affaruccio miliardario delle centrali nucleari ci siamo forse sbarazzati con il referendum. Prendiamo invece il caso Tav Val di Susa.

Per i promotori si tratterebbe di un progetto “strategico”, del quale l’Italia non può fare a meno, sembra che senza quel supertunnel ferroviario di oltre 50 km di lunghezza sotto le Alpi, l’Italia sia destinata a un declino epocale, tagliata fuori dall’Europa. Chiacchiere senza un solo numero a supporto, è da vent’anni che le ripetono e mai abbiamo visto supermercati vuoti perché mancava quel buco. I numeri invece li hanno ben chiari i cittadini della Valsusa che costituiscono un modello di democrazia partecipata operante da decenni, decine di migliaia di persone , lavoratori, pubblici amministratori, imprenditori, docenti, studenti e pensionati, in una parola il movimento “No Tav”, spesso dipinto come minoranza facinorosa, retrograda e nemica del progresso. Numeri che l’Osservatorio tecnico sul Tav presieduto dall’architetto Mario Virano si rifiuta tenacemente di discutere. Proviamo qui a metterne in luce qualcuno.

Il primo assunto secondo il quale le merci dovrebbero spostarsi dalla gomma alla rotaia è di natura ambientale: il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Il che è vero solo allorché si utilizza e si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California. In sostanza la cura è peggio del male. Veniamo ora all’essere tagliati fuori dall’Europa: detto così sembra che la Val di Susa sia un’insuperabile barriera orografica, invece è già percorsa dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Frejus, ancora perfettamente operativo dopo 140 anni, affiancato peraltro al tunnel autostradale. Questa ferrovia è attualmente molto sottoutilizzata rispetto alle sue capacità di trasporto merci e passeggeri, sarebbe dunque logico prima di progettare opere faraoniche, utilizzare al meglio l’infrastruttura esistente. Lyon-Turin Ferroviarie a sostegno della proposta di nuova linea ipotizza che il volume dell’interscambio di merci e persone attraverso la frontiera cresca senza limiti nei prossimi decenni. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino dimostra che “assunzioni e conclusioni di questo tipo sono del tutto in-fondate”. I dati degli ultimi anni lungo l’asse Francia-Italia smentiscono infatti questo scenario: il transito merci è in calo e non ha ragione di esplodere in futuro. Un rapporto della Direction des Ponts et Chaussées francese predisposto per un audit all’Assemblea Nazionale nel 2003 afferma che riguardo al trasferimento modale tra gomma e rotaia, la Lione-Torino sarà ininfluente. E ora i costi di realizzazione a carico del governo italiano: 12-13 miliardi di euro, che considerando gli interessi sul decennio di cantiere portano il costo totale prima dell’entrata in servizio dell’opera a 16-17 miliardi di euro. Ma il bello è che anche quando funzionerà, la linea non sarà assolutamente in grado di ripagarsi e diventerà fonte di continua passività, trasformandosi per i cittadini in un cappio fiscale.

Ho qui sintetizzato una minima parte dei dati che riempiono decine di studi rigorosi, incluse le recenti 140 pagine di osservazioni della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dati sui quali si rifiuta sempre il confronto, adducendo banalità da comizio tipo “i cantieri porteranno lavoro”. Ma suvvia, ci sono tanti lavori più utili da fare! Piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili. Non abbiamo bisogno di scavare buchi nelle montagne che a loro volta ne provocheranno altri nelle casse statali, altro che opera strategica! Seguendo lo stesso criterio, anche l’Expo 2015 di Milano sarebbe semplicemente da non fare, chiuso il discorso. Sono eventi che andavano bene cent’anni fa. Se oggi in Italia tanti comitati si stanno organizzando per dire “no” alle grandi opere e per difendere i beni comuni e gli interessi del Paese, non è per sindrome Nimby (non nel mio cortile), bensì perché, come ho scritto nel mio “Prepariamoci” (Chiarelettere), per troppo tempo si sono detti dei “sì” che hanno devastato il paesaggio e minato la nostra salute fisica e mentale.