venerdì 30 luglio 2010

L'APPLAUSO FINALE

Il Consiglio Comunale di ieri sera si è concluso con il presidente ed i soci della Nuova San Giovanni s.r.l. che applaudivano i consiglieri di maggioranza che avevano appena approvato la variante specifica al P.R.G., le controdeduzioni alle osservazioni ed il P.U.C. del compartone. MENTELOCALE ha votato contro, un consigliere di maggioranza si è astenuto, il PDL - Lega si è defilato appena possibile e non ha partecipato al voto. Riportiamo il testo dell’intervento del consigliere di MENTELOCALE.

Un filosofo italiano, Franco Riva, che di recente si è occupato delle connessioni tra spazio urbano e solidarietà, dedica delle parole preziose alla distinzione tra abitare e costruire che ci aiutano a prendere coscienza della situazione in cui si trova attualmente la gestione del territorio, in Italia e nel nostro paese:

Qualcuno viene sempre.
Il nostro abitare non è diventato ancora, non abbastanza, il movimento essenziale dell’uomo sulla terra. Non ancora dimora. Non ancora accoglienza.
La furia edilizia sprofonda la terra sotto il peso del cemento. Non ha neppure bisogno di giustificarsi. Il pensiero dell’abitare si è ridotto a ratifica: di costruire con urgenza qualsiasi cosa, in qualsiasi modo, in qualsiasi luogo.
Si costruisce per costruire senza curarsi dell’abitare, se non come sfondo vago, come pretesto. Il credito concesso al costruire nel linguaggio comune, nelle retoriche ricorrenti, si spiega solo con quella fiducia sotterranea nell’abitare che non gli appartiene: ne va dell’essere stesso dell’uomo su questa terra.
Confondere il costruire con l’abitare non è mai innocente. Ma non ha più nessun credito. Non vi si può più dare credito.
L’esperienza non teme smentite: l’accumulo delle case, la lava inarrestabile delle città che si propaga in ogni direzione, verso il cielo e verso gli inferi, non significa il dilatarsi dell’abitare. Il costruito si può approvare e contestare, ma è impossibile farlo nell’equivoco: costruire per costruire non sarà mai la premessa dell’abitare.
È l’abitare che rende giusto il costruire.
Franco Riva, Qualcuno viene, Edizioni Macondo libri 2009


Dobbiamo davvero uscire dall’equivoco, dobbiamo provarci, almeno questa sera. Dobbiamo riconoscere che sul compartone non si è mai fatta una riflessione preliminare sul senso di questo intervento per San Giovanni. Non si mai parlato del compartone a partire dal punto di vista delle persone, di chi è chiamato a fare un’esperienza dell’abitare, come residente, ma anche come ospite. Si è parlato solo e sempre di cemento, di costruzioni, di “diritti acquisiti”, di soldi, non dell’esperienza dell’abitare che rende umani i rapporti, gli spazi pubblici ed anche le case. Una visione impoverita dell’abitare ci ha catapultati, da troppi anni, in una visione materialistica del territorio, ridotto a lotto, mero supporto catastale per rendite urbane parassitarie, ignominiosamente incoraggiate dal pubblico. Non sappiamo più guardare alla terra come suolo fertile, un terreno è solo uno spazio vuoto da riempire, con altro cemento.

Questo equivoco sul significato delle parole ha contrassegnato tutta la storia del compartone. Una storia che prolunga il mito ormai screditato del progresso economico e civile attraverso la smania edilizia ed il consumo di territorio. Una storia che basa la sua trama sulla falsa equazione tra costruire ed abitare. Ci si è illusi credendo che dall’accumulo di oggetti - casa potesse generarsi e rafforzarsi una comunità aperta e solidale. Casa dopo casa, invece, anche in questa prima periferia della riviera metropolitana, è cresciuta l’intolleranza, la solitudine, il qualunquismo, l’irrilevanza della politica, la sua sudditanza agli interessi privati.

Che cos’è infatti il compartone? Secondo noi il compartone a causa delle sue eccessive dimensioni - 18 ettari, 88 edifici, 500 appartamenti, 1500 abitanti, un centro commerciale – è innanzitutto un intervento inutile per San Giovanni. Certamente è una fonte di profitto per il privato. Ma è davvero indispensabile per l’evoluzione del paese? In fondo a San Giovanni ci sono già centinaia di appartamenti non utilizzati. Ma i prezzi delle case da acquistare o da affittare sono rimasti molto alti nonostante in questi ultimi venti anni si sia costruito molto. Si continua a sostenere che il compartone è un’occasione per il Comune di acquisire terreni per l’edilizia pubblica. Ma la ridotta capacità finanziaria di fare investimenti del nostro Comune dovrebbe rendere molto prudenti su questo aspetto. E fare riflettere sul fatto che il compartone potrebbe diventare un peso per le casse comunali in termini di maggiori servizi da erogare e di nuove infrastrutture da costruire – come le scuole - e da gestire, spese certamente non coperte dagli oneri di urbanizzazione. L’impatto del compartone sull’ambiente è poi devastante (a cominciare dall’impermeabilizzazione massiccia, aggravata dall’introduzione di ampi parcheggi interrati a piastra) e ad oggi rimane del tutto sottovalutato. Anche un tema che incide profondamente sulla qualità della vita dei cittadini come quello della mobilità, poi, non è stato mai adeguatamente affrontato.

Perché dunque nonostante queste controindicazioni si ritiene cosa buona e giusta permettere la realizzazione del compartone? Qui l’impotenza della politica si è saldata con il fatalismo del mercato. La considerazione che si tratta di una previsione risalente al P.R.G. del 1997 sembra un toccasana che alleggerisce le coscienze di molti politici nostrani da ogni responsabilità. In realtà, molto si poteva fare negli anni, attraverso il ridimensionamento nel P.R.G. vigente, e non si è fatto, favorendo anzi la concentrazione delle proprietà, e molto si potrebbe ancora fare, attraverso il ripensamento del compartone nel P.S.C., e non si sta facendo. Ma una politica che rende possibile un intervento che non serve al paese è una politica che confonde l’interesse pubblico di molti con l’interesse privato di pochi. Per questo il compartone non è solo una deprecabile colata di cemento ma anche un eclatante esempio della fine della politica come cura del bene comune.

Confondendo l’abitare con il costruire, si è corrotta anche la visione dell’interesse pubblico. Interesse pubblico sarebbe il consentire massicce urbanizzazioni per acquisire in cambio terreni per realizzarci sopra – forse –interventi di edilizia pubblica, strade per attirare altre macchine e centri polivalenti il cui progetto gestionale è ancora assente. Eppure perseguire l’interesse pubblico è qualcosa di molto più profondo che ha a che fare con la possibilità che tutti gli abitanti di un territorio possano evolversi in armonia con se stessi, con gli altri e con l’ambiente. Accumulare oneri di urbanizzazione come contropartita della cementificazione del proprio territorio non è di per sé interesse pubblico. Anzi, con le conoscenze e le informazioni di cui disponiamo oggi si può dire che sia una singolare forma di dissipazione del proprio futuro.

Ci si è illusi – e si sono illusi i cittadini - che dall’urbanistica contrattata con un soggetto privato molto forte sarebbero sorti innumerevoli vantaggi per il Comune. La propaganda su questo punto ha insistito molto. Gli esiti della negoziazione, però, non sono per nulla così favorevoli per il Comune come venivano dipinti neppure troppo tempo fa. Intanto, l’asilo interaziendale è saltato. Poi la tempistica della costruzione della strada di gronda – accogliendo una precisa richiesta della Nuova San Giovanni s.r.l. – è stata allungata a due anni, invece degli otto mesi previsti. Inoltre, è stato ridefinito – sempre accogliendo un’altra richiesta del privato – l’ordine di perimetrazione degli stralci cosicché nel primo stralcio il privato potrà costruire già circa il 50% degli appartamenti realizzabili, mentre in sede di adozione la barra era ferma al 38/%. La gradualità dell’intervento è stata così sacrificata alle esigenze di accelerazione del privato. In un crescendo di accondiscendenza, è stata poi cancellata l’intenzione di realizzare l’intero parco attrezzato e fruibile nel primo stralcio, lasciando in pratica ai comodi del privato il destino del settore del verde pubblico che era sempre stato sbandierato come il cuore del progetto del compartone.

Oltre alla possibilità data al privato di usufruire di più ampie superfici di verde, già acquisita con la variante adottata con la deliberazione n.36/2009, la proposta di deliberazione di cui discutiamo questa sera mette in fila tutte una serie di ulteriori trattamenti a favore del soggetto attuatore. Ci riferiamo per esempio alla proposta di variante al Regolamento Edilizio, contenuta nell’Allegato C della Convenzione, che consente di escludere dal calcolo della superficie, esclusivamente per gli interventi realizzati nel compartone, oltre ai corselli e le rampe di accesso ai parcheggi, pertinenziali o pubblici, posti in piani interrati, anche le cantine ed i parcheggi interrati privati di uso comune P3, ed i parcheggi privati P2 e P3 eccedenti dotazione minima. Questa norma, che vale solo per il compartone, costituisce un grosso vantaggio per il soggetto attuatore in quanto gli consente di aumentare la superficie costruibile fuori terra. La prevista modifica delle norme relative alla quota di riferimento per la misurazione dell’altezza degli edifici consentirà di realizzare edifici che rispetto al piano della strada saranno alti al massimo non più 9,50 m, come attualmente previsto, ma 70 cm. in più, cioè 10,20 m. Un ulteriore spazio per un discreto sottotetto, altrimenti non facilmente realizzabile. Inoltre, il privato avrà anche la possibilità di potere realizzare appartamenti di mq.50, quando in sede di adozione la dimensione minima era di 65 mq. Per quanto poi riguarda la sostenibilità, si può dire che gli interventi previsti sono appiattiti verso la normalità, con una certa attenzione a contenere al massimo i costi degli interventi e a massimizzare il profitto. Neppure l’orientamento degli edifici a sud è stato rispettato. Solo 12 edifici sono previsti in classe A, mentre tutti gli altri sono previsti in classe B. Il compartone non sarà mai un quartiere modello da portare ad esempio per quanto riguarda l’efficienza energetica ed il risparmio energetico, ma solo un’esplosione su larga scala di tecniche costruttive ormai comuni. Insomma, un’occasione perduta anche da questo punto di vista.

Infine, il culmine del prevalere del ruolo del privato nella partita del compartone è stato sancito con la scelta di procedere negli stralci attuativi con piani particolareggiati, di probabile iniziativa privata, e non più tramite Piani Urbani Attuativi di iniziativa pubblica. Occorre poi tenere conto che nello schema di Convenzione che il Comune dovrà sottoscrivere con il privato il controllo dell’attuazione dell’intervento viene affidato al Responsabile del Procedimento, cioè ad un dipendente comunale, che è però pagato dal privato. Ma come è possibile che sia il controllato che paga il controllore? Con che libertà quest’ultimo potrà esercitare la sua funzione di tutela dell’interesse pubblico?

Anche le stesse procedure amministrative sono state piegate in più di un’occasione agli interessi del privato. Una grave anomalia è che si intendono sottoporre alla discussione di questo consiglio delle osservazioni del privato giunte a dicembre 2009 quando il termine di presentazione era fissato al 20 luglio 2009. Chiediamo che queste osservazioni vengano stralciate dalla discussione. Anche le osservazioni dell’Ufficio giunte il 19 luglio 2010 devono essere stralciate per la stessa ragione. Se la maggioranza intende stravolgere il proprio emendamento, adottato con la deliberazione n.36/2009, è padronissima di farlo, ma deve avere il coraggio politico di presentare un proprio nuovo emendamento, mettendoci la faccia, non affidando all’Ufficio valutazioni politiche che naturalmente non gli competono. Denunciamo inoltre che non è stata fatta la verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica della variante e del P.U.C. del compartone. Riteniamo molto strano che per lo strumento urbanistico di riferimento dei successivi piani particolareggiati non venga attivata tale procedura e che il Comune non sia perciò ancora in possesso in questa fase di tutti gli elementi conoscitivi sull’impatto ambientale dell’intervento per potere decidere con maggiore consapevolezza e responsabilità. Per quanto ci riguarda abbiamo già provveduto a comunicare tale anomalia all’autorità competente. Vogliamo inoltre segnalare che è stata inserita un’ulteriore modifica alle N.T.A. del compartone attraverso una procedura a dir poco inusuale. Per potere procedere a tale ulteriore modifica, infatti, si è dovuto confezionare una versione delle N.T.A. “ufficiosa” che tenesse conto delle modifiche apportate dall’emendamento del PD nella seduta del 7 aprile 2009. Ma tale versione “ufficiosa” non è mai stata ratificata dal Consiglio comunale. Come dunque è possibile andare a modificare questa sera un atto che non è mai stato sottoposto al Consiglio?

Del resto, il contenuto di tale ennesima modifica all’art.4.7.4, comma 5, delle Norme Tecniche di Attuazione è paradossale. “Il Progetto Urbano di Coordinamento, qualora approvato, dovrà rispettare i parametri urbanistici dell’Accordo di Pianificazione stipulato dal Comune di San Giovanni in Marignano e la Provincia di Rimini in data 14/09/2009 relativi al comparto C2-4 e individua, tramite norme di attuazione, elaborati grafici e schema di convenzione, i contenuti, i tempi e le modalità cui deve attenersi ogni singolo piano particolareggiato”. Con questa integrazione, si pretende di avere rispettato gli impegni presi con l’Accordo di Pianificazione, così come chiesto dalla Provincia, ma in realtà ci si introduce in un altro groviglio urbanistico inestricabile. Intanto si tratta di un rispetto di facciata perché si continua a non scrivere nelle N.T.A. la riduzione del carico urbanistico del compartone, indicandole solo nel P.U.C., che però non ha efficacia normativa. Poi si fa finta di non sapere che con l’Accordo il Comune si è impegnato a prevedere la riduzione del carico e dell’impatto urbanistico del compartone nell’ambito del Piano Strutturale Comunale (che però non è stato ancora adottato), tenendo conto delle “ipotesi di lavoro” presenti nel Documento preliminare ed attivando il compartone gradualmente, tramite Piani Operativi Comunali. Inoltre, con l’Accordo, il Comune si è impegnato addirittura a “valutare, in merito al comparto di espansione residenziale C2-4, lo scenario ipotizzato e le possibili alternative, visto il rilevante carico urbanistico che si verrebbe a creare in un’area già molto impermeabilizzata e con un’elevata difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche (carta dell’idrografia superficiale SA 2.5)”. La nuova norma è dunque contraddittoria ed illogica perché si richiama all’Accordo continuando ad individuare in realtà il P.U.C. come strumento urbanistico di riferimento ed i piani particolareggiati di iniziativa privata come strumenti attuativi, infischiandosene degli impegni presi. La politica del “ma anche” anche in questo caso ha dato una pessima prova di sé.

Il controllo pubblico del Comune sull’attuazione del compartone era stato sbandierato da Assessori e politici del PD per rassicurare la popolazione rispetto ai legittimi timori di una crescita frenetica e poco controllabile. La retorica sul ruolo cruciale del pubblico era stato determinante nel percorso di adozione del compartone che, ricordiamolo, aveva registrato in data 9 febbraio 2009 anche dissociazioni e voti contrari da parte di alcuni consiglieri della maggioranza, che oggi non siedono in Consiglio.

L’allora Assessore Barilari nel chiudere il suo intervento nel consiglio del 7 aprile 2009 ribadiva “l’aspetto qualificante che fa da quadro di riferimento per l’attuazione del comparto e cioè il ruolo dell’amministrazione pubblica. Sono di iniziativa pubblica il Piano Urbano di Coordinamento e i 3 Piani Urbani Attuativi, uno per ciascuno stralcio”. L’Assessore Morelli nel presentare gli emendamenti che il PD aveva fatto al P.U.C. sosteneva che essi avevano lo scopo di “mettere l’Amministrazione al centro del percorso di attuazione del comparto”. E proseguiva: “A garanzia della tempistica individuiamo tre stralci da attivarsi, su iniziativa pubblica, consecutivamente con intervallo di avvio dei lavori di 5 anni. Quello che le norme originali vedevano facoltativo diventa obbligatorio (gli stralci). Quello che prima era privato (piani attuazione stralci) diventa pubblico”. Ed anche il Sindaco Bianchi, nella brochure patinata distribuita prima delle elezioni, affermava a proposito del compartone “che il Comune ha esercitato un forte ruolo di programmazione ed eserciterà un forte ruolo di controllo”.

Ora, invece, contrordine compagni! In sede di approvazione le carte in tavola cambiano nuovamente e si mettono le basi perché progetto vada a finire saldamente nelle mani del privato (dove del resto era sempre rimasto). Questa giravolta, oltre a dare un esempio non edificante di come certa politica politicante strumentalizzi gli atti pubblici per ottenere fini di brevissimo respiro (il voto favorevole di tre dissidenti), denuncia anche in maniera plateale la soggezione della politica nei confronti degli interessi economici forti. Non è la politica, in nome dell’interesse pubblico, a dettare tempi e modi della gestione del territorio. Ma è il privato, secondo le sue esigenze, a dettare l’agenda delle priorità alla politica.

Del resto, anche i mal di pancia ed i contorcimenti della maggioranza, oltre a segnalare l’ennesima plateale spaccatura politica sulla questione compartone, sono un’ulteriore conferma che questa proposta di deliberazione, tagliata su misura degli interessi del privato, è una vera e propria porcheria, inemendabile. Chi abbia un minimo di coscienza di cosa sia interesse pubblico, anche se fa parte del gruppo di maggioranza, non dovrebbe dunque esitare ad esprimere un convinto voto contrario all’approvazione di questa vergogna.

Nelle considerazioni conclusive ai lavori della Commissione consiliare sul compartone abbiamo spiegato che il Comune di San Giovanni in Marignano avrebbe ancora la possibilità di riacquistare il controllo sull’operazione se solo decidesse di ripensare il compartone all’interno del nuovo Piano Strutturale Comunale previsto dalla L.R. 20/2000. Il compartone è una previsione non attuata del vecchio P.R.G. che potrebbe almeno essere ridimensionata nel P.S.C., mantenendo il controllo pubblico dell’operazione. Del resto, se vi fosse una minima volontà politica di non far partire l’operazione basterebbe semplicemente non approvare questa variante e questo progetto del compartone. L’impressione, infatti, è che il privato sia interessato a realizzare l’intervento solo a certe condizioni. La responsabilità politica della realizzazione del compartone, pertanto, è esclusivamente di questa amministrazione che, in base alla normativa vigente, potrebbe fare legittimamente delle scelte diverse. A futura memoria, chiedo di allegare tali considerazioni, come parte integrante e sostanziale del mio intervento, al verbale della deliberazione.

Approvare la cementificazione del proprio territorio non significa operare per l’interesse pubblico. Quando legalità e trasparenza vengono a tal punto violentate pur di raggiungere l’obiettivo finale significa che la confusione tra interesse pubblico ed interesse privato ha superato il livello di guardia. Ma abitare non significa costruire e la gente di San Giovanni sta cominciando a capire che per “costruire” una nuova visione di paese non servono altre case ed altro cemento. San Giovanni non ha bisogno di altre case e di altro cemento. I dati più recenti ci dicono che il consumo di territorio ha raggiunto in Italia, e nella nostra stessa Regione, dei livelli insostenibili dalle persone e dall’ambiente. La situazione del compartone è da inquadrare in un contesto di cementificazione molto preoccupante che sta investendo tutta la Valconca ed il territorio provinciale. Sembra che anche nel nuovo P.S.C. l’amministrazione intenda proseguire in questa opera insensata di cementificazione, prevedendo in pratica un altro compartone sparso sul territorio. Bisogna cambiare decisamente direzione, puntando sul risparmio di suolo, sul recupero del patrimonio edilizio esistente e sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni urbanistiche di rilievo. Perché è davvero solo l’abitare che rende giusto il costruire.


Il Consigliere del gruppo MENTELOCALE

Luca Vannoni

giovedì 29 luglio 2010

MENTELOCALE
vi invita al Consiglio Comunale di
Giovedì 29 /07/2010 ore 20.30




L'unico punto all'ordine del giono è l' approvazione del Compartone:

Progetto Urbano di Coordinamento del Comparto C2-4 e variante specifica 2009 al Piano Regolatore Generale, art. 15 della Legge Regionale N° 47/1978 e s.m.i. – Controdeduzione alle osservazioni pervenute e approvazione.

PARTECIPIAMO NUMEROSI!
La crescita sane e responsabile di San Giovanni
dipende anche da noi!

domenica 25 luglio 2010

MOLTA CONFUSIONE SUL COMPARTONE

L’altra sera all’incontro pubblico organizzato da MENTELOCALE sul compartone alcuni dei partecipanti proponevano di trasmettere tutta la documentazione alla Procura della Repubblica.

Dopo aver letto la nuova proposta di deliberazione sul compartone, notificata ieri mattina, ci si può chiedere se non sia il caso, intanto, di chiamare un’ambulanza. Qualcuno forse ha preso un colpo di sole.

Con la nuova proposta di deliberazione, infatti, si intende tra l'altro apportare un’ulteriore modifica alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale relative al compartone.

La nuova versione delle Modalità di attuazione degli interventi sarebbe pertanto la seguente:
“Modalità di attuazione degli interventi: strumento attuativo preventivo, riferito alla totalità del comparto o a suoi stralci organici, individuati preventivamente dall’apposito Progetto Urbano di Coordinamento di iniziativa pubblica di cui all’Art. 1.4.2.

Il Progetto Urbano di Coordinamento, qualora approvato, dovrà rispettare i parametri urbanistici dell’Accordo di Pianificazione stipulato dal Comune di San Giovanni in Marignano e la Provincia di Rimini in data 14/09/2009 relativi al comparto C2-4 e individua, tramite norme di attuazione, elaborati grafici e schema di convenzione, i contenuti, i tempi e le modalità cui deve attenersi ogni singolo piano particolareggiato”.

Ora, a prescindere dal fatto che ad oggi non siamo ancora in possesso della versione definitiva della Relazione del Progetto Urbano di Coordinamento, in quanto la versione consegnata ieri nel CD non è aggiornata, e dunque non si capisce quali sarebbero i nuovi contenuti, ci limitiamo a sottolineare come tale proposta sia in netto contrasto con le posizioni tenute sino ad ora dal presidente Morelli e sintetizzate nella sua relazione conclusiva dei lavori della Commissione, oltre che con il parere legale. Insomma, non si capisce più niente.

Infatti, la maggioranza ha visto sempre come fumo degli occhi ogni relazione tra il PU.C. del compartone e l’Accordo di Pianificazione per la redazione del Piano Strutturale Comunale del quale non si è mai potuto parlare in Commissione. Inoltre, il parere legale si incaricava di demolire ogni possibile connessione tra la normativa di riferimento del P.U.C. (L.R. 47/1978) e quella dell’Accordo (L.R. 18/2000).

Come mai, dunque, questa improvvisa conversione? Forse, in questa nuova formulazione delle N.T.A. c’è qualche traccia delle animate discussioni che si sono svolte in Giunta sull’argomento? Probabilmente ci troviamo di fronte ad un tentativo maldestro di zittire tutti quelli che hanno da sempre sostenuto che di compartone si deve parlare nel P.S.C. (dalla Provincia alle forze di opposizione) con un contentino formale, per poi continuare nella cementificazione come se niente fosse.

Occorre però denunciare con chiarezza che tale proposta di modifica è in sé illogica e contraddittoria, oltre a costituire per l’amministrazione l’ennesimo dietrofront rispetto alle proprie recentissime posizioni. Se si decide di affrontare la questione del compartone nel contesto dell’Accordo di Pianificazione, bisogna essere conseguenti e dire esplicitamente, innanzitutto, che occorre ripensare il compartone nel Piano Strutturale Comunale, rinunciando definitivamente al Progetto Urbano di Coordinamento.

Fermarsi a metà strada può generare solo ambiguità e confusione, oltre a non risolvere la questione della quantificazione della riduzione del carico e dell’impatto urbanistico. L’Accordo, infatti, prevede che sia il P.S.C. a prevedere tale riduzione per il compartone attraverso il perseguimento e l’applicazione conseguente delle “ipotesi di lavoro” previste nel Documento preliminare del P.S.C. del luglio 2008.

Secondo tale Documento, “Un’opzione da valutare potrebbe consistere nel trasferimento di una quota di residenze previste nel nuovo comparto C2-4 in altre zone a standard “non attuate” o in aree di frangia ai diversi centri urbani. La riduzione della concentrazione di volume edificabile all’interno del comparto C2-4 consentirebbe di incrementare le aree di cessione al suo interno, che potrebbero qualificarsi quale grande parco pubblico fra le parti residenziali, l’area produttiva e la nuova tangenziale in progetto” (pag.25).

Inoltre, l’Accordo prevede che il compartone venga attuato gradualmente tramite Piani Operativi Comunali, ex L.R. 20/2000, cioè tramite degli strumenti urbanistici che continuano a prevedere un controllo pubblico sull’intervento e non, come si vorrebbe ora, tramite dei piani particolareggiati di iniziativa privata che avrebbero nel P.U.C., e non nel P.S.C., il loro riferimento.

Occorre infine rammentare che nell’Accordo di pianificazione il Comune di San Giovanni in Marignano si impegna anche a “valutare, in merito al comparto di espansione residenziale C2-4, lo scenario ipotizzato e le possibili alternative, visto il rilevante carico urbanistico che si verrebbe a creare in un’area già molto impermeabilizzata e con un’elevata difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche (carta dell’idrografia superficiale SA 2.5)” (pag.12).

Il Comune di San Giovanni in Marignano, sottoscrivendo l’Accordo il 14 aprile 2009, ha preso proprio tali impegni, non altri. Ora dovrebbe semplicemente cominciare a rispettarli.

lunedì 19 luglio 2010

INCONTRO COMPARTONE 23 LUGLIO

“APPROVANO IL COMPARTONE ENTRO LUGLIO!?...
FACCIAMO IL PUNTO”
incontro pubblico per informarsi e capire
a cura del gruppo MENTELOCALE

VENERDÌ 23 LUGLIO 2010, ORE 21
sala del consiglio comunale,via Roma 59


Nella riunione della Commissione Consigliare del 9 luglio è infatti stato detto che si vuole approvare entro luglio il compartone. Poco prima della pausa estiva l’amministrazione intende far passare in Consiglio Comunale l’intervento urbanistico più importante degli ultimi venti anni, senza prevedere neppure un momento pubblico di presentazione della versione definitiva .

L’intenzione che emerge dalla relazione conclusiva del presidente Morelli è inoltre di accogliere varie ulteriori richieste del privato, demolendo il difficile compromesso trovato al termine della scorsa legislatura tra le fila dei consiglieri Pd, tra cui:

• il privato potrà costruire almeno il 48% di edifici previsti nel primo stralcio (tutti a ridosso della via Mazzini) . Nella delibera 36/2009 la previsione era del 38%;
• il parco pubblico attrezzato e fruibile non verrà più realizzato per intero nel primo stralcio;
• la dimensione minima degli alloggi non sarà più di 65 mq, ma verrà ridotta a 50 mq. Il compartone così si configura sempre più come un quartiere dormitorio.
• Il compartone sarà realizzato mediante piani di iniziativa privata e non pubblica come era invece previsto.

Inoltre abbiamo appreso che il Comune di San Giovanni in Marignano non ha inviato all’autorità competente – la provincia - la documentazione per la verifica di assoggetabilità alla valutazione ambientale (VAS) né per la variante né per il PUC.

Partecipiamo numerosi!
La crescita sana e responsabile di San Giovanni dipende anche da noi!

sabato 17 luglio 2010

COMPARTONE SENZA VAS?


Nel corso della riunione della Commissione sul compartone, svoltasi ieri pomeriggio, è stata votata la relazione del presidente Morelli. Ogni membro della commissione aveva a disposizione tanti voti quanti quelli del gruppo di appartenenza. Il PD ha votato a favore, mentre MENTELOCALE ed il gruppo PDL – Lega hanno votato contro.

MENTELOCALE ha poi presentato delle considerazioni finali sul lavoro della Commissione, chiedendo che fossero messe al voto. Ma il presidente Morelli non ha concesso tale facoltà, assicurando che andranno allegate al verbale della seduta. Il PDL – Lega non ha presentato alcun documento, riservandosi le proprie considerazioni per il Consiglio.

Per quanto riguarda la questione delle medio - piccole strutture di vendita, fino a 800 mq, il presidente Morelli ha riconosciuto che l’osservazione di MENTELOCALE, fatta nella precedente seduta della Commissione, era giusta in quanto questo uso risulta in effetti ammesso nelle attuali Norme Tecniche di Attuazione, ma nessuno se n’era accorto. Dato che la volontà dell’amministrazione è di far fare il centro commerciale solo nel secondo stralcio, in sede di approvazione del compartone (con un’altra variante?) si andrà a togliere dalle NTA del compartone l’uso ammesso b2.2. Ci limitiamo però ad osservare che di questo nuovo orientamento non c’è traccia nella relazione conclusiva di maggioranza.

Abbiamo poi chiesto di potere esaminare come Commissione la documentazione relativa alla eventuale delibera di approvazione con il dovuto anticipo. Ma su questo punto non c’è stata una risposta precisa, a parte una promessa generica di diffondere il CD con la documentazione.

Abbiamo poi chiesto di svolgere, prima dell’approvazione del compartone, un incontro pubblico con i cittadini per informare degli esiti dei lavori della Commissione e delle posizioni emerse delle varie forze politiche. La risposta della maggioranza è stata negativa, si preferisce non fare tanta pubblicità alla questione in questa fase, in quanto del compartone se ne sarebbe parlato già da lungo tempo. Un eventuale incontro pubblico forse si farà quando verrà presentato il piano particolareggiato del primo stralcio. Il PDL-Lega su questo punto ha concordato con la maggioranza.

Infine, abbiamo chiesto delle informazioni sulla Valutazione ambientale strategica del compartone. Ai sensi dell’art.6 del D.Lgs. 16 gennaio 2008 n.4, che modifica il D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152, “La valutazione ambientale strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale”.

Con sconcerto, abbiamo appreso che il Comune di San Giovanni in Marignano non ha inviato all’autorità competente – che in questo caso è la provincia - la documentazione per la valutazione ambientale. In base ad una valutazione interna è stato escluso che la variante del compartone debba essere sottoposta a questa procedura, in quanto rientrerebbe tra i casi di esclusione previsti dal punto 3.6 della circolare interpretativa della Regione del 12 novembre 2008. E se invece non rientrasse? Anche per un principio di trasparenza, sarebbe opportuno che tale valutazione fosse fatta dall’autorità competente in materia di VAS.

Secondo la circolare sono escluse dalla valutazione ambientale “le varianti minori ai piani che non modifichino le previsioni progettuali del piano, cioè le varianti che non incidano sulle previsioni vigenti relative agli usi e alle trasformazioni dei suoli o del patrimonio edilizio esistente”. È dunque davvero opinabile che la variante specifica ed il P.U.C. del compartone possano rientrare in questa casistica!

Ufficialmente non è stato richiesto alcun parere all’autorità competente che deve valutare se la variante ed il P.U.C. del compartone possano avere impatti significativi sull’ambiente. Ma questo comportamento, che semplifica enormemente la vita al Comune ed al privato, è legittimo?

Si è del resto riconosciuto che i piani particolareggiati del compartone andranno sottoposti a verifica di assoggettabilità a VAS. Perché non dunque anche il P.U.C. del compartone? Nella sua relazione conclusiva lo stesso presidente Morelli ha riconosciuto che il P.U.C. del compartone è uno strumento urbanistico che si avvicina di più al piano particolareggiato che al piano regolatore generale (pag. 3). Il P.U.C. è infatti quello strumento sulla base del quale verranno realizzati i vari stralci del compartone.

Sarebbe dunque davvero sorprendente che per lo strumento che disciplina un intervento di così rilevante impatto ambientale come il compartone non si attuino tutte le procedure previste dalla normativa vigente in materia di valutazione ambientale. Da tempo abbiamo denunciato che non esiste uno studio di impatto ambientale del compartone. Chiediamo dunque che tutta la documentazione del compartone venga inviata all’autorità competente per la valutazione ambientale del caso.

Se la variante e il P.U.C. del compartone non sono soggetti a procedure di valutazione ambientale, sarà l’autorità competente a dirlo, ed il Comune avrà al massimo speso i soldi di una raccomandata. Vista l’importanza della posta in gioco, naturalmente, siamo certi che non saranno soldi sprecati.

sabato 10 luglio 2010

COMPARTONE A LUGLIO

La storia del compartone è anche una storia di lunghe stasi ed improvvise accelerazioni che spesso si sono trasformate per l’amministrazione comunale di San Giovanni in altrettanto repentine ritirate (vedi la deliberazione C.C. n.16 del 9 febbraio 2009 con la quale si era inizialmente adottato il compartone, nell’intento di arrivare alla sua immediata approvazione, e che poi è stata invece revocata).

Ora sembra che ci troviamo in una fase di accelerazione. Nella riunione della Commissione di ieri è infatti stato detto chiaramente dal presidente Morelli che si vuole approvare entro luglio il compartone.

Che tutto poi fili liscio è un altro paio di maniche. L’intenzione che emerge dalla relazione conclusiva del presidente Morelli di accogliere varie ulteriori richieste del privato, infatti, andrà a demolire dalle fondamenta l’emendamento del PD a suo tempo presentato per fare votare nel consiglio del 7 aprile 2009 la deliberazione di adozione del compartone anche dai 'dissidenti' Bucci, Clementi e Petrucci che nel consiglio del 9 febbraio 2009 avevano votato contro.

Innanzitutto, si intende modificare l’ordine degli stralci per cui nel primo stralcio il privato potrà costruire almeno il 48% di edifici previsti (nella delibera 36/2009 nel primo stralcio la previsione era del 38%). Viene anche aumentata la previsione di edifici pubblici, la cui realizzazione però, come è noto, non è mai scontata. Inoltre, il parco pubblico attrezzato e fruibile non verrà più realizzato per intero nel primo stralcio. Insomma, il primo stralcio, che dovrebbe realizzarsi durante questa legislatura, è quello più pesante in termini di carico urbanistico dell’intero intervento.

Tra l’altro, pur respingendo la richiesta del privato di costruire sempre nel primo stralcio la media grande struttura di vendita alimentare di 1500 mq, non gli si inibisce di costruire già nel primo stralcio medio piccole strutture di vendite, alimentari e non alimentari, comprese tra 150 e 800 mq, previste nelle NTA. Dunque, l’asserita volontà di tutela del piccolo commercio del paese potrebbe non trovare attuazione.

La dimensione minima degli alloggi non sarà più di 65 mq, ma verrà ridotta a 50 mq. Gli alloggi tra 50 mq e 65 mq non potranno essere più del 15% del totale. Viene previsto anche un quantitativo di alloggi di dimensione superiore agli 80 mq, non inferiore al 15% del totale. Il compartone così si configura sempre più come un quartiere dormitorio.

Sono poi previste ulteriori concessioni per quanto riguarda i materiali costruttivi da utilizzare.

Sembra che ci sia una qualche forma di disponibilità anche ad accogliere la richiesta del privato di realizzare la strada di gronda, parallela a Via Spesso, entro 20 mesi dalla data di inizio lavori del primo stralcio e non più entro 8 mesi dalla sottoscrizione della convenzione del primo stralcio, come attualmente previsto.

Dulcis in fundo, per evitare il rischio – segnalato nell’osservazione della Provincia - che i piani attuativi del compartone, ora previsti d’iniziativa pubblica, possano essere soggetti ad un vincolo strumentale, in base al quale dovrebbero essere adottati tutti entro il termine di cinque anni, si pensa di inserire nel P.U.C. la possibilità che i piani attuativi siano d’iniziativa privata. E così un altro pezzo dello sbandierato controllo pubblico sull’operazione viene perso per strada!

Insomma, si prospetta una vittoria su tutta la linea del privato che incasserebbe ulteriori sostanziose concessioni rispetto a quelle già acquisite con la deliberazione 36/2009.

A nostro avviso, però, non sono ancora state date delle convincenti risposte alle osservazioni fatte dalla Provincia. Anche l’avvocato incaricato dal Comune, infatti, ha ribadito nel suo parere che il P.U.C. del compartone non ha efficacia normativa e che dunque affinché abbia valore normativo la riduzione della capacità insediativa del compartone con il trasferimento di 4900 mq di edilizia pubblica occorre attendere la sottoscrizione della convenzione con il privato. Dunque, l’osservazione della Provincia, che sostiene che la variante adottata con la deliberazione 36/2009 è in contraddizione con l’Accordo di pianificazione, viene pienamente confermata nella sostanza.

Inoltre, con l’Accordo di pianificazione sottoscritto il 14 aprile 2009 con la Provincia, il Comune di San Giovanni si è impegnato nella predisposizione del P.S.C. a diminuire il carico urbanistico del compartone attraverso particolari azioni tra le quali la previsione dell’attuazione graduale del compartone tramite Piani Operativi Comunali. È evidente che tale impegno non potrà essere rispettato se il primo e più importante stralcio del compartone verrà realizzato attraverso un piano particolareggiato d’iniziativa privata ex L.R. 47/1978. Non è forse un caso che non sia mai stato possibile, durante le sette sedute della Commissione sino ad ora svolte, esaminare nel dettaglio tale Accordo di pianificazione. Che fare ora? Sbianchettiamo l’Accordo?

A luglio, dunque, quando tutti i sangiovannesi sono al mare, l’amministrazione intende far passare in Consiglio l’intervento urbanistico più importante degli ultimi venti anni, senza prevedere neppure un momento di presentazione pubblica. Ancora una volta la trasparenza e la partecipazione vengono bistrattate nell’affaire compartone. Chissà cosa dirà la Federazione della Sinistra, ora in Giunta, chissà cosa dirà elabora, forze che in un recente passato erano state piuttosto critiche nei riguardi del compartone e che ora, da un po’ di tempo, tacciono sulla vicenda.

mercoledì 7 luglio 2010

RIUNIONE COMMISSIONE COMPARTONE

MENTELOCALE
vi informa che

venerdì 9 luglio, alle ore 18
si riunisce presso la sede municipale
la Commissione sul compartone

per discutere sulla bozza di relazione conclusiva del presidente.

Le sedute della commissione sono pubbliche
.

domenica 4 luglio 2010

QUATTORDICESIMO CONSIGLIO

Nel corso del consiglio comunale di mercoledì 30 giugno, MENTELOCALE ha presentato una mozione per ridurre i costi della politica e per reperire ulteriori risorse per gli interventi sociali. Si è proposto ai consiglieri di rinunciare al loro compenso di euro 17,00 a seduta ed ai membri della Giunta di autoridursi le indennità di funzione di almeno il 10%. In questo modo, sarebbe possibile risparmiare euro 18.500,00 per potenziare i capitoli dedicati alla spesa sociale. Il Consiglio, però, ha respinto la mozione. Gli intervenuti nella discussione hanno sottolineato come i compensi a loro parere siano funzionali a compensare in parte le spese sostenute in campagna elettorale e siano un giusto riconoscimento dell’attività svolta. La considerazione che la politica sia anche servizio gratuito alla città non ha suscitato particolare interesse.

È stata invece approvata a maggioranza la mozione di MENTELOCALE con la quale si propone di esprimere una ferma critica al decreto legge 78/2010 che prevede pesanti tagli ai trasferimenti correnti da parte dello Stato ai Comuni e di attivare entro l’estate un percorso di bilancio partecipato per individuare con il coinvolgimento dei cittadini le spese da tagliare e gli interventi ritenuti prioritari da mantenere e/o da potenziare.

MENTELOCALE ha poi fatto un’interrogazione sulla sezione mancante della scuola dell’infanzia per i nati dell’anno 2007. Lo Stato non concede i fondi per pagare il personale insegnante e così almeno 21 bambini residenti rischiano di non potere frequentare a settembre la scuola. Vi sono poi anche altri bambini non residenti, ma i cui genitori lavorano a San Giovanni. I dati sui bambini residenti sono stati contestati dall’Assessore che ha parlato di soli 13 bambini residenti del 2007 (mentre gli altri sarebbero bambini “anticipatari”, cioè più piccoli). Sul Corriere di Rimini del 3 luglio, però, l’Assessore dichiara che i bambini interessati sono 19.
Numeri a parte, oltre al problema dell’insegnante, vi è anche un problema di spazio. In una prima fase, si intendeva utilizzare un’aula dell’Istituto Comprensivo facendo gli opportuni lavori di adeguamento. L’amministrazione ora invece intende realizzare un prefabbricato presso la scuola dell’infanzia di Montalbano con una spesa di euro 306.000,00. Per risolvere la questione dell’insegnante, l’amministrazione chiederà all’Ufficio Scolastico Regionale di attivare comunque una nuova sezione di scuola dell’infanzia (che a San Giovanni è statale). Se la richiesta venisse accettata (ma un’analoga richiesta dell’Istituto Comprensivo è già stata respinta poco più di un mese fa), la sezione esistente della scuola dell’infanzia a tempo pieno di Montalbano verrebbe “sdoppiata”, cioè una delle due insegnanti verrebbe impiegata per la nuova sezione (attiva solo fino alle 14), mentre il Comune pagherebbe comunque un educatore per le attività del pomeriggio della sezione a tempo pieno. Abbiamo fatto presente che probabilmente non ci sono i tempi per realizzare il prefabbricato entro il 14 settembre, data di inizio del nuovo anno scolastico, e che è piuttosto improbabile che lo Stato, a questo punto, conceda un nuovo insegnante. La soluzione dello “sdoppiamento”, tra l’altro, è stata concordata con i genitori di Montalbano? Tenuto conto che il 60% dei bambini interessati non risiede a Montalbano, non sembra poi il massimo della funzionalità ‘costringerli’ a recarsi in questa sede decentrata. Inoltre, il progetto sembra in contraddizione con l’ipotesi di realizzare presso l’Istituto Comprensivo un nuovo edificio per la scuola materna dal costo superiore ai due milioni di euro. Forse, in questa fase, è più ragionevole concentrare le risorse che disperderle. Per dare una risposta concreta ai genitori, che a luglio ancora non sanno dove andranno a scuola i loro figli, abbiamo proposto di tenere comunque presente l’ipotesi alternativa di pagare direttamente un insegnante con risorse comunali, individuando uno spazio negli edifici scolastici già esistenti. Per queste ragioni, ci siamo astenuti sulla proposta di richiedere una nuova sezione all’USR ed abbiamo votato contro la realizzazione del prefabbricato a Montalbano.

È stato approvato a maggioranza un ordine del giorno contro la privatizzazione dell’acqua, presentato dalla capogruppo del PD, che impegna l’amministrazione ad inserire nello statuto la definizione dell’acqua come bene pubblico patrimonio dell’umanità e del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica.

È stato infine approvato un bando per il sostegno alle famiglie in affitto (le risorse previste ammontano ad euro 12.000,00) ed è stata approvata la modifica del Regolamento sul procedimento amministrativo aggiornato alla Legge 69/2009.