giovedì 16 aprile 2009

QUARTIERE MODELLO A CHI?

Quartiere modello
Almeno il consiglio comunale di approvazione del Puc sul compartone è stato utile per uscire da quella grave ambiguità che aveva contraddistinto l’amministrazione fino ad ora; a detta degli assessori sarà un quartiere modello, fino a quel momento era qualcosa che si doveva purtroppo fare.
Sentendo i commenti dei consiglieri di maggioranza non è poi così vero che venga considerato un quartiere modello, eventualmente la sua approvazione è stata considerata il male minore considerato anche lo stato nel quale versava la maggioranza dopo l’approvazione a fatica della precedente variante.
Di quartiere modello non mi pare ve ne sia traccia dalle informazioni trapelate.
Fabbricati perfettamente allineati alle strade al fine di ottimizzare lo sfruttamento dei lotti, senza uno straccio di riferimento all’asse eliotermico che contraddistingue progetti di un certo tipo. Si legge inoltre nel Puc che solo il tre cento dovranno essere in classe A e il 97% in classe B.
Proviamo ad invertire i rapporti se vogliamo davvero creare un quartiere modello e facciamo riferimento ad una classificazione di qualità (es. Casaclima) e non a quanto stabilito dalla legge con il 192. Di illuminazione pubblica a led neanche l’ombra. E si potrebbe proseguire di questo passo se si conoscessero bene i particolari del progetto. Si potrebbe dire, visto che in questo blog il dialetto va abbastanza di moda, che “da un per un po nas un fig” ossia da amministratori mediocri non può nascere un quartiere modello.

Opzione zero
Altro punto sul quale volevo soffermarmi riguarda la stima fatta da un assessore circa i danni che avrebbe dovuto pagare il comune nel caso dell’opzione zero. Io non saprei quantificarla ma avventurarsi durante un consiglio comunale in una stima del genere, che necessita di uno studio approfondito delle carte, di eventuali precedenti, delle eventuali giustificazioni che potrebbe portare il comune per motivare un’operazione del genere è, a dir poco, superficiale.

Compartone e PSC
Per quale motivo non sono stati accorparti ai numeri del compartone, snocciolati durante il consiglio dall’assessore, anche quelli relativi al PSC che si dovrebbe adottare fra qualche giorno? Era una richiesta più che congrua quella di innestare il compartone nel nuovo PSC (che prevede numeri comunque importanti) per cercare di armonizzarlo con lo sviluppo del territorio marignanese per i prossimi 15 anni. Forse i numeri diventavano meno accettabili e il discorso sarebbe stato meno efficace ma sicuramente più aderente a quello che si verificherà. Ma l’obbiettivo è l’obbiettivo e anche con mezze verità (o forse le mezze bugie) occorre puntare a quello. L’accorpamento delle previsioni del compartone a quelle del PSC era una richiesta che era stata avanzata da molti, anche da alcuni consiglieri di maggioranza ma è, purtroppo per San Giovanni, caduta nel vuoto.

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