venerdì 29 maggio 2009

DODICI QUESITI PER I CANDIDATI SINDACI

DOMANDE VIRTUALI SUI PROBLEMI CONCRETI DI SAN GIOVANNI
MENTE
LOCALE rilancia il confronto: dodici domande inviate per mail ai candidati sindaci

MENTELOCALE non si scoraggia dopo il rifiuto congiunto di Bianchi e Bordoni al confronto e rilancia la discussione pubblica in modo virtuale facendo pervenire ai candidati sindaci alle elezioni comunali 2009 dodici quesiti che ritiene fondamentali per lo sviluppo futuro di San Giovanni con l’invito di rendere pubbliche le risposte.

I cittadini di San Giovanni, al di là delle promesse elettorali, hanno bisogno di conoscere le reali intenzioni dei candidati sindaci nei confronti dello sviluppo del territorio, della trasparenza e della partecipazione, della riduzione delle spese della politica, del rilancio della cultura, della salvaguardia dell’ambiente e della questione della mobilità.

Ecco le domande che sono state inviate oggi per mail ai candidati sindaci da MENTELOCALE:

1) È disponibile a pubblicare in internet le sedute del consiglio comunale e le delibere della giunta e del consiglio?
2) È disponibile a ridurre del 50% le indennità di funzione per il sindaco, gli assessori e l’entità dei gettoni per i consiglieri comunali?
3) È disponibile a fare un censimento accurato degli edifici privati e dei capannoni sfitti prima di prevedere ulteriori espansioni edilizie nel nuovo piano strutturale comunale?
4) È disponibile a ripensare la questione del compartone attraverso un percorso partecipato che coinvolga la popolazione?
5) È disponibile a ridiscutere la questione della piattaforma logistica per non impedire lo sviluppo turistico del paese che è partito in questi ultimi anni?
6) È disponibile a bloccare lo sviluppo monofunzionale di via Al Mare in senso commerciale?
7) È disponibile ad impegnarsi affinché le lottizzazioni abusive disseminate per il paese (come quella di via Santa Lucia a Pianventena) non vengano condonate con il nuovo PSC?
8) È disponibile a fare partire un progetto promosso dal Comune per installare pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici e privati?
9) È disponibile a realizzare un servizio di raccolta differenziata porta a porta?
10) È disponibile a promuovere un progetto di riduzione dei rifiuti attraverso la promozione dell’installazione di dispenser per prodotti alimentari e non alimentari?
11) È disponibile a farsi parte attiva per fare smantellare all’Enel i tralicci dell’elettrodotto Forlì – Fano che attraversano il territorio comunale?
12) È disponibile a realizzare una ludoteca per i cittadini più piccoli?

MENTELOCALE, in coerenza con i principi espressi nel proprio programma, è naturalmente disponibile a realizzare tutte questi azioni stimolando la costante partecipazione della popolazione ai processi decisionali più importanti per lo sviluppo futuro del paese.

MENTELOCALE auspica che almeno in questo modo virtuale anche i candidati sindaci che hanno rifiutato il confronto pubblico trovino il coraggio di alimentare la discussione pubblica del paese elevandone il livello e fornendo un serio servizio informativo ai cittadini.

MENTELOCALE, naturalmente, è disponibile a fornire risposte pubbliche a tutte le ulteriori ‘domande virtuali’ che verranno poste dagli altri candidati sindaci e dai cittadini marignanesi!

giovedì 28 maggio 2009

PD: DALL'INCIUCIO ALL'INSULTO

IL PD MARIGNANESE ANNASPA E PASSA AGLI INSULTI PERSONALI
MenteLocale ha scoperchiato gli altarini della ditta Bianchi & Bordoni


La lingua batte dove il dente del centrosinistra marignanese duole, cioè l’inciucio politico con la destra di Bordoni. La scomposta reazione sulla stampa locale di Bianchi alla denuncia di MenteLocale della contiguità ideale e programmatica del PD marignanese con la destra di Bordoni, addirittura attraverso il ricorso agli insulti personali, è emblematica. Anche questa volta MenteLocale ha messo a fuoco il vero nodo politico della campagna elettorale.

A San Giovanni in questo momento sembra che non ci sia spazio per una forza politica davvero alternativa al vecchio modo di fare di Bianchi. Chiunque si permette, con dati e numeri alla mano, di contestare questo sistema di potere viene ricoperto di insulti.

Sullo sviluppo del territorio, a leggere i programmi, anzi c’è piena consonanza tra Bianchi e Bordoni per quanto riguarda la futura cementificazione del paese. Del resto, non si capirebbe perché la destra stia facendo una campagna elettorale così fiacca e senza una critica che sia una al modo di amministrare di Bianchi nei cinque anni passati. Del resto, in cinque anni, Bordoni non si è permesso di presentare una mozione scritta né fare un manifesto di critica all’operato di Bianchi. Oltre che al PD, anche a questa destra conviene che a San Giovanni non cambi niente!

MenteLocale aveva proposto già da diverse settimane un confronto pubblico al quale tutti i candidati sindaci di San Giovanni e anche il PD marignanese, attraverso il suo segretario, avevano aderito. Poi lo scorso venerdì mattina, Bianchi ha comunicato di rinunciare all’incontro pubblico per impegni elettorali (compresa la presenza alla finale di Champions League), facendosi sfuggire che probabilmente anche Bordoni avrebbe rifiutato.

Come da programma, nell’incontro pomeridiano con tutte le liste per decidere le modalità del confronto, Bordoni si è presentato con grande ritardo solo per dire che non sapeva più bene cosa fare e che probabilmente se il PD rifiutava era meglio non fare niente… Questa sconcertante posizione è stata poi confermata più tardi dopo altri consulti di Bordoni con i “suoi”.

Anche nell’incontro tenutosi in Comune sabato 23 maggio, presenti Bianchi e Bordoni, per decidere le modalità della serata finale del 5 giugno, all’ennesimo invito diretto del candidato sindaco di MenteLocale Luca Vannoni a svolgere il confronto pubblico è seguito un imbarazzato silenzio.

La gente di San Giovanni deve allora sapere che Bianchi e Bordoni stanno facendo una campagna elettorale parallela, sottraendosi entrambi ai confronti pubblici (come l’intervista a Radio Icaro ed Icaro TV del 15 maggio) per non rispondere alle troppe domande scomode che verrebbero rivolte loro dalla gente. “Governeranno insieme” anche dopo le elezioni? Bordoni continuerà a tirare la volata a Bianchi attraverso un’opposizione all’acqua di rose? E cosa darà Bianchi in cambio a Bordoni per un’opposizione così benevola? Siamo sicuri che le future previsioni urbanistiche del nuovo Piano Strutturale Comunale e i conseguenti interessi privati in ballo non stiano condizionando il comportamento e la serenità dei giocatori in campo?

In ogni modo, la sudditanza psicologica e politica della lista Bordoni nei confronti di Bianchi è sotto gli occhi di tutti i marignanesi e non è uno spettacolo edificante. San Giovanni ha bisogno di un altro modo di fare politica con meno clientelismo e paternalismo (e più fair play). Se poi chi critica questo sistema è qualificato come un “tronista”, c’è da chiedersi – visto l’alto livello delle icone culturali a cui si è ridotto a fare riferimento il PD - se Bianchi non sia allora una specie di Maria De Filippi che non sopporta le critiche degli avversari politici ma pretende di avere intorno solo “Amici” da compiacere e manipolare.

MenteLocale non ha paura di sottoporsi per la prima volta al voto degli elettori marignanesi. Gli incontri nelle varie zone del paese stanno andando bene e registrano dei consensi in crescita per la nuova lista civica. A differenza del PD, però, negli incontri con le persone e nel porta a porta, non vengono fatte “promesse” di favori e di lotti (come ci è stato riferito) perché il voto deve essere dato dai cittadini in piena consapevolezza e libertà, senza paura di subire ritorsioni e di vedere compromessi i propri legittimi interessi solo perché la si pensa diversamente.

Resta valido il detto di Don Abbondio: "Chi il coraggio non ce l'ha non se lo può dare!" e infatti la risposta di Bianchi alla nostra richiesta di un confronto pubblico è stata: "Ho tutte le sere occupate e l'unica libera vado a vedere la partita a Roma!" Morale: ognuno ha le sue priorità! Anche la consapevolezza di questo contribuirà a dare ai cittadini di San Giovanni la possibilità di scegliere chi votare...!!

mercoledì 27 maggio 2009

VEGGIA IN VIA METAURO

Ieri sera in via Metauro, nel campetto da tennis, si è svolto uno degli incontri più intensi e belli di MenteLocale in questa campagna elettorale.
Una grande voglia di partecipare del pubblico presente si è tradotta in osservazioni sui tanti problemi della zona di via Al Mare e sull'incapacità dell'amministrazione Bianchi, troppo indaffarata a favorire i grossi interessi privati, di porvi un qualche concreto rimedio in cinque anni.
La visione di MenteLocale di un nuovo sviluppo per San Giovanni, non più basato sul mattone, è stata apprezzata dal pubblico presente che, giustamente stanco di cambiali in bianco, ha chiesto precise assicurazioni al candidato sindaco Luca Vannoni sui futuri comportamenti amministrativi che terrà se dovesse entrare in Comune.
Taglio degli sprechi, trasparenza della vita amministrativa e coinvolgimento della popolazione nelle questioni importanti della vita di San Giovanni come il compartone, la piattaforma logistica e la prevista trasformazione di via Al Mare in nuova arteria commerciale sono state le proposte concrete con le quali MenteLocale ha cercato di comunicare ai cittadini di via Metauro la propria voglia di portare aria nuova in Comune e di elevare il livello del consiglio comunale, degradato a semplice "votificio" di decisioni prese altrove.
Tutti i presenti concordano che non sarà facile né semplice cambiare un modo di amministrare basato su accordi sistematici stipulati con i poteri forti alle spalle dei cittadini: intanto però la voglia di cambiare ha trovato in MenteLocale un'alternativa davvero nuova, senza padrini né padroni, portatrice di un desiderio disinteressato di rigenerazione della politica partendo dal basso.
Non è vero che la gente è solo stanca della politica e più che tentata dall'astensionismo di massa: quando c'è una proposta ideale e di programma che porta soluzioni concrete ai problemi delle persone e con una prospettiva di lungo termine la voglia di partecipare si riaccende e sa ritrovare le sue motivazioni di fondo.
Il "mandato" che le persone di via Metauro ci hanno dato ieri sera, cioè di entrare in Comune "senza diventare come gli altri" e continuando a stimolare la partecipazione è molto preciso e definito. Cercheremo di onorarlo nel miglior modo possibile anche perché siamo davvero convinti, come è scritto nel nostro programma, che il potere è un mezzo, non il fine della politica.

sabato 23 maggio 2009

PD, DESTRA: FUGA DAL CONFRONTO

UNA CAMPAGNA ELETTORALE SENZA LA MAGGIORANZA
Il sindaco uscente Bianchi (PD) rinuncia al confronto pubblico e la Destra gli fa compagnia.

Sono finalmente usciti allo scoperto, o meglio, si sono definitivamente trincerati dietro i “troppi impegni di campagna elettorale”: dopo settimane di richieste e sollecitazioni da parte della neonata lista civica MENTELOCALE, il PD di San Giovanni in Marignano e il suo sindaco uscente Bianchi hanno definitivamente deciso che non parteciperanno al confronto pubblico con gli elettori programmato per domenica 24 maggio.

Troppi impegni, dicono, anche se sembra invece che i motivi siano altri: pochezza di programma, incapacità di affrontare critiche per il loro (non) operato, disinteresse per un politica partecipata. E ancora, troppa paura di sostenere un confronto con chi, invece, di idee ne ha e tante, con chi vuole partecipare veramente!!!

Lo stesso dicasi del candidato Bordoni della Destra che, appreso il rifiuto di Bianchi, ha deciso anche lui di “buttare tutto a mucchio” consapevole del fatto che un dibattito a tre (MENTELOCALE, Sinistra Critica e Rifondazione Comunista) non avrebbe molto senso. L’ennesimo colossale favore che Bordoni fa all’amico Bianchi, l’ennesima occasione persa di fare veramente opposizione.

I marignanesi dicono che la Destra ha paura di vincere e che forse non gli interessa veramente l’amministrazione del paese, meglio una finta opposizione finalizzata al mantenimento delle status quo e dei propri interesse personali.

E’ già la seconda volta il sindaco uscente Bianchi e Bordoni si tirano indietro: anche all’intervista programmata a radio icaro e icaro TV lo scorso 15 maggio hanno dato forfait, imbottigliati nel traffico, dicono …

Il dibattito pubblico poteva essere un modo diverso di fare politica vicino alla gente e di mettere in luce – per Bordoni - le contraddizioni di un’amministrazione che mira solo a tenersi stretta il potere. Sembra invece che facciano campagna elettorale insieme.

Peccato, un’occasione persa per tutti, soprattutto per chi – i marignanesi – vuole informarsi e fare una scelta elettorale consapevole e partecipata.

L’interesse dei marignanesi a capire come potrà essere il loro futuro non importa. Lo slogan del PD “A San Giovanni si sta bene, cambiare non conviene” sembra più una minaccia che una promessa. Del resto, poi, le promesse – che verranno puntualmente disattese - le faranno porta a porta, promettendo lotti, favori, agevolazioni personalizzate.

Ma che politica è questa?! Una politica di altri tempi, da padroni-padrini. La politica del business, dei sotterfugi, degli inciuci!!! Il blocco di potere del PD che sostiene l’amministrazione di San Giovanni in Marignano e i loro amici della Destra non vogliono, non possono confrontarsi perché il confronto è democratico, stimolante, pluralista. Un’altra politica è possibile. Davvero. Svegliati San Giovanni!!!

venerdì 22 maggio 2009

VEGGIA A PIANVENTENA


Continua l'incontro di MenteLocale con i marignanesi: scopriamo ogni sera tanta curiosità, attenzione e voglia di cambiare. Così è stato anche martedì sera a Pianventena.


Le persone che incontriamo non sanno che farsene dello slogan coniato dal pidì marignanese per questa campagna elettorale: "A San Giovanni si sta bene, cambiare non conviene". Già, a chi però non conviene e soprattutto perché?


L'invito di MenteLocale a cambiare davvero partendo dagli stili di vita e da azioni concrete, come la proposta di attivare un piano comunale per l'installazione di impianti fotovoltaici presso edifici pubblici e privati, sta raccogliendo consenso. Le persone sono stufe di programmi generici che i partiti ripresentano puntualmente ad ogni elezione senza preoccuparsi, una volta preso il potere, di dovere onorare le promesse fatte.


La politica non è però solo clientelismo, creazione del consenso attraverso favoritismi personalizzati. MenteLocale infatti nel proprio programma propone una nuova idea globale di paese basata su un nuovo modo di amministrare il Comune risparmiando risorse e ridestinandole su progetti prioritari come la ludoteca per creare coesione sociale e valorizzare le fasce più giovani della popolazione.


La salvaguardia del territorio attraverso l'incentivazione del riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e della riqualificazione energetica è per MenteLocale non uno slogan ideologico ma una visione alternativa di governo che si basa sulla consapevolezza che in questi anni si è costruito troppo e spesso anche male.


Idem per la raccolta differenziata porta a porta: non una vuota parola ma una concreta strategia di gestione dei rifiuti per aumentare la raccolta differenziata, diminuire le tasse e creare anche nuove occasioni di lavoro. Esperienze concrete di comuni dell'Emilia-Romagna di pari dimensione demografica ci dimostrano che è possibile fare un'efficace raccolta differenziata porta a porta anche con un gestore come Hera. Basta che ci sia innanzitutto la volontà politica di migliorare lo stato delle cose e di modificare le decisioni prese (come il compartone) che in politica devono essere sempre passibili di essere verificate e ripensate.


Se si vuole davvero combattere la sfiducia generalizzata (e giustificata) contro le angherie della casta, la politica deve scendere dal trono e confrontarsi con le domande della gente.


A questo proposito MenteLocale, per arricchire il livello politico del paese, ha proposto a tutti i candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative di San Giovanni di svolgere un incontro pubblico per illustrare i rispettivi programmi e rispondere alle eventuali domande che le persone presenti vorranno porre. Tutti i candidati sindaci hanno accettato. Tutti, meno uno. Provate ad immaginare di chi stiamo parlando...


domenica 17 maggio 2009

VEGGIA A SANTA MARIA


Venerdì 15 maggio si è svolto il secondo incontro pubblico di MenteLocale a Santa Maria in Pietrafitta nella piazzetta di via Andruccioli.

Le promesse fatte a Santa Maria e non mantenute dall'amministrazione Bianchi sono state il punto di partenza del discorso del candidato sindaco Luca Vannoni.

La variante alla SP 58 ed il lascito Bacchini sono solo due esempi di un modo inconcludente di amministrare, di una mancanza di cultura di governo che ha danneggiato anche lo sviluppo della frazione concentrandosi solo nel favorire i grossi interessi che fanno capo al compartone.

Le proposte di MenteLocale come la riqualificazione energetica degli edifici (sulla quale è intervenuto il candidato consigliere Enrico Perazzini) e la riduzione della spesa corrente hanno interessato i cittadini presenti che sono intervenuti con domande ed osservazioni critiche.

Si è evidenziato uno scontento generalizzato verso questa amministrazione - definita da uno dei presenti "la peggiore dal dopoguerra" - oltre a timori nei confronti di una destra impreparata al governo del paese.

Camminando insieme alle persone si riscopre il vero senso della politica che è ascolto delle esigenze reali della comunità e tentativo di trovare insieme delle soluzioni concrete.

sabato 16 maggio 2009

LA PRIMA “VEGGIA” DI MENTELOCALE

TANTE PERSONE E ATTENZIONE PER IL PRIMO APPUNTAMENTO
DELLA LISTA CIVICA MENTELOCALE
Giovedì sera 14 maggio MENTELOCALE ha iniziato la sua campagna elettorale: il Parco dei Tigli è stato la sede del primo incontro, semplice, spontaneo, partecipato. Come le “veggie” di una volta, quando le persone si ritrovano per strada, nelle piazze a parlare delle cose del paese, delle cose che interessano a chi vuole vivere la comunità veramente, pienamente, con passione.

Luca Vannoni, il candidato sindaco della lista, ha presentato il gruppo e ha parlato a braccio per oltre un’ora, catturando l’attenzione dei presenti: fatte e malefatte di un’amministrazione che pensa di più agli oneri di urbanizzazione che al bene del paese e dei suoi cittadini.

Nomi, dati, numeri, conti che non tornano. Cose che i Marignanesi non conoscono perché a San Giovanni non esiste una vera e propria informazione, né istituzionale né d’opposizione … “Da tanti, troppi anni!”

E poi con passione e coinvolgimento si è passati ad illustrare il programma, fatto di proposte semplici, concrete, a costo zero, di buon senso. “E’ possibile, oggi – incalza Vannoni – gestire la cosa pubblica in maniera trasparente, partecipata, condivisa: internet è la nostra grande risorsa, la nostra memoria!”

E poi, ridurre gli sprechi, razionalizzare gli acquisti pubblici con un’attenzione particolare agli acquisti verdi, spazio alla cultura e alla creatività, utilizzando spazi che il comune ha, ma che non vengono utilizzati, o per lo meno, non da tutti. E poi ancora mobilità lenta, incentivando l’uso delle biciclette, istituendo i piedibus per i bambini delle scuole e il bus a chiamata, sviluppare le opportunità turistiche del Granaio dei Malatesta, non solo grazie al centro ippico e al golf, ma anche valorizzandone la storia, le tradizioni, i paesaggi.

No secco al compartone, cavallo di battaglia di MENTELOCALE che, all’inizio dell’anno, ha fatto balzare all’attenzione pubblica questo gruppo di giovani marignanesi che amano il proprio paese e che ne vanno orgogliosi.

“Basta fare mente locale, dice Vannoni, per capire che San Giovanni sta svendendo il suo territorio, le sue tradizioni, la sua unicità. E questo non va bene, perché ci sono strumenti, legislativi e tecnologici, che permetto oggi di non ripetere errori vecchi e di commetterne dei nuovi. Non vogliamo che San Giovanni diventi in un “casello dell’autostrada” dove la gente passa, ma non si ferma, non vive, non sta insieme. Vogliamo un paese vivo, partecipato, solidale, invidiabile!”
Un’altra politica è possibile, cambiare mentalità: è questo il messaggio e, probabilmente, la sfida più impegnativa per MENTELOCALE.

lunedì 11 maggio 2009

VEGGE/INCONTRI PUBBLICI PER IL PAESE CON MENTELOCALE

Capoluogo Parco dei Tigli
giovedì 14 maggio 2009 ore 21
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Santa Maria via Andruccioli
venerdì 15 maggio 2009 ore 21
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Pianventena piazza della chiesa
martedì 19 maggio 2009 ore 21
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Montalbano paese
venerdì 22 maggio 2009 ore 21
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via Al Mare
martedì 26 maggio 2009 ore 21
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via Milano
venerdì 29 maggio ore 21
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Torconca piazza dei navigatori
mercoledì 3 giugno ore 21
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incontro finale Piazza Silvagni
venerdì 5 giugno 2009 ore 21

Vi aspettiamo!!!

sabato 9 maggio 2009

IL NOSTRO PROGRAMMA PER SAN GIOVANNI

Elezioni Amministrative del 06-07 giugno 2009
Comune di San Giovanni in Marignano
Programma della Lista MenteLocale
Sommario
I. Premessa
II. Cambiare il modo di amministrare il Comune
III. Ripensare la gestione del territorio a partire dalle persone
IV. La cultura come fattore di sviluppo della comunità
V. La cura del tessuto sociale
VI. Lo sviluppo sostenibile del territorio
VII. Mobilità: ci sono alternative all’auto!
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I. Premessa

La politica si fonda sul dato di fatto della pluralità degli uomini (Hannah Arendt)

1. Un’altra politica è possibile

Come fare oggi politica valorizzando le persone e non le cose?
È possibile oggi avere un ideale ed un comportamento politici che non siano ripiegati sulla promozione di interessi di parte e fagocitati dalla frenesia di avere risultati e visibilità in breve termine?
È possibile promuovere uno sviluppo economico che non si identifichi con lo sfruttamento e la svendita del territorio?
È possibile favorire una crescita del tessuto sociale investendo in percorsi culturali alternativi al pensiero unico economicistico e nichilistico globale?
È possibile ripensare e praticare di nuovo la politica come libero spazio di confronto tra le persone e relazione delle persone con il territorio in cui interagiscono?
È possibile avere un’idea diversa dalla concezione diffusa della politica come gestione del potere a tutti i costi e con tutti i mezzi?
È possibile fare politica realizzando progetti di cambiamento sociale e valorizzando sempre il punto di vista e la prospettiva degli altri?
Possiamo cambiare la nostra immaginazione politica cominciando ad usare parole che facciano crescere la fiducia, il rispetto, la creatività e l’amicizia?
Come fare politica per rigenerare la vitalità del paese attraverso proposte di cambiamento che fecondino il dibattito pubblico e non generino contrapposizioni ideologiche?
E’ possibile in politica continuare a sognare il futuro attraverso proposte aperte a tutti?

Sono queste alcune domande che ci hanno spinto a indagare sulle nostre motivazioni politiche per discutere l’idea di fare una lista civica a San Giovanni, sganciata dai partiti e dalle loro logiche.

Il percorso culturale nel quale ci siamo impegnati in questi anni a partire dalla pluralità delle nostre esperienze, come persone impegnate a vario titolo nella vita civile ed associativa, ci ha spinto a prendere sul serio queste domande, senza pretendere di dare loro delle risposte scontate ed affrettate, attraverso un richiamo ideologico ai “valori” ed alle “appartenenze”.

Anzi, questo percorso ci motiva a prendere sul serio, in uno spirito di ricerca e di confronto, tutte le proposte ideali ed operative che possono essere utili per fare crescere la qualità della vita in un paese come San Giovanni, cercando di esercitare l’attenzione all’altro, al diverso, al nuovo, per creare sensibilizzazione, seminando spunti di riflessione e di crescita culturale, sociale ed economica a beneficio di tutta la cittadinanza.

Abitiamo a San Giovanni e vogliamo assumerci la responsabilità del senso di questo nostro abitare, guardando al territorio che ci circonda ed alla sua storia con attenzione, nella consapevolezza che questo è un momento cruciale per ricominciare ad immaginare un paese diverso, che non fondi più il suo sviluppo sul consumo cieco del territorio, ma sia capace di rigenerare il proprio tessuto sociale di comunità accogliente e solidale attraverso il recupero, la valorizzazione e la promozione delle proprie salienze culturali e paesaggistiche.

A noi non interessa ‘prendere il potere’, ma dare un contributo al paese testimoniando, nel concreto e libero agire politico, che le possibilità di cambiamento sono già presenti e che si tratta di conoscerle, studiarle ed applicarle a realtà come le nostre.

Crediamo che San Giovanni abbia bisogno oggi più che mai del fermento di una proposta politica e culturale giovane e diversa che possa arricchire il dibattito pubblico, al di là delle consuete e strumentali contrapposizioni partitiche e di potere e che favorisca la nascita di un processo di sviluppo condiviso, plurale, che sia rispettoso delle persone e dell’ambiente.

2. Perché una lista civica a San Giovanni?

Non siamo professionisti della politica, non facciamo parte della “casta” e non intendiamo farne parte. Siamo un gruppo di giovani di San Giovanni e ci sentiamo estranei alle vecchie logiche politiche di perseguimento e mantenimento delle poltrone a tutti costi (anzi, uno dei nostri impegni è quello di favorire e promuovere l’avvicendamento delle persone nelle varie responsabilità). Abbiamo avvertito la necessità di impegnarci in politica osservando l’immobilismo del contesto politico del nostro paese, nel quale ormai non c’è ombra di una voce critica che attiri l’attenzione di tutti sulle magagne del potere, aprendo degli scenari di speranza e cambiamento.

Ciò che impressiona è che oggi a San Giovanni segmenti trasversali del mondo politico condividono una medesima prospettiva di espansione edilizia forsennata e di cementificazione del territorio. Un cappa clientelare opprimente ha avvolto la vita politica del paese del “tutto va bene”, del “tutto è già stato fatto” e del “tanto è lo stesso”. In realtà, molto di quello che la precedente amministrazione intendeva fare – dalla mobilità alle azioni di sviluppo sostenibile del territorio – non è stato fatto e molto di quello che è stato fatto – dalla programmazione edilizia alle azioni di politica sociale - è stato fatto male, senza tenere in debito conto gli impatti ambientali e sociali sulla vita delle persone.

Certo in questi ultimi mesi prima delle elezioni è tutto un fiorire di inaugurazioni e di progetti… Ma cosa è stato fatto nei precedenti cinque anni? Non riusciamo onestamente a trovare dei progetti realizzati per i quali questa amministrazione, nel bene o nel male, a differenza di altre che l’hanno preceduta, verrà ricordata.

Il motto di questa amministrazione, riportato nelle linee programmatiche, era “Continuità o innovazione?”. Nel dubbio, si è spesso scelto l’inerzia o il piccolo cabotaggio del giorno per giorno, la propaganda invece della vera e sostanziale partecipazione, il clientelismo invece della promozione dei talenti presenti sul territorio, mentre vari Comuni confinanti crescevano accettando la sfida del rinnovamento politico ed amministrativo.

La sensazione di semplici cittadini è che in questi cinque anni si sia perso tempo, senza riuscire ad impostare una programmazione del territorio degna del nome, intestardendosi al contrario nell’identificare ancora lo sviluppo del paese con l’espansione edilizia e l’aumento demografico. Davvero i cittadini di San Giovanni desiderano che nei prossimi anni la popolazione aumenti di almeno 3.000 abitanti e che nel compartone vengano stipati almeno 1.500 nuovi abitanti? I cittadini di San Giovanni non hanno bisogno di così tante nuove case! Hanno bisogno di edilizia popolare, di servizi sociali e culturali di qualità, di un piano della mobilità decente, di una maggiore attenzione all’ambiente ed alle future generazioni.

Del resto, le contraddizioni di questo modo di fare politica sono scoppiate all’interno della stessa Giunta, con l’espulsione anticipata o l’uscita preparata, nel corso della legislatura, di ben tre assessori (di cui uno vicesindaco) con competenze proprio in materia di urbanistica e lavori pubblici. Come potevano ben amministrare se non sono riusciti neppure ad andare d’accordo tra di loro? La stessa nascita del partito democratico marignanese non ha portato alcun rinnovamento, ma ha solo ‘fotografato’ un assetto di potere che si è consolidato attraverso un faticoso compromesso tra vecchi e nuovi interessi, in una logica davvero completamente partitocratica e lontana dalle esigenze concrete delle persone.

Forse San Giovanni si merita qualcosa di più, un nuovo stile di amministrazione che abbia i suoi principi ispiratori nella trasparenza, nell’efficienza e nella partecipazione, una nuova consapevolezza politica e culturale dell’importanza fondamentale del risparmio del territorio e della valorizzazione del tessuto sociale, una visione di paese che accompagni davvero tutti i suoi abitanti verso una crescita sociale ed economica equilibrata ed armonica.

Per questo ci siamo impegnati in una lista civica fuori dai partiti: per dare a tutti i cittadini di San Giovanni la possibilità reale di scegliere finalmente un modo alternativo di amministrare orientato verso scelte strategiche di lungo termine rivolte allo sviluppo sostenibile ed alla tutela dei beni comuni materiali ed immateriali del territorio (come la terra, l’acqua, l’aria, la cultura, il lavoro, la mobilità, il tessuto delle relazioni sociali, la sobrietà, l’attenzione alle persone più deboli) che costituiscono l’essere vitale di una comunità.

Oggi la politica deve sapere ascoltare i bisogni delle persone ed individuare con chiarezza le azioni da realizzare in una scala di priorità e di fattibilità. Per quanti ci riguarda, riteniamo che gli ambiti di intervento prioritari per San Giovanni siano i seguenti:
- risparmio del territorio;
- risparmio energetico;
- raccolta differenziata porta a porta;
- promozione e potenziamento degli spazi culturali ed informativi;
- piano di edilizia popolare;
- sostegno alle azioni di cura e di rigenerazione del tessuto sociale;
- valorizzazione della mobilità dolce e del micro trasporto pubblico;
- un’azione seria ed efficace a sostegno dei giovani;
- promozione commerciale, agricola e turistica di San Giovanni.

II. Cambiare il modo di amministrare il Comune

Obiettivo: realizzare servizi efficienti per i cittadini attraverso il loro attivo coinvolgimento.

Il Comune che sogniamo è un ente che realizza le sue funzioni istituzionali misurando gli interventi sulle necessità reali dei cittadini. Un ente al servizio delle persone che costruisce i propri progetti attraverso il coinvolgimento e l’ascolto della popolazione. Un ente che svolge una funzione propulsiva e di informazione a favore dei cittadini promuovendo azioni per la gestione dei servizi e del territorio sostenibili dalle persone, dall’ambiente e dal contesto economico.

Il nostro Comune può diventare davvero un luogo di diffusione sul territorio di comportamenti e stili di consumo innovativi che siano sempre più rispettosi dello stato delle risorse naturali e che possano fungere da stimolo per uno sviluppo dell’economia locale. Le scelte che si fanno in Comune spesso condizionano pesantemente per intere generazioni la vita di un paese. Per questo è importante che da oggi le scelte sull’utilizzo del territorio e dei soldi pubblici raccolti con le tasse dei cittadini vengano fatte insieme, attraverso il potenziamento di tutti quegli strumenti di partecipazione popolare che lo statuto comunale prevede e attraverso uno stile di amministrazione maggiormente partecipato e trasparente.

Per fare questo occorrono naturalmente motivazioni, convinzioni precise sul significato della democrazia e della politica. Noi crediamo che prendersi cura della gestione della cosa pubblica significa mettersi al servizio degli altri, con umiltà e dedizione, per un certo periodo di tempo, senza velleità di impossessarsi del potere per sempre. Il potere è un mezzo, non è il fine della politica. Il fine, specie a livello locale, deve essere quello della crescita e dello sviluppo economico, culturale e sociale della comunità attraverso il miglioramento del livello qualitativo del dibattito pubblico.

La politica non deve diventare una professione o un espediente per farsi strada nella propria professione. Dato che riguarda la vita concreta di tutti per le scelte che assume, la politica deve essere rivolta a promuovere e tutelare l’interesse pubblico con uno sguardo lungimirante e responsabile verso le future generazioni alle quali non può essere consegnato un territorio peggiore di come l’abbiamo trovato.

Occorre risvegliare la passione per la politica e la consapevolezza per l’importante servizio che può svolgere a beneficio di tutti. Occorre combattere cinismo, rassegnazione e sfiducia che spesso generano a catena clientelismo, prepotenza e distacco dalla realtà. Per fare questo occorre però assumere comportamenti coerenti riducendo innanzitutto le spese della politica, riportandola ad essere un confronto di idee nel quale anche la prospettiva dell’avversario viene valorizzata e cessando di considerarla un modo come un altro per incrementare senza troppa fatica il proprio reddito. Per fare questo occorrono anche amministratori “fuori del Comune”, non gente straordinaria, ma gente disponibile a sporcarsi le mani nell’ascolto quotidiano delle esigenze concrete delle persone.

Specialmente in questo periodo di crisi le risorse pubbliche devono essere utilizzate con sobrietà, portando la massima attenzione ad evitare sprechi ed inefficienze. Il Comune deve dare l’esempio nell’utilizzo razionale delle risorse per conseguire il massimo di risparmio energetico a partire dai suoi edifici ed infrastrutture (dalla sede municipale, alle scuole, all’illuminazione pubblica). Il Comune deve ripensare tutta la sua struttura all’insegna dell’efficienza energetica, impiegando i risparmi conseguiti nell’attuare campagne di informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolte ai cittadini per promuovere l’utilizzo di tecnologie per il risparmio energetico nel settore privato (dall’isolamento degli edifici all’adozione dei pannelli solari e fotovoltaici). Oggi sappiamo che tutto questo si può fare anche su larga scala. Ci sono i precedenti, le tecnologie, le procedure ed anche gli incentivi fiscali. Basta mettersi in rete, recepire le pratiche migliori. Il Comune, da parte sua, deve rendere più semplici, standardizzate le pratiche inerenti così da rendere meno costoso l’eventuale intervento dei professionisti.

A San Giovanni serve una nuova visione che liberi lo sviluppo economico del paese dal ricatto del mattone. Puntare sulla riqualificazione energetica a partire dal Comune significa cominciare a prendere sul serio la visione di uno sviluppo armonico dei servizi e delle imprese, per coniugare benessere e qualità della vita, per attirare davvero sul territorio nuove competenze e risorse, per rendere San Giovanni un posto dove è interessante e piacevole abitare e soggiornare.

Per noi partecipazione significa innanzitutto crescita della consapevolezza dell’appartenenza ad una comunità, ai destini di un paese. Coinvolgere i cittadini nella progettazione dei servizi significa riuscire ad elevare la qualità del servizio finale erogato, condividendo le priorità dell’impiego delle risorse pubbliche. Significa anche rendere responsabile il Comune dell’impiego che fa delle risorse che i cittadini gli forniscono attraverso le imposte, stimolandolo a cercare l’efficienza, il risparmio e soprattutto l’innovazione. Significa infine dare un rinnovato stile di trasparenza a tutto ciò che capita all’interno del Comune utilizzando in maniera efficace internet per pubblicare atti e sedute del consiglio comunale, dare informazioni utili, raccogliere segnalazioni, suggerimenti e reclami.

Questo sogno è un sogno possibile perché è stato già realizzato in altri Comuni delle nostre dimensioni demografiche con buoni risultati. Non si tratta di fare chissà quale rivoluzione, ma di essere disponibili a migliorare puntando in alto a partire da quell’istituzione che appartiene a ciascuno di noi, il nostro Comune. Occorre abbandonare la vecchia politica che ricorre all’ideologia in campagna elettorale per fare poi meglio i propri affari e scegliere invece di realizzare insieme alle persone azioni concrete di buon senso che migliorino l’impronta ecologica del paese.


Azioni prioritarie di mandato

1. ELIMINARE GLI SPRECHI ENERGETICI
Occorre razionalizzare l’uso dell’energia fatto dal Comune eliminando gli sprechi attraverso azioni concrete di riqualificazione dell’efficienza energetica. Il Comune a partire da ‘casa propria’ può dimostrare ai cittadini che il risparmio energetico è possibile promuovendo un utilizzo razionale dell’energia elettrica e del riscaldamento negli edifici e nelle infrastrutture pubbliche (municipio, scuole, palestra, illuminazione pubblica) e reinvestendo i risparmi conseguiti nel miglioramento della qualità dell’ambiente, con una diminuzione delle emissioni di CO2, e dei servizi erogati ai cittadini. A San Giovanni si spendono più di euro 260.000,00 all’anno tra consumi e manutenzione per l’illuminazione pubblica delle strade. Senza contare poi l’inquinamento luminoso dei piloni delle varie rotonde piantati per illuminare il cielo. Bisogna invertire questa tendenza irrazionale rendendo consapevole il Comune dello stato dei consumi delle proprie strutture. Un Piano per l’efficienza energetica del Comune è il primo passo per migliorare lo stile dei consumi e ipotizzare delle politiche di contenimento degli sprechi e di effettivo risparmio energetico. La riqualificazione dell’illuminazione pubblica in altri Comuni ha portato dei risparmi dal 30% all’80% a seconda delle tecnologie adottate (lampade a basso consumo a lunga durata o illuminazione con LED).
Ulteriori interventi possono poi riguardare un utilizzo più razionale del riscaldamento negli edifici pubblici, ristrutturando gli impianti termici e la coibentazione degli edifici. Un ulteriore ambito di intervento sarà quello di dotare gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici e di collettori solari facendo ricorso a forme di finanziamento innovative praticamente a costo zero per l’ente, attraverso il coinvolgimento delle Energy Service Companies (ESCO), così come è previsto dalla normativa europea e nazionale vigente. Attraverso queste azioni concrete di risparmio dell’energia e di denaro pubblico, il Comune può creare un clima favorevole perché i cittadini adottino a loro volta comportamenti orientati al risparmio energetico. Facendosi parte attiva il Comune può creare le condizioni perché a San Giovanni, come ormai in altri Comuni, le tecnologie per il risparmio energetico e le fonti di energia rinnovabile si diffondano sempre più tra i cittadini e le imprese.

2. COINVOLGERE I CITTADINI NELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE
Il crescente distacco della politica dalla vita reale delle persone può essere superato attivando tutti quegli strumenti amministrativi innovativi che consentono da un lato di informare i cittadini di ciò che il Comune ha fatto e dall’altro di coinvolgere i cittadini attraverso gli istituti di partecipazione per ascoltarne davvero le esigenze.

Con il bilancio sociale il Comune può fare capire ai cittadini in maniera chiara come sono state impiegate le risorse pubbliche e quali sono stati i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi stabiliti. Il bilancio sociale è uno strumento di trasparenza politica che consente ai cittadini di valutare il grado di responsabilità sociale dell’ente e all’ente di manifestare la funzione sociale dei propri interventi. Attraverso il bilancio sociale è possibile tenere acceso un legame di dialogo e di fiducia tra amministratori e cittadini che contribuisce a riorientare le politiche di governo verso il buon senso e le azioni concrete di miglioramento della qualità sociale, ambientale, urbanistica ed economica del paese.

La partecipazione dei cittadini alla vita politica non può esaurirsi con il momento delle elezioni! Il bilancio sociale introduce nella vita del paese trasparenza fornendo informazioni chiare sui risultati amministrativi raggiunti e contribuendo a fare crescere il livello qualitativo della partecipazione consapevole dei cittadini alla vita pubblica. I cittadini devono acquisire informazioni che consentano loro di valutare meglio l’attività del Comune e di orientarne l’attività verso un maggiore soddisfacimento delle proprie esigenze. Ogni cittadino dovrebbe sentirsi responsabilmente partecipe alle vicende e alle scelte che gli amministratori andranno a fare per il bene comune.

Questo processo di avvicinamento si concretizza in un processo sistematico di ascolto e di consultazione dei cittadini da parte del Comune. Attraverso questionari, focus group, incontri, sportelli telematici i cittadini vengono coinvolti nella definizioni degli obiettivi prioritari che vanno a comporre l’azione amministrativa. Il bilancio allora diventa un bilancio partecipato, teso a raggiungere finalità davvero condivise con la popolazione, la politica diventa concreta, non solo tutta annunci e propaganda, ma azione che si misura quotidianamente con obiettivi da raggiungere del cui impatto sociale si dovrà rendere conto ai cittadini.

In questa prospettiva, proponiamo di potenziare tutti gli istituti di partecipazione previsti nello Statuto comunale come in particolare l’attivazione di forme di consultazione della popolazione anche utilizzando internet. Il sito comunale potrebbe contenere a questo proposito un blog dedicato alla segnalazione di criticità e alla presentazione di proposte di miglioramento amministrativo. Occorre poi promuovere attivamente la partecipazione dei cittadini costituendo i consigli di frazione ed il consiglio dei ragazzi.

I progetti degli interventi pubblici sul territorio andrebbero adeguatamente pubblicizzati al fine di consentire ai cittadini di esprimere il loro parere preventivamente alla loro realizzazione. Occorre insomma capire che gli amministratori non sono i padroni del comune ma che semmai sono essi sono al servizio dei veri padroni che sono i cittadini. Realizzare un intervento come quello della chiesa di Santa Lucia senza uno straccio di planimetria con i cittadini che cercano di capire quale intervento sarà realizzato è davvero un non senso per un amministratore cosciente davvero della sua funzione di servizio

3. UN’AMMINISTRAZIONE SOBRIA, UNA POLITICA A COSTO ZERO
In questi tempi di crisi la classe politica deve dare l’esempio, soprattutto a livello locale, realizzando una drastica riduzione delle indennità di funzione per sindaco e assessori e dei gettoni di presenza per i consiglieri. Tra indennità ed oneri vari la politica costa ai cittadini di San Giovanni oltre euro 130.000,00 all’anno. È ora che chi si impegna in prima persona nella gestione della cosa pubblica lo faccia sempre più in uno spirito di servizio, senza costi aggiuntivi per la comunità. Certo, se un amministratore deve sostenere delle spese vive per l’esercizio della sua funzione è giusto che gli siano rimborsate. Ma non è possibile che in un Comune come San Giovanni il Sindaco, soprattutto se pensionato, guadagni oltre euro 2.500,00 al mese ed un assessore oltre euro 1.000,00! Queste risorse potrebbero essere meglio impiegate per erogare servizi ai cittadini. È ora di finirla con la politica come professione e come occasione per avanzare nella propria professione. È ora di finirla con i conflitti potenziali presenti e futuri a cui abbiamo assistito in questi anni. Per questo proponiamo di ridurre tutte le indennità di funzione per gli amministratori valutando in maniera accurata il tempo effettivo che si dedica alla funzione pubblica. La politica deve ridiventare un servizio, cessare di essere un palcoscenico per sfaccendati e famelici opportunisti.

Del resto, i Comuni vengono sempre più caricati di funzioni, devono erogare sempre più diversificati servizi alla popolazione, ma hanno sempre meno risorse e trasferimenti dallo Stato. Come uscirne? Non crediamo che la soluzione sia la svendita del territorio per incassare oneri e oneri di urbanizzazione (che prima o poi finiranno, lasciando sulle spalle di tutti i costi dei servizi dovuti all’aumento della popolazione). L’amministrazione del Comune deve essere ispirata ad una maggiore sobrietà, le risorse pubbliche devono effettivamente ritornare ai cittadini in termini di miglioramento della qualità della vita e non essere dispersi in mille rivoli clientelari.

Non è bene inoltre che le risorse pubbliche vengano impiegate per la propaganda. Il giornalino comunale deve diventare un luogo di reale espressione della comunità e non il ‘facebook’ dei politici locali! Tra l’altro se lo si realizzasse solo in versione elettronica si potrebbero risparmiare molte risorse. Altrettante se la redazione fosse affidata alle associazioni ed ai cittadini.

Il nostro Comune inoltre potrebbe risparmiare molte risorse se si dotasse di sistemi operativi open source e non dovesse pagare i costi per le licenze degli applicativi.

Occorre ridurre le spese di rappresentanza e lo spreco di enormi risorse in eventi effimeri privilegiando invece gli investimenti più lenti e con effetti più a lungo termine. Occorre inoltre ridurre drasticamente il ricorso a forme di collaborazione esterna che spesso rispondono più ad esigenze clientelari che ad un vantaggio effettivo per l’ente. La stessa gestione di molti servizi (come lo smaltimento rifiuti) deve essere ripensata per capire se le risorse vengono spese razionalmente considerati i risultati raggiunti.

La riduzione degli sprechi deve ripartire dalla gestione delle spese correnti del nostro Comune che in questi ultimi anni sono aumentate costantemente senza che siano stati realizzati dei piani di contenimento e riduzione credibili. Non è più possibile che il Comune aumenti l’aliquota della TARSU e mantenga ad alti livelli l’addizionale IRPEF, chiedendo dunque ulteriori denari ai cittadini, senza rendere conto dell’uso sensato che è stato fatto di queste risorse.

4. IL COMUNE IN INTERNET
Per diventare la casa trasparente di tutti, per potenziare e stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, è importante che il Comune cominci a fare un uso consapevole delle nuove tecnologie di comunicazione. Occorre innanzitutto rendere maggiormente conoscibili gli ordini del giorno delle sedute del consiglio comunale e diffondere in modo più trasparente i risultati dell’attività deliberativa.
Proponiamo innanzitutto di videoregistrare e pubblicare in internet le sedute del consiglio comunale per consentire a tutti di prendere conoscenza di come è amministrato il nostro paese e di quali sono le varie posizioni politiche che si confrontano in consiglio. Questo sistema è già stato sperimentato in vari Comuni e consente di dare informazioni sull’attività amministrativa praticamente a costo zero. Ed è un segnale forte di trasparenza.
Il sito internet del Comune può diventare la piazza telematica del paese, pubblicando le delibere del consiglio e della giunta ed aprendo un canale informativo con la popolazione sui vari servizi erogati.
Il sito inoltre deve diventare la piattaforma dalla quale il Comune consente ai cittadini ed alle imprese, direttamente da casa, di effettuare tutta una serie di operazioni risparmiando tempo e con una maggiore certezza di risposta.

5. GLI ACQUISTI VERDI
Il nostro Comune può diventare uno straordinario motore di diffusione di comportamenti di acquisto e di consumo rispettosi dell’ambiente e orientati verso una maggiore sobrietà. Occorre introdurre negli acquisti del Comune attraverso procedure contrattuali innovative come il Green Public Procurement una maggiore attenzione per l’impatto ambientale e per il ciclo di vita del bene da acquistare. Spesso beni inquinanti, nocivi costano in apparenza poco ma in realtà comportano tra manutenzione e consumi energetici ingenti costi e durano poco. L’attenzione ai criteri ambientali nella spesa pubblica implica un miglioramento della qualità della vita di tutti: si pensi alla mensa scolastica con prodotti biologici provenienti dal territorio. Ma si pensi anche all’utilizzo della carta riciclata o a tutte le tecnologie ambientali impiegabili nei vari settori comunali dagli arredi ecologici alla strategia di sostituzione della carta con documenti digitalizzati, dall’illuminazione pubblica ai servizi di pulizia con detersivi ecologici, dai trasporti pubblici svolti con pulmini a metano e/o a biodiesel alla gestione dei rifiuti con il sistema porta a porta.

Contenimento della spesa, riduzione delle emissioni che alterano il clima, diminuzione della produzione di rifiuti e di sostanze pericolose sono solo alcuni dei benefici che una politica di spesa attenta alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica può conseguire. Il Comune può davvero svolgere in questo ambito un ruolo guida comunicando ai cittadini la possibilità di uno stile di vita più leggero, con meno sprechi, che ottimizza l’uso delle risorse materiali ed energetiche impiegate, e può stimolare la crescita dell’indotto dei fornitori e dell’economia locale verso un mercato più attento all’ambiente ed alle persone.


III. Ripensare la gestione del territorio a partire dalle persone

Obiettivo: frenare la speculazione edilizia e migliorare la vivibilità di San Giovanni.

Negli ultimi venti anni San Giovanni ha subito una espansione edilizia impetuosa e caotica: si è costruito dove non ci si era mai azzardati a farlo (lungo il Conca, nel Fosso del Pallone) continuando ad erodere nelle frazioni terreno agricolo e spazi verdi pubblici. In tutti questi interventi ciò che colpisce è l’estemporaneità, la mancanza di una progettualità e di un legame con i bisogni reali delle persone che abitano il territorio. L’illusione è sempre stata quella che lo sviluppo edilizio avrebbe portato dei benefici economici diffusi a tutto il paese. Invece, i profitti sono sempre andati a chi ha sfruttato il territorio senza alcuna responsabilità sociale mentre i disagi (aumento del traffico, smog, diminuzione dei servizi, peggioramento della qualità dell’ambiente) sono stati ripartiti tra tutta la popolazione di San Giovanni. Piuttosto che essere il volano dell’espansione dei servizi la speculazione edilizia ha condannato San Giovanni ad essere un luogo di passaggio senza un’identità ben definita, il cortile dei comuni della costa dove installare quartieri dormitorio, dal quale ci si deve spostare in macchina per andare altrove a fare la spesa o andare a vedere un film. Occorre cambiare questa tendenza, questa mentalità di considerare gli interventi sul territorio come interventi senza alcuna ricaduta sociale. Del resto, la crisi globale che ha tolto attrattiva agli investimenti nel mattone dovrebbe suggerire a tutti qualcosa.

La ricchezza di un paese oggi non è costituita dal numero di appartamenti che possiede ma dalla porzione di territorio non costruito e dal capitale sociale di relazioni di coloro che su questo territorio abitano. Continuare nella politica di consumo del territorio significa da un lato peggiorare la qualità dell’ambiente dall’altro rendere sempre più problematica la qualità delle relazioni tra le persone. Significa rendere risibile ogni ipotesi di sviluppo economico che non sia incentrato sul mattone. È inutile parlare di sviluppo turistico se si punta solo sul mattone: un ambiente degradato e caotico allontana inesorabilmente i turisti. Un territorio che oggi non mette al primo posto la qualità della vita è un territorio destinato all’irrilevanza dal punto di vista turistico.

Per questo le previsioni del compartone, della piattaforma logistica e dei nuovi ambiti insediativi del Piano Strutturale Comunale sono dei controsensi e delle scelte politiche superficiali. Portare a San Giovanni oltre 3000 persone (di cui 1500 solo nel compartone) nel giro di pochi anni e rendere il nostro paese polo logistico di rilevanza nazionale e regionale per i TIR di tutta Europa significa bloccare qualsiasi altra seria ipotesi di sviluppo turistico che invece in questi tempi di crisi dell’industria e dei trasporti potrebbe costituire una credibile alternativa, interessante dal punto di vista economico per le imprese ed i cittadini. Non si può bloccare la crescita del paese perché una classe politica superata continua a ragionare solo in termini di speculazioni edilizie.

Occorre invece un pensiero nuovo, lungimirante, che con coerenza ripensi la gestione del territorio in termini di vivibilità per gli abitanti di San Giovanni e per gli eventuali ospiti. Se il nostro paese può avere un futuro sviluppo economico nel settore turistico, questo ha a che fare con la salvaguardia del territorio e con la riqualificazione delle abitazioni tradizionali per creare un sistema dell’ospitalità diffusa alternativo a quello della costa. Agriturismi, bed&breakfast che utilizzino i prodotti enogastronomici dei produttori locali possono costituire delle attrattive per turisti interessati a soggiorni tranquilli, immersi nella natura, a due passi dal mare.

Fermare l’attuale consumo di territorio, inoltre, può avere un’ulteriore interessante ricaduta dal punto di vista economico per quanto riguarda gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente in termini di efficienza energetica. Il Comune deve farsi parte attiva nel promuovere la ristrutturazione degli edifici in termini di efficienza energetica, facilitando l’assistenza ai cittadini nelle pratiche per la richiesta di finanziamenti previsti dalle normative vigenti e stabilendo degli accordi con artigiani e professionisti del luogo per consentire al maggior numero di cittadini di potere realizzare più agevolmente tali interventi di riqualificazione della propria abitazione.

Un’attenta politica di monitoraggio del patrimonio edilizio esistente potrebbe inoltre ridimensionare la sindrome dell’espansione edilizia e permettere di valutare con più attenzione se il non attuato dei vecchi piani non sia più che sufficiente per la domanda di abitazioni del paese rapportata ad una naturale crescita demografica. I nuovi strumenti attuativi del Piano Strutturale Comunale dovranno essere attentamente realizzati nell’ottica di favorire gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione del costruito, favorendo i piccoli interventi di adeguamento delle vecchie abitazioni alle nuove esigenze, senza snaturarne la cubatura anche per evitare le situazioni di sovraffollamento che si sono generate nel centro storico con conseguenti problemi di parcheggio, traffico e degrado dell’immagine complessiva del paese.

Occorre dire basta alla crescita edilizia sfrenata, fatta solo per fare affari, senza alcuna considerazione delle esigenze attuali e future della popolazione. Serve una politica che coinvolga davvero le persone nella gestione del territorio e che metta al centro delle sue azioni la salvaguardia del territorio e dei suoi “beni comuni” (acqua, aria, terra). Occorre dire basta ad un bilancio che finanzia i servizi ai cittadini con gli oneri di urbanizzazione che dovrebbero essere impiegati meglio per fare infrastrutture, marciapiedi, piste ciclopedonali. Non è possibile che la mancanza di serietà nella gestione della spesa corrente venga pagata da tutti noi con il consumo del territorio del nostro paese.

Può sorgere un nuovo paese con più verde, più servizi e maggiore vivibilità. Può sorgere un nuovo paese con maggiori occasioni di sviluppo economico che abbiano ricadute sul territorio come il turismo sostenibile e la ristrutturazione degli edifici. Può sorgere un nuovo paese che metta al centro la qualità della vita dei suoi abitanti, non solo di quelli che votano ogni cinque anni, ma anche dei più piccoli, che sono il futuro del paese, o dei più deboli che hanno bisogno di un aiuto per trovare casa o pagare l’affitto.

Occorre infine una politica della casa che attraverso l’utilizzo sapiente degli strumenti previsti dalla normativa vigente come la perequazione consenta un piano di sviluppo di edilizia popolare concreto e misurato sulle esigenze effettive, evitando di creare quartieri dormitorio slegati dal contesto sociale del paese, fonti di futuri problemi e tensioni fuori scala per un piccolo paese senza neppure una caserma dei Carabinieri.


Azioni prioritarie di mandato

1. NO AL COMPARTONE
Occorre ripensare la questione del compartone, mettendone in discussione la realizzazione, attraverso il coinvolgimento della popolazione in un serio percorso di urbanistica partecipata ed attraverso un’analisi accurata delle implicazioni sociali, ambientali ed in termini di viabilità di questo intervento, che non è mai stata fatta seriamente. Le dimensioni del compartone (+1500 abitanti) non sono sostenibili dal sistema attuale delle infrastrutture presenti ed il Comune non è in grado di sostenere i costi di un loro adeguamento (il 69% degli oneri di urbanizzazione serve attualmente per coprire la spesa corrente del bilancio comunale 2009!).

Il compartone non serve alla gente di San Giovanni, è chiaro che l’affare è in mano a grossi imprenditori che lasceranno solo problemi al territorio, dando qualche briciola ad alcune piccole imprese artigiane del territorio. Un dinosauro di cemento in stile metropolitano, privo di servizi e di punti di socializzazione sembra essere proprio pensato per essere fonte di futuri problemi sociali ed ambientali. Non esiste un piano della viabilità degno del nome per sopportare le oltre 870 automobili in più. Non esiste un progetto di implementazione delle strutture scolastiche adeguato per ospitare gli oltre 200 bambini previsti. È inoltre assente un piano di edilizia popolare lungimirante e credibile. Si dice di volere realizzare degli appartamenti pubblici nel compartone, ma intanto si sposta altrove la parte pubblica. Del resto, la procedura disinvolta e discutibile con la quale si è arrivati all’adozione del compartone la dice lunga sulla prevalenza e prepotenza di interessi privati sull’interesse pubblico e su chi tenga effettivamente il coltello dalla parte del manico.

Occorre dire di no ad una classe politica inconsistente che ha sempre nascosto negli anni le effettive dimensioni dell’intervento e che ora pretende di avere ancora credibilità dicendo di avere solo attuato ciò che “altri” avevano deciso. Già, peccato che gli “altri” fossero gli stessi con i quali hanno concordato la presa ed il mantenimento del potere, gli stessi con i quali hanno ora raggiunto un sostanziale accordo sottobanco, mentre in superficie si finge di continuare a litigare.

2. LIBERARE IL BILANCIO DAL CEMENTO
Per incominciare una seria politica di salvaguardia del territorio occorre diminuire l’impatto degli oneri di urbanizzazione sul finanziamento della spesa corrente. Nel bilancio 2009 del nostro comune ben il 69% degli oneri di urbanizzazione, pari ad € 1.102.620,00, è destinato al finanziamento delle spese correnti per la gestione dei servizi, le manifestazioni, le spese di rappresentanza e per incarichi di collaborazione, cioè di quelle voci di spesa dove spesso si concentrano gli sprechi. Per i prossimi tre anni per legge i Comuni non potranno elevare il livello dei tributi, TARSU a parte. Ne consegue che il consumo del territorio, se non vengono attivate delle politiche efficaci di contenimento della spesa, non farà altro che aumentare esponendo così i cittadini all’odioso ricatto di vedersi erogati i servizi solo al prezzo del consumo intensivo del loro territorio. Del resto, la crisi globale prende il volto a livello locale della svendita del territorio: ma a pagare, prima o poi, saranno sempre i cittadini, per i quali la qualità della vita scende, e le future generazioni, alle quali verrà consegnato un ambiente devastato. Questi espedienti per chiudere il bilancio sono solo veleno versato progressivamente nei conti pubblici per giustificare delle modalità di speculazione edilizia (“se no, non abbiamo i soldi!”) che nulla hanno a che fare con l’interesse presente e soprattutto futuro della comunità marignanese.

3. RIDIMENSIONARE IL PSC
Gli ampliamenti previsti dal nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC) (per ulteriori nuovi 1500 abitanti) sono fuori scala rispetto alle effettive esigenze degli abitanti di San Giovanni e non tengono conto di quanto ancora c’è da costruire secondo le previsioni non attuate del vecchio Piano regolatore (per circa nuovi 1600 abitanti, compartone compreso, secondo stime ottimistiche ). Nel 2008 ci sono stati a San Giovanni 80 morti e 87 nuovi nati con un saldo naturale attivo di 7 unità. Questi sono numeri modesti dai quali non si ricava alcuna necessità reale di costruire tutte queste nuove abitazioni. In realtà è il compartone che ha bloccato tutto il futuro sviluppo urbanistico di San Giovanni! Constatato che il compartone inibisce ogni altro equilibrato piano di sviluppo, si è presa la strada di accontentare tutti i microinteressi che, una volta sollecitati ad arte, si sono presentati in Comune. Ma come si fa ad accontentare tutti? Si inventano lottizzazioni in zone iperurbanizzate che invece necessiterebbero di verde pubblico e di una viabilità decente. Non solo. Si va incontro alle varie lottizzazioni abusive dormienti che attendevano da anni con un atteggiamento compiacente o si mettono in stand by i casi più scandalosi in attesa di tempi migliori e di una maggiore distrazione dell’opinione pubblica.

Occorre invece ripensare le previsioni del PSC valutando meglio l’impatto ambientale e sociale di quanto ancora deve essere costruito e inserendo nel ragionamento in maniera organica le previsioni relative al compartone. Si tratta di fare una valutazione capillare delle case sfitte e dei capannoni non utilizzati per concordare coi proprietari privati modalità di utilizzo, ripristino e recupero. Non ci possiamo permettere di sprecare territorio quando abbiamo ancora case e capannoni vuoti! È soprattutto necessario fare un salto culturale nella programmazione urbanistica orientandosi verso il recupero e il ripristino del costruito, in termini di miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, mirando a ristrutturare anche le antiche case della tradizione. Le case vecchie ristrutturate potrebbero essere poi impiegate nell’ambito di un rilancio turistico sostenibile dell’immagine del paese come luogo dell’ospitalità diffusa e a misura di persona che si differenzia dal modello ricettivo di massa della costa.

4. RIPENSARE LA PIATTAFORMA LOGISTICA
Oltre al compartone c’è un altro convitato di cemento e di asfalto nella futura programmazione urbanistica del paese. È la cosiddetta piattaforma logistica di rilievo regionale e nazionale prevista dagli atti di programmazione provinciale come zona di sviluppo artigianale e soprattutto di sosta e smistamento per i TIR e trasporti vari in entrata nella zona sud della provincia. Occorre considerare che tale zona di espansione andrebbe a confinare con l’attuale zona artigianale andando a creare un ingombro imponente nella gestione del traffico e delle infrastrutture oltre a realizzare un ingente consumo di territorio. Si deve aggiungere che tale piattaforma va vista in correlazione con quanto sta accadendo nelle zone di espansione artigianale dei Comuni limitrofi (Tavullia, San Clemente - Sant’Andrea in Casale). Tutto il traffico, la sosta e lo smistamento delle merci avverrebbe in questa zona, interagendo con uno stato della viabilità davvero inadeguato e contribuendo ad aumentare la cattiva qualità dell’aria. Non sarebbe meglio pensare ad una riqualificazione della zona artigianale attuale, ristrutturata con criteri avanzati di bioedilizia, a partire dalle effettive esigenze delle imprese già presenti sul territorio?

Perché continuare a ragionare di baracconi, piramidi, pontidimessina, che servono più a chi li annuncia in termini propagandistici che al territorio che li deve subire? In relazione a un intervento di questo genere saranno infatti necessari importanti interventi di mitigazione e misure di protezione delle abitazioni e del territorio in prossimità del casello autostradale. Non sarebbe più opportuno impiegare queste risorse per riqualificare l’immagine del paese in termini di vivibilità e appetibilità turistica?

Abbiamo infatti già il golf, il galoppatoio… il cui impatto sul territorio non è stato indifferente. Cerchiamo almeno di riqualificarli e farli evolvere davvero in senso di maggiore sostenibilità ambientale e di ‘sfruttarli’perché portino benefici in termini anche occupazionali alla comunità senza andare a fare pasticci costruendo ulteriori capannoni ed attirando il traffico pesante che mette in fuga chi cerca aria buona e tranquillità. La piattaforma logistica non si accorda con lo sviluppo turistico del paese che, sia pure tra mille contraddizioni, sembra sia stato in questi anni privilegiato.

5. PROMUOVERE L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
Il risparmio energetico deve essere una priorità per una politica urbanistica lungimirante. La prima cosa che deve essere perseguita è quella di promuovere l’efficienza energetica delle abitazioni private attraverso uno sportello informativo sulle agevolazioni fiscali e gli incentivi per chi decide di ristrutturare la propria casa, installando dei vetri doppi che minimizzino la dispersione di calore, rifacendo il cappotto esterno, migliorando l’efficienza del proprio impianto termico (caldaia a condensazione), installando dei riduttori di flusso dell’acqua, delle lampade a basso consumo e facendo ricorso quindi anche alle fonti alternative di produzione di energia. Occorre comprendere che l’efficienza energetica dell’abitazione è il primo passo serio per parlare di risparmio energetico e rivolgersi poi anche alle fonti alternative di produzione di ulteriore energia come i pannelli solari e fotovoltaici. Delle abitazioni con isolamenti efficaci riescono oggi a realizzare ottime prestazioni e a ridurre i consumi sino al 60% introducendo nelle famiglie dei risparmi finanziari non disprezzabili. Diffondere questa cultura concreta del risparmio energetico significa anche stimolare un indotto di artigianato locale e di professionisti qualificati per progettare questo tipo di edifici che potrebbero nel prossimo futuro trovare nel proprio territorio delle interessanti prospettive di mercato.

Le nostre case infatti consumano troppo per il riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria, l’illuminazione e la dispersione termica. Il 30% del fabbisogno energetico in Italia viene utilizzato per il settore dell’edilizia. Occorre prendere un’altra strada, smettere di sprecare energia. La casa costruita e ristrutturata secondi i parametri dell’eco-sostenibilità può risparmiare fino a 1/3 di energia rispetto ad un edificio convenzionale garantendo risparmio sulle bolletta, un maggiore comfort abitativo e minori emissioni di CO2. Ormai in Italia e nella nostra stessa Regione sono partiti vari progetti, come il progetto Casa Clima della Provincia di Bolzano ed il progetto Eco Abita della Provincia di Reggio-Emilia, che consentono ai cittadini di accedere con facilità agli incentivi previsti dalla legge finanziaria 2008 per il triennio 2008-2010. Basta mettersi in rete. Vogliamo che anche a San Giovanni il Comune divenga protagonista nella promozione del risparmio energetico!

6. REGOLE CHIARE PER ABITAZIONI DI QUALITA’
La futura approvazione del Regolamento Edilizio Urbano (R.U.E.) deve essere per il nostro Comune un’importante occasione per prendere finalmente la strada del risparmio del territorio e della ristrutturazione degli edifici secondo standard concreti di efficienza energetica. Occorre spostarsi verso una nuova mentalità che premia chi costruisce bene e ristruttura secondo criteri di efficienza energetica prevedendo degli incentivi fiscali sugli oneri di urbanizzazione. Dobbiamo cercare di volerci bene anche in questo campo sforzandoci di ripensare le nostre case come edifici autonomi dal punto di vista energetico il cui impatto ambientale sia prossimo allo zero, sia conosciuto e quindi gestibile, migliorabile. Certo costruire e ristrutturare case di questo tipo costa. Ma occorre essere lungimiranti valutando il risparmio energetico che si realizza per le famiglie e la comunità. Occorre inoltre comprendere che il settore del risparmio energetico può essere un formidabile stimolo per rilanciare il settore dell’artigianato locale.

Proponiamo dunque di inserire nel R.U.E. un allegato energetico con il quale vengano introdotte delle norme che fissino un limite massimo di consumo per l’edilizia privata e per quella pubblica. Già in sede di approvazione del progetto potrebbe essere presentata una certificazione energetica dell’involucro edilizio.
Occorrono poi delle regole che favoriscano gli interventi di restyling energetico degli edifici prevedendo per esempio l’incentivo ad inserire pannelli solari negli edifici ristrutturati e i pannelli fotovoltaici in quelli di nuova costruzione. In tale ottica sarebbe auspicabile una semplificazione delle pratiche edilizie per interventi ecologici sugli edifici esistenti e l’introduzione di alcune varianti normative che diano la possibilità di considerare l’intervento di isolamento a cappotto degli edifici esistenti, sino allo spessore di 10-12 cm., come intervento di manutenzione straordinaria al fine di non dover quindi considerare tale aumento di spessore delle murature ai fini del computo della distanza dai confini.

Occorre poi favorire gli interventi di ristrutturazione di vecchi edifici senza snaturarne la destinazione d’uso e la cubatura. E’ ora di smetterla di fare costruire piccoli condomini nel centro storico dove prima c’era un solo appartamento quando non si sono previsti parcheggi e servizi!
E’ possibile favorire interventi di ristrutturazione di qualità del patrimonio edilizio esistente introducendo misure che, nella conservazione dei rapporti volumetrici originari, consentano di vivere queste abitazioni in maniera più vantaggiosa ed adeguata alle esigenze della società attuale anche attraverso piani di recupero che consentano intereventi che salvaguardino l’immagine complessiva sia dal punto di vista estetico che da quello della presenza dei servizi. Per esempio minimi ampliamenti sull’esistente possono consentire di risparmiare ulteriore territorio da urbanizzare, sia per la residenza che per l’artigianato, prevedendo però contemporaneamente la trasformazione di alcuni spazi interclusi in area verde e parcheggi per dotare l’esistente di adeguati standard pubblici.

Vogliamo proporre poi uno sviluppo eco-compatibile della zona artigianale, una delle più grandi della provincia. Perché non utilizzare i tetti dei capannoni, all’interno di un progetto promosso ed incentivato dalla parte pubblica, per l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?

In particolare, vogliamo che il R.U.E. sia redatto tenendo conto delle esigenze reali delle persone che vanno ad abitare nelle case, pensando alla loro effettiva futura qualità della vita e dunque disincentivando la suddivisione degli appartamenti in mono e bilocali. Vogliamo che le nuove strutture che saranno costruite siano residenze che oltre alla qualità energetica abbiano una bassa densità abitativa e una superficie adeguata alle varie tipologie famigliari.

Vogliamo inoltre estendere al maggior numero di persone i vantaggi economici e le ricadute sociali positive che vengono generati dalla valorizzazione di un’area attraverso i meccanismi di perequazione fondiaria previsti dalla normativa vigente, come la realizzazione di servizi sociali supplementari a favore della comunità e la realizzazione di una quota fissa di abitazioni destinate all’edilizia popolare. In questo senso una riflessione particolare potrebbe essere fatta sull’idea del Bonus di edificabilità per soggetti indigenti, stabiliti sulla base di graduatorie, stilate tramite bandi e spendibile all’interno dei comparti edificatori e la creazione di percorsi nei quali l’ente pubblico assuma un ruolo guida, per arrivare alla definizione di comparti di nuova edificazione o di recupero che, interessando un certo numero di piccoli proprietari, possano, oltre al risultato urbanistico, conseguire un obiettivo di giustizia sociale.

7. VALORIZZARE LE ZONE NON URBANIZZATE ED I TERRENI AGRICOLI
Vogliamo introdurre una nuova cultura per la gestione delle aree non urbanizzate favorendo la presenza diffusa di zone verdi e di “aria” tra gli insediamenti favorendone la riqualificazione, se in stato di abbandono, anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini che abitano nei dintorni o che usufruiscono abitualmente del parco.

In un paese come San Giovanni, di grande tradizione agricola e circondato ancora da vaste zone di campi, occorre promuovere dei passaggi verdi tra le zone urbanizzate e la campagna che valorizzino il passaggio tra gli ambiti insediativi in maniera armonica ed evocativa. Delle quinte verdi, anche realizzate con arbusti e con alberi tipici delle nostre zone potrebbero davvero valorizzare la memoria contadina del paese e favorire l’integrazione tra le diverse zone del territorio.

Vogliamo introdurre un modo più rispettoso di considerare il terreno agricolo. Bisogna smettere di guardare all’agricoltura con una prospettiva appiattita alla situazione di crisi presente che genera solo politiche di gestione dell’esistente. Siccome i contadini non ci sono più, tutti quei terreni li facciamo prima o poi edificabili! Ma si è mai pensato che la tendenza sta cambiando? Già il crollo del mercato edilizio e dei guadagni effimeri dovrebbe avere insegnato qualcosa. L’agricoltura invece è una tradizione produttiva che per centinaia e centinaia di anni ha fatto la storia di San Giovanni.

Adesso si tratta di capire che si sta aprendo un nuovo orizzonte per l’agricoltura e per le aziende agricole multifunzionali che si spendono cioè sul mercato come produttori, piccoli commercianti, ristoratori ed anche albergatori attraverso forme di ospitalità diffusa come i bed&breakfast e gli agriturismi. In vari Comuni della Valconca questo processo di trasformazione è partito. Perché perdere anche questo treno?
Vogliamo pertanto introdurre un modo più rispettoso di considerare il terreno agricolo nella dignità della sua funzione produttiva contrastando ogni modifica di destinazione.

Concepire l’agricoltura come risorsa fondamentale dello sviluppo futuro del paese vuol dire valorizzarla nella sua funzione di salvaguardia del territorio attraverso la promozione dell’inventiva e della creatività dell’imprenditore e dei giovani che intendono impegnarsi in questa professione per individuare produzioni e metodologie nuove, come l’agricoltura biologica, che tanto successo stanno avendo in altre zone della nostra provincia come attrattori di segmenti qualificati di turismo enogastronomico.

IV. La cultura come fattore di sviluppo della comunità

Obiettivo: pensare la cultura come fattore di sviluppo e di promozione sociale di San Giovanni.

Vogliamo proporre al paese un progetto globale di promozione del territorio che facendo perno sulle attività e manifestazioni culturali e sulle salienze monumentali e paesaggistiche aiuti a rinnovare l’immagine del paese, comunicandone la freschezza e vivacità culturale oltre che la ricchezza di luoghi di incontro e di relazione.

San Giovanni può diventare un luogo attrattivo in termini di proposta culturale e di incontro conviviale innanzitutto per i suoi abitanti ma anche per chi proviene dai comuni limitrofi o da più lontano.

La cultura come occasione di sviluppo e di crescita sociale significa consapevole partecipazione ai destini della comunità, al dibattito pubblico sugli argomenti che interessano la vita del paese, impegnandosi per realizzare nelle più varie situazioni sociali dei progetti di possibile miglioramento.

In questi tempi di crisi, occorre pensare davvero ad una cultura coinvolgente, inclusiva, che valorizzi le diversità dando alle persone occasioni possibili per sviluppare le proprie potenzialità. In tempi come questi nei quali le risorse per la cultura sono le prime ad essere tagliate, occorre avere il coraggio e la fiducia di investire nella cultura come fattore di sviluppo sociale ed economico della comunità.

Coltivare ambiti culturali, anche piccoli, dando loro continuità e risorse, per un paese significa fare un investimento per il futuro, provando ad immaginare un contesto sociale creativamente fecondo dove i nostri figli possano trovare gli indispensabili spunti formativi per diventare adulti consapevoli che si prendono cura delle sorti dei “beni comuni”.

Serve una politica della cultura che sia rispettosa della pluralità di tutte le culture. Occorre passare dalla cultura dell’evento effimero, che brucia risorse senza lasciare memoria sul territorio, alla cultura del processo lento che sa sviluppare e moltiplicare sul territorio le occasioni di incontro e di relazione tra le persone.

La biblioteca comunale deve diventare lo spazio della conoscenza al servizio dei cittadini per rilanciare all’esterno l’immagine di San Giovanni attraverso azioni culturali di qualità che contribuiscano a creare nella popolazione una nuova consapevolezza di appartenenza stimolando i talenti e le potenzialità presenti sul territorio.

Palazzo Corbucci può diventare lo spazio culturale polivalente all’interno del quale fare crescere la biblioteca, il museo, la sala polivalente per conferenze, la mnemoteca, la sala proiezioni del paese. Occorreranno risorse ingenti e tempo per il pieno recupero. Dato che nel frattempo la cultura non può aspettare, potrebbe essere potenziato l’utilizzo a fini culturali del palazzo della biblioteca e la sede dell’ex municipio in Piazza Silvagni.

Investire in cultura ed utilizzare nel modo più efficace tale investimento significa lavorare con strumenti innovativi per costruire una nuova immagine di paese che sappia fare dialogare la vivacità della proposta culturale con la valorizzazione delle salienze monumentali, paesaggistiche ed enogastronomiche del territorio. La cultura come cura dei “beni immateriali” di una comunità, dei suoi significati più profondi, può contribuire anche a promuovere tutto un tessuto imprenditoriale che si è sviluppato a San Giovanni nel settore dello svago, dello sport e della ricettività fornendogli un contesto simbolico ed impreziosendone la proposta agli occhi dei visitatori esterni. Occorre fare interagire in modo intelligente cultura e sviluppo turistico del paese cogliendo l’occasione delle feste paesane per presentare all’esterno l’immagine di una comunità coesa ed accogliente che non ha perso il senso delle proprie tradizioni e che progetta il suo futuro sviluppo prestando massima attenzione alla salvaguardia del proprio patrimonio monumentale e paesaggistico.


Azioni prioritarie di mandato

1. LA LUDOTECA
All’interno di un’azione complessiva di rilancio della biblioteca comunale si propone di realizzare una sezione ragazzi con annessa ludoteca per svolgere degli interventi di promozione della lettura nei confronti dei più piccoli con il coinvolgimento dei genitori (per esempio attraverso laboratori di lettura di fiabe ad alta voce per genitori condotti da animatori culturali qualificati).

2. LA RASSEGNA DI CONFERENZE
Il coinvolgimento delle persone nelle azioni culturali potrebbe richiedere anche dei momenti di approfondimento culturale su tematiche che emergono dai bisogni concreti , dalle domande vive che sorgono dalle crisi contemporanee (crisi ambientale, crisi economica, crisi del senso…). Le conferenze dovrebbero costituire un momento culturale che la comunità si dona per fare il punto su alcune questioni cruciali e nello stesso tempo per presentarsi in un modo diverso e culturalmente vivace alle persone provenienti dall’esterno.

3. IL MUSEO DEL GRANAIO DEI MALATESTA
Per realizzare una nuova immagine di paese, occorre avere cura degli oggetti e dei reperti che raccontano nel corso del tempo la storia di una comunità. Uno spazio della memoria come un museo è il modo più efficace per restituire alla popolazione il senso del proprio abitare in un determinato territorio e per comunicare all’esterno un’immagine di paese non scontata, non semplice appendice amorfa della costa, ma luogo denso di stratificazioni culturali e salienze paesaggistiche. A San Giovanni in questi anni sono cresciute delle esperienze espositive spontanee, di diverso argomento (etnografico, archeologico,naturalistico…). Altre potrebbero essere sviluppate: si pensi ad un’esposizione dedicata ai grandi pittori marignanesi (Magnanelli, Damiani).

È giunto il momento di proporre ai vari soggetti un coordinamento per razionalizzare i costi di gestione e promozione. Si potrebbe costituire un unico istituto museale articolato in varie sezioni espositive di vario argomento (archeologico, etnografico, naturalistico) con la missione condivisa di valorizzare il territorio facendone conoscere la storia da una pluralità di punti di vista. Lo sviluppo del museo è essenziale per dare sostanza simbolica allo sviluppo turistico del paese diversificandone l’offerta anche sul versante culturale.

4. IL PAESE DEL CINEMA
Il recupero del senso di comunità passa anche attraverso l’utilizzo polifunzionale degli spazi culturali e degli spazi pubblici esistenti. Crediamo che una rassegna di cinema organizzata al Teatro Massari potrebbe progressivamente raccogliere un vasto consenso tra la popolazione costretta attualmente ad usufruire delle rassegne cinematografiche organizzate dai Comuni limitrofi. L’impiego di tecnologie innovative come il cinema a segnale digitale potrebbe consentire un risparmio di risorse e l’inserimento in un’interessante rete culturale.

Durante la stagione estiva, si potrebbe organizzare in piazza Silvagni e negli altri spazi all’aperto presenti nelle frazioni una rassegna itinerante di proiezioni serali con pellicole di qualità per rivitalizzare tutto il paese e dare alle famiglie un’occasione interessante di svago e socializzazione. Promuovendo questo intervento all’esterno, si potrebbero attirare turisti dalla costa e visitatori dai comuni limitrofi. Attraverso un investimento limitato, si andrebbe a creare un appuntamento piacevole, gratuito per la popolazione svolgendo un’azione continuativa di valorizzazione del centro storico e delle varie zone del paese.

5. LA STAGIONE TEATRALE
Occorre potenziare il ruolo del Teatro Massari come centro culturale coinvolgendolo all’interno delle dinamiche sociali del paese. Riteniamo che l’organizzazione di una rassegna teatrale con un repertorio rinnovato ed una tipologia maggiormente diversificata possa contribuire a potenziare quei legami simbolici di appartenenza che alimentano la vitalità del tessuto sociale di un paese. L’interazione del Teatro Massari con gli altri poli culturali del paese (Centro giovani, Biblioteca) potrà essere un ulteriore strumento per raggiungere questa finalità.

6. LE FESTE DEL PAESE
La festa può essere davvero il momento culminante di un percorso di partecipazione culturale attraverso il quale una comunità fa il punto su se stessa presentandosi a chi viene da fuori come paese gioioso ed accogliente. Per fare questo occorre potenziare lo spessore culturale delle feste paesane di Santa Lucia e di San Giovanni – Festa delle streghe, cercando di fare emergere dei tematismi e dei simbolismi che poi le persone del paese, in una preparazione continuativa durante l’anno, potrebbero rappresentare e vivere all’interno della festa. Pensiamo a feste che siano dei veri momenti di crescita per la comunità, delle ‘messe in scena’ della situazione che il paese vive in un dato momento contaminate con le suggestioni che provengono dal passato.

Recuperare le motivazioni simboliche ed esistenziali della civiltà contadina può costituire un legame culturale forte tra feste e manifestazioni culturali disseminate nel corso dell’anno che non si percepiscono più come parti di un ciclo naturale più ampio. La stessa festa delle Streghe in questa prospettiva può essere ripensata come Festa dell’estate e del grano.

Confrontare questi motivi simbolici con i modi di fare festa di persone di altre culture che vivono nel paese può essere inoltre un interessante spunto per aumentare la coesione sociale e rinnovare nel confronto le motivazioni culturali delle feste tradizionali.

7. IL TERRITORIO COME MUSEO DIFFUSO
Occorre valorizzare il patrimonio monumentale del centro storico del paese costruendo un itinerario culturale con visite guidate per i cittadini, i turisti e per gli alunni delle scuole alla Chiesa di San Pietro, alla Chiesa dell’Ospedale, alla Torre Civica, alla Chiesa di Santa Lucia, al Teatro Massari, a Palazzo Corbucci, alle salienze malatestiane ed alle fosse granarie.

Le fosse granarie devono essere inserite in un progetto più ampio di valorizzazione delle tradizioni contadine del paese. Occorre rendere possibile la loro fruizione sia in forma diretta attraverso la realizzazione di un itinerario sotterraneo sia anche attraverso tecniche innovative di presentazione multimediale. L’emozione dell’esplorazione delle fosse potrebbe davvero costituire un’esperienza emozionante che renderebbe memorabile la visita a San Giovanni. La naturale connessione del progetto culturale sulle fosse granarie con la presentazione dei prodotti enogastronomici del territorio consentirebbe un’immersione sensoriale unica nei saperi e sapori del paese.

Ma dobbiamo cominciare a considerare tutto il nostro territorio come un museo a cielo aperto da tutelare e valorizzare come plus valore in aggiunta all’offerta turistica nel settore dello sport e dello svago. Recuperare la fossa dei mulini sul Conca, ripensare all’ex frantoio Asmara come esempio di archeologia industriale e polo naturalistico di ingresso al fiume, valorizzare l’oasi naturalistica della diga e le salienze geologiche della zona, anche attraverso dei pannelli didattici e delle visite guidate in collaborazione con le associazioni naturalistiche locali, attivarsi per recuperare il Santuario di Madonna del Monte come polo storico e culturale della collina, cominciare a pensare anche al recupero dell’antica fornace Verni come possibile luogo di accesso al Ventena dove apprendere la storia della fornace e delle sue attuali produzioni, valorizzare maggiormente la pinacoteca di Isola di Brescia, sono solo alcune delle possibili piste da integrare in un progetto organico di promozione e valorizzazione culturale e turistica del nostro territorio.

V. La cura del tessuto sociale del paese

Obiettivo: rigenerare il tessuto sociale di San Giovanni moltiplicando il confronto tra le generazioni e potenziando le occasioni di libera espressione.

Lo sviluppo edilizio caotico di questi ultimi venti anni oltre che incidere pesantemente sul consumo del territorio ha determinato un progressivo indebolimento del tessuto sociale del paese e delle relazioni tra le persone. Il vero patrimonio di un paese infatti è costituito dal capitale di legami sociali diffusi e praticati.

Se le relazioni sociali si deteriorano anche la vivibilità del paese si impoverisce, diminuisce la sua capacità di risposta creativa alle situazioni problematiche che la crisi globale sta portando sul nostro territorio, non si crea un terreno fertile dove giovani talenti possano formarsi.

Per rigenerare il tessuto sociale del paese, rendendolo maggiormente vivace ed attraente all’esterno, occorre valorizzare il patrimonio di esperienze e di energie che i nostri anziani ed i nostri giovani possiedono.

Occorre favorire l’incontro tra le generazioni attraverso azioni che valorizzino il tesoro di esperienze e di saperi che i nostri anziani custodiscono e la voglia di esprimersi dei nostri giovani. Una comunità all’interno della quale sia diffusa nelle nuove generazioni la consapevolezza della propria tradizione sociale ed economica è una comunità più forte ed equilibrata. È una comunità dove gli anziani ed i giovani costituiscono un soggetto propositivo da valorizzare e sostenere negli interventi di volontariato finalizzati alla valorizzazione del territorio e alla formazione.

Rimettere in circolo attraverso il contributo degli anziani gli antichi saperi dei contadini e gli antichi mestieri degli artigiani può essere inoltre un’occasione per le nuove generazioni e le giovani famiglie di identificare nuove occasioni di sviluppo ed interessanti sbocchi professionali.

Tutte le pratiche del riuso, riutilizzo e della riparazione sono tesori una volta diffusi e che ancora oggi, con il sostegno della parte pubblica, possono ridiventare un patrimonio di tutta la cittadinanza e fermento per uno sviluppo sostenibile del territorio.

Riavvicinare le giovani famiglie ed i giovani alla terra, facendoli interagire con gli anziani in contesti concreti come la gestione di un orto, può essere un’intelligente occasione per promuovere uno sviluppo alternativo ed una gestione del territorio che preservi in modo attivo i terreni agricoli favorendo la pratica di forme di coltivazione rispettose dell’ambiente.

Valorizzare la ricchezza che gli anziani rappresentano facendo emergere il protagonismo dei giovani può essere una strategia vincente per rigenerare il tessuto sociale del paese e creare occasioni concrete per fare emergere le potenzialità creative, i talenti presenti a San Giovanni, favorendone la costituzione in associazione e promuovendone la relazione con scenari più ampi, anche in una prospettiva di sviluppo turistico.

Presentare il proprio paese all’esterno come sede di laboratori, residenze creative dove vengono trasmessi antichi saperi contadini, dove si possono imparare antiche ricette ed entrare in contatto con tutto l’originale patrimonio culturale ed enogastronomico che San Giovanni offre può significare creare delle occasioni di lavoro nel settore ricettivo e dello svago intercettando da tutta Europa segmenti di giovani interessati al turismo creativo.

Occorre pensare agli interventi nel settore sociale come interventi indispensabili per fare emergere e ripartire, in una prospettiva lungimirante, le peculiarità e le caratteristiche del paese, puntando in maniera credibile sulla prevenzione e sulla capacità di ricostruzione delle potenzialità della comunità. Il nostro Comune potrebbe potenziare la presenza ai tavoli provinciali dove vengono discussi i vari ambiti di intervento dei piani di zona per sostenere con più forza i bisogni sociali del paese. La rete dei servizi sociali deve essere maggiormente radicata sul territorio per erogare interventi assistenziali, educativi, riabilitativi sempre più vicini alle esigenze reali delle persone.

In questo percorso di rigenerazione sociale è possibile fare emergere anche la ricchezza che rappresentano le altre culture presenti nel paese attraverso l’organizzazione di momenti di confronto interculturale e attraverso il potenziamento dei progetti interculturali dell’Istituto Comprensivo.

Azioni prioritarie di mandato

1. LA STANZA DELLA MEMORIA
Per favorire l’incontro tra le generazioni si propone di sistematizzare la raccolta delle memorie degli anziani e dei cittadini di San Giovanni attraverso la creazione nella biblioteca comunale di una “Stanza della Memoria” nella quale chiunque, in orari prefissati, potrà rivolgersi per lasciare la sua memoria di vita. Le memorie potrebbero essere raccolte e trascritte da volontari coordinati da un esperto per poi essere restituite alla popolazione in opportuni momenti di socializzazione e di festa e tramite un sito web.

L’elaborazione di un incontro vitale tra le generazioni (giovani, anziani) è ciò che questa azione intende perseguire. Giovani e anziani possono cominciare ad interagire e a progettare un futuro diverso per il paese proprio attraverso l’ascolto reciproco delle proprie storie di vita. Il racconto del passato che gli anziani svolgono può andare ad integrare e a riempire di senso l’esperienza di presente dei giovani per essere attualizzato e restituito alla cittadinanza anche attraverso modalità espressive contemporanee (come il video o la rete) vicine all’universo giovanile.

2. IL CENTRO GIOVANI EX MACELLO
I giovani sono il futuro del paese. Investire seriamente nelle politiche giovanili significa progettare un paese futuro dove i giovani divengano davvero protagonisti della vita politica e civile, interlocutori attivi del dibattito pubblico. Per raggiungere questo obiettivo occorre creare dei percorsi culturali, coordinati da personale qualificato, che rendano possibile l’emergere della creatività giovanile attraverso la musica, il teatro, il cinema, l’accesso gratuito alle informazioni della rete, l’interazione con gli adulti e gli anziani.

Gli operatori, oltre a fornire occasioni formative e di svago, dovrebbero con continuità “stare” coi ragazzi, soprattutto con gli adolescenti e pre-adolescenti, per dare loro la possibilità di conoscersi e crescere attraverso la libera espressione artistica, attraverso la partecipazione attiva alle questioni che interessano la vita del loro paese e attraverso l’autogestione del centro.

Si propone di mettere a disposizione di questo progetto in via definitiva la sede dell’ex macello nel Fosso del Pallone, facendo una scelta logistica e gestionale chiara e trasparente e superando la confusione ed i ritardi che hanno contraddistinto sino ad ora l’azione amministrativa. La gestione del centro non potrà che essere migliorata dal coinvolgimento delle varie realtà sociali del paese che si occupano di giovani (associazioni, scuole, parrocchie, gruppi di genitori).

Un luogo dedicato interamente ai giovani e da essi portato attivamente avanti, un luogo culturale posto a ridosso del centro storico può contribuire a rivitalizzare il paese e può davvero costituire un fermento per rafforzare il tessuto sociale e migliorare l’immagine del paese in termini di vivacità e di proposta culturale innovativa.

All’interno delle attività del centro un particolare interesse sta nel creare appositi momenti e percorsi dove i ragazzi diversamente abili possano comunicare insieme ad altri giovani, attraverso il linguaggio espressivo della musica, della danza e della pittura, esperienze di vita diverse.

3. IL MIO SPAZIO: LO SPAZIO DELL’ESPRESSIONE
Occorre realizzare uno spazio pubblico per dare la possibilità ai tanti artisti marignanesi di esporre le proprie opere e di raccontare agli altri il proprio percorso creativo. Riteniamo essenziale la realizzazione di uno spazio pubblico dedicato alla libera espressività per fare crescere in maniera diffusa il gusto per l’arte e per la cultura, per rafforzare il contesto sociale del paese e per fare emergere le potenzialità creative presenti nel territorio. Tale spazio se collocato nel palazzo della biblioteca ne potrebbe arricchire certamente l’offerta e costituire anche un motivo di attrattiva per i visitatori esterni.

Dei corsi dedicati alla pittura, al découpage, alla scrittura, alla fotografia e al cinema potrebbero arricchire e sedimentare nel paese l’interesse per gli ambiti dell’espressione e dare anche un’opportunità ai tanti appassionati del settore di perfezionarsi attraverso l’insegnamento delle proprie tecniche e del proprio modo di rapportarsi alla creazione artistica. La riscoperta diffusa del proprio talento artistico può inoltre contribuire a risvegliare nella popolazione l’interesse per la conoscenza e la tutela del patrimonio artistico e della storia di San Giovanni.

4. LO SCAMBIO DEI SAPERI
San Giovanni è un paese ricco di storia e tradizione. Lo caratterizza una preziosa cultura popolare fatta di mestieri, professioni, manualità e conoscenze legate alla terra e alle sue genti. Lo sviluppo urbanistico e produttivo degli ultimi anni si è un po’ dimenticato dell’importanza che questi elementi rivestono all’interno di un contesto sociale che si vuole coeso, sostenibile, collaborativo, cioè di una comunità che vuole vivere e crescere insieme. È possibile sviluppare momenti di condivisione per la trasmissione di saperi da una generazione all’altra, da marignanesi ‘purosangue’ ai nuovi cittadini e viceversa al fine di estendere ed arricchire il patrimonio culturale, paesaggistico, le tradizioni e le tipicità.

Gli anziani soni i custodi di conoscenze preziose che potrebbero servire alle giovani generazioni, non solo per un loro arricchimento personale, ma anche professionale, imparando mestieri che in questi momenti di crisi potrebbero essere una risorsa creativa e proficua.

Attraverso l’attivazione di laboratori dei mestieri (calzolaio, sartoria, ricamo, giardiniere, contadino, zdora, ecc) coinvolgendo le scuole e l’associazionismo marignanese è possibile reimpiantare tra i giovani una serie di competenze che poi potrebbero essere socializzate e valorizzate anche in chiave turistica.

Si potrebbero infatti organizzare degli scambi culturali e stage a tema contadino/agricolo/enogastronomico rivolti a comunità estere gemellate interessate all’eccellenze del nostro territorio e agli antichi saperi e mestieri della civiltà contadina.

5. A SCUOLA CON I NONNI
Un ambito per promuovere l’interazione tra volontari anziani e giovani generazioni può essere anche il campo scuola inteso come estensione ed integrazione delle tradizionali proposte estive rivolte ai ragazzi dopo la fine della scuola. La proposta di un campo scuola nasce sia dalla constatazione delle necessità di questo servizio per venire incontro alle esigenze soprattutto delle donne che lavorano durante il periodo estivo e dall’altra dalla necessità di innovare la tipologia e la durata delle offerte formative che attualmente vengono proposte affinché il campo non sia solo un parcheggio.

Da un lato occorre conoscere meglio le esigenze in termini di tempo delle mamme, dall’altro occorre migliorare l’offerta formativa proponendo ai ragazzi degli stimoli che possano accompagnarli nella loro crescita. Il coinvolgimento di anziani volontari, per esempio nonni degli stessi bambini, che affianchino il personale qualificato potrebbe essere lo strumento essenziale per fare partire delle attività manuali ispirate al tradizionale mondo della civiltà contadina come la tenuta di un orto, la riparazione e la costruzione di un attrezzo, la preparazione di piatti della cucina locale, l’arte del ricamo, la conoscenza del nostro dialetto.

Il personale qualificato potrebbe promuovere e valorizzare il coinvolgimento degli anziani nelle attività estive anche per fare conoscere le risorse del territorio di San Giovanni ai bambini (dal parco del Conca al centro giovani, dalle colline alla biblioteca). Importante insomma è che le attività estive escano dagli spazi scolastici ad esse attualmente dedicati e si possano estendere anche ad altri luoghi del paese più accoglienti e ricchi di spunti esperienziali e conoscitivi.

6. PROMUOVERE L’INTERCULTURA
I preziosi saperi dei nostri anziani “maestri” devono essere donati anche a chi, appena arrivato a San Giovanni, vuole entrare a far parte a pieno titolo della vita del paese ed intende, a sua volta, offrire ai marignanesi le proprie esperienze, le proprie tradizioni in un mutuo e reciproco scambio di conoscenza e di sapere. Attraverso semplici momenti di confronto tra persone di diverse culture sarà così possibile ricreare un tessuto sociale che si basa sull’incontro e l’arricchimento reciproco. Si pensi ad esempio a véggie pubbliche di racconto di storie e credenze popolari o alla preparazione di cibi tipici con relativa degustazione.

Accogliere le famiglie che vengono ad abitare a San Giovanni significa dunque promuovere momenti di incontro e di socializzazione dedicati alla conoscenza delle reciproche tradizioni culturali, linguistiche, gastronomiche. Sviluppare questi momenti a partire dal mondo della scuola attraverso il potenziamento dei progetti interculturali e della mediazione interculturale significa investire risorse per consegnare ai nostri figli una società futura ispirata al rispetto e alla valorizzazione delle diversità, nella quale ogni differenza venga considerata una ricchezza che possa contribuire alla realizzazione del bene di tutti.

7. PIU’ SPORT PER TUTTI
A San Giovanni le strutture sportive non mancano (campo da golf, centro ippico, campi da calcio) ma la loro fruibilità è limitata a una fascia ristretta di persone. In realtà per chi vuole fare sport senza spendere denaro ci sono poche zone attrezzate e alcune versano in stato di degrado.
Occorre recuperare i campetti esistenti, attraverso il rifacimento dei manti, delle recinzioni e delle attrezzature e, ove necessario, allestire nuove strutture.
Proponiamo anche l’installazione di nuove dotazioni sportive nelle strutture già esistenti al fine di aumentare la funzionalità e ampliare quindi la fruibilità agli appassionati di tennis, basket, calcetto e pallavolo. La spesa sarebbe contenuta, si tratterebbe soltanto di installare qualche cesto e qualche rete.
In concertazione con i residenti delle zone limitrofe, è possibile dotare tali zone anche di illuminazione, ove mancante, per una loro fruizione anche nelle ore serali.


VI. Lo sviluppo sostenibile del territorio

Obiettivo: migliorare la qualità della vita migliorando la tutela dell’ambiente.

Vogliamo creare una nuova immagine del paese, che possa essere attrattiva anche per dei visitatori esterni, partendo dalla valorizzazione delle caratteristiche paesaggistiche, dalla salvaguardia dell’ambiente e dalla promozione di una serie di azioni indirizzate a migliorare progressivamente la qualità degli stili di vita e lo stato delle risorse naturali (aria, acqua, terra).

Vogliamo che il paese non sia solo un luogo di passaggio, una “porta di accesso a qualcosa d’altro”, da attraversare e superare, ma che ridiventi un luogo in cui sostare e soggiornare con serenità e tranquillità, un luogo che si differenzi per la qualità della vita dalla costa e non ne diventi una semplice appendice ludica.

Vogliamo impostare la promozione del paese verso l’esterno facendone conoscere innanzitutto la storia, la cultura ed il contesto paesaggistico. Vogliamo caratterizzare l’immagine “turistica” di San Giovanni favorendo la tutela e lo sviluppo di uno stile di vita marignanese, tra cultura, sport e buona tavola, che possa essere attrattivo non solo per il turista annoiato dalla costa, ma anche per segmenti alimentati da interessi più specifici.

Per raggiungere questi obiettivi occorre che il Comune si faccia parte attiva e promuova degli interventi accessibili a tutti, anche a diversi livelli di partecipazione e di impegno, per migliorare i consumi, il ciclo dei rifiuti, la rete dell’economia locale, la tutela e fruizione del paesaggio.

Spesso si pensa che problemi planetari come l’alterazione del clima e il depauperamento delle risorse naturali possano avere solo soluzioni globali. È però chiaro che nel contemporaneo contesto “glocale”, cioè nello stesso tempo globale e locale, assumono grande importanza anche le scelte locali, anzi le scelte individuali. Dobbiamo convincerci che per migliorare lo stato dell’ambiente dobbiamo cominciare a prendercene cura direttamente partendo dalle nostre scelte quotidiane di consumo delle risorse, dai nostri stili di vita, modificando il nostro rapporto con l’ambiente a noi più vicino.

Fare radicare in un territorio degli stili di vita rispettosi dell’ambiente è per un Comune un investimento sensato perché aumenta il livello complessivo della qualità del paese sia dal punto di vista del rispetto ambientale che della crescita della consapevolezza ambientale delle persone. È un investimento sensato perché mira ad ottenere un risparmio di risorse energetiche e dunque un risparmio di risorse per quel che riguarda lo spreco di acqua, la produzione e smaltimento di rifiuti, il trasporto di merci. Migliora l’ambiente, migliora il bilancio del Comune, migliora la qualità di vita delle persone!

Possiamo cominciare a valutare positivamente lo sviluppo sostenibile del territorio anche da un punto di vista economico. La rete dell’economia locale non può che avere un benefico impulso dalla valorizzazione e dalla tutela del paesaggio e delle risorse culturali ed enogastronomiche del territorio.

Migliorare lo stato dei nostri parchi, fare una seria manutenzione ed un attento recupero degli itinerari escursionistici lungo i fiumi Conca e Ventena, individuare percorsi ciclopedonali nella zona collinare significa promuovere una relazione più intensa delle persone con la natura, dei cittadini con il proprio territorio, facendo crescere l’importanza della tutela del paesaggio anche come occasione anche per uno sviluppo in senso turistico dell’economia locale.

Promuovere la diffusione e il consumo di prodotti alimentari del territorio in forma diretta (mercatino degli agricoltori), attraverso forme innovative di acquisto (gruppi di acquisto solidale) e soprattutto attraverso gli esercizi commerciali del paese può innescare un circolo virtuoso per favorire i cittadini con prodotti di qualità, sostenere i coltivatori diretti locali e rendere maggiormente attraente il livello dei servizi erogati dalla rete di distribuzione commerciale locale.

Non si tratta infatti di creare delle false contrapposizioni tra produttori, negozianti e consumatori, ma di elevare complessivamente il livello qualitativo dell’offerta accorciando la distanza della filiera e dirigendosi con decisione verso la diffusione differenziata del prodotto a chilometro zero. Occorre potenziare la promozione dei prodotti enogastronomici di San Giovanni attraverso la creazione di un marchio di denominazione comunale.

Passare inoltre a forme più efficienti di recupero dei rifiuti come la raccolta porta a porta, introdurre delle metodologie di riduzione dei rifiuti può consentire dei risparmi nello smaltimento da parte del Comune ma soprattutto può contribuire a ridurre la tariffa a carico del cittadino e delle imprese, dando così motivazioni concrete alla pratica della raccolta differenziata. Ne guadagnerà inoltre il decoro complessivo del paese, senza cassonetti per le strade, e così la sua connotazione ecologica per i cittadini e i visitatori. Divenire un paese leader nella raccolta differenziata è infatti un obiettivo che sempre più ha rilievo nella prospettiva dello sviluppo di un turismo sostenibile ed ecologicamente caratterizzato.

Azioni prioritarie di mandato

1. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA
Dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti si possono dire almeno due cose con certezza: è molto costoso e a fronte delle risorse impiegate i risultati sono stati modesti. Il Comune di San Giovanni spende per lo smaltimento dei rifiuti ben € 1.300.000,00 all’anno ed anche quest’anno la tassa sui rifiuti è aumentata del 3,5%. Ma la raccolta differenziata nel nostro territorio non è ancora decollata. I dati 2007 per San Giovanni si attestano sul 38,68% a fronte di una media provinciale del 35,00%. In pratica, il cittadino volonteroso di San Giovanni è invitato saltuariamente dall’amministrazione a fare la raccolta differenziata, ma a questo non seguono incentivi e resoconti dettagliati sull’efficacia della raccolta effettuata. Il cittadino che fa la raccolta differenziata ora non ha vantaggi economici strutturali in termini di riduzione della tassa pagata. Le motivazioni a svolgere una raccolta di questo genere le deve trovare in se stesso, non avendo riscontri sull’importanza strategica che un servizio del genere ha sulle politiche pubbliche di gestione sostenibile del territorio. Sembra che qui come in altri campi ci si debba limitare a gestire l’esistente (cioè l’aumento dei rifiuti) e tirare a campare. Il Comune invece dovrebbe svolgere un ruolo più attivo cercando di sperimentare altre forme più efficaci di gestione dei rifiuti, come la raccolta differenziata porta a porta, che portano risultati tangibili in tempi brevi e motivano le persone a partecipare, anche attraverso la riduzione di parte della tassa, grazie ai risparmi che il Comune consegue per lo smaltimento dell’indifferenziato, ed attraverso la promozione di corsi di formazione per la riduzione di rifiuti.

Un’azione per ridurre la produzione dei rifiuti è favorire la diffusione presso gli esercizi commerciali del territorio di dispenser per la distribuzione di prodotti alimentari e non alimentari, come i detersivi, per rendere possibile dei risparmi e migliorare la qualità dell’ambiente attraverso il riutilizzo dei contenitori.

Un ulteriore vantaggio della raccolta porta a porta è che potrebbe coinvolgere anche cooperative sociali del territorio, creando delle nuove occasioni di lavoro. Inoltre, con la scomparsa dei cassonetti dalle strade, aumenterebbe il decoro urbano e l’immagine di San Giovanni ne trarrebbe giovamento. Nella nostra Regione ci sono Comuni, di dimensioni simili a San Giovanni, nei quali il servizio porta a porta è realizzato con efficacia dalla stessa Hera S.p.A. la quale, dunque, ha tutte le risorse umane e strategiche per mettere in piedi un servizio del genere. Certo, ci vuole buon senso, capacità di attrarre altri Comuni limitrofi nel servizio, un ruolo più propositivo del Comune alla riunioni dell’A.T.O. e soprattutto il coinvolgimento capillare dei cittadini. Come tutte le cose nuove anche la raccolta porta a porta avrà dei tempi fisiologici per radicarsi. L’importante, avendo presente l’obiettivo di spendere in maniera razionale le risorse che i cittadini pagano per il servizio di smaltimento rifiuti e l’obiettivo di migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, è inserirsi nei progetti di raccolta porta a porta che a livello provinciale sono già partiti, incrementando la raccolta differenziata, riducendo i rifiuti prodotti e cominciando a sperimentare la raccolta porta a porta all’inizio solo in alcune zone per poi estenderla progressivamente a tutto il paese.

2. VALORIZZARE LA RETE DELL’ECONOMIA LOCALE
Vogliamo promuovere lo sviluppo locale favorendo la diffusione dei prodotti locali nella rete commerciale presente ed attivando anche forme innovative di distribuzione. Occorre favorire l’incontro tra produttori agricoli del territorio e consumatori attraverso l’istituzione di un mercatino degli agricoltori ed incentivando la distribuzione dei prodotti enogastronomici locali negli esercizi commerciali di San Giovanni. La rete commerciale del territorio potrebbe incrementare la qualità della propria offerta attraverso azioni di interazione con i produttori locali promosse dall’amministrazione pubblica.

È opportuno promuovere il radicamento sul territorio di un gruppo di acquisto solidale, entrando in sinergia con la Rete GAS di Rimini. I gruppi di acquisto solidali sono gruppi di persone che si uniscono per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari in genere biologici ed ecocompatibili. I GAS cercano anche di fare crescere degli atteggiamenti solidali tra i membri del gruppo, assumendo così un forte valore sociale, ed anche nei confronti dei produttori locali che cercano di fornire prodotti coltivati con attenzione all’ambiente. Partendo da un gesto semplice come il fare la spesa è possibile fare radicare dei comportamenti rispettosi dell’ambiente ed attenti alla valorizzazione del proprio territorio e anche di quelli più lontani ed economicamente svantaggiati in un’ottica di commercio equosolidale. Il Comune non può che trarre beneficio nel promuovere un GAS sul proprio territorio in termini di crescita della qualità della vita e della diffusione di una maggiore consapevolezza nel consumo delle risorse.

Per valorizzare ulteriormente, anche verso l’esterno, i prodotti, le tradizioni e la cultura agro-alimentare del territorio di San Giovanni proponiamo di istituire un marchio di certificazione De. Co., un registro di Denominazione Comunale di Origine dei prodotti tipici locali. Attraverso l’istituzione della De. Co. è possibile realizzare dei progetti di promozione integrata delle salienze enogastronomiche, delle tradizioni produttive e delle sagre anche in una prospettiva turistica. Il marchio di certificazione tipica potrebbe essere un ulteriore tassello per la promozione della rete dell’economia locale e per caratterizzare l’immagine di San Giovanni associandola a prodotti enogastronomici unici e ricchi di tradizioni come il vino, il grano, il formaggio, la piadina, la ‘spoglia’.

Un elemento importante al fine di sviluppare l’aspetto più commerciale di San Giovanni sarà la creazione di un padiglione fieristico che consenta lo svolgersi di manifestazioni durante tutto l’arco dell’anno ad esempio attraverso il riadattamento, la ristrutturazione ed un ampliamento organico di una casa colonica esistente localizzata vicino al centro del paese .

3. CAMBIARE STILI DI VITA INSIEME… IN FAMIGLIA
È importante coinvolgere le famiglie e tutte le persone interessate in un percorso continuativo di formazione ecologica a partire dai gesti quotidiani di consumo delle risorse. Radicare nel paese una consapevolezza diffusa è importante anche in una prospettiva lungimirante, a cascata. Le famiglie infatti sono i veri luoghi educativi nei quali i bambini e le bambine apprendono le modalità di relazionarsi alle risorse ed all’ambiente. Si potrebbero progettare a livello di frazione e/o di quartiere dei percorsi formativi su argomenti concreti come per esempio:
- l’uso della sporta non di plastica per andare a fare spesa;
- l’acquisto di prodotti senza imballaggi per ridurre i rifiuti;
- l’acquisto ed il consumo di prodotti del territorio;
- l’utilizzo di riduttori di flusso per risparmiare acqua;
- la promozione dell’uso dell’acqua del rubinetto, più economica e controllata, per risparmiare plastica;
- l’uso e la produzione dei detersivi ecologici;
- l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici;
- la riqualificazione energetica degli edifici e dei veicoli;
- la raccolta differenziata;
- l’utilizzo di lampade a basso consumo e a lunga durata.

Tutti questi percorsi di informazione e sensibilizzazione ecologica dovrebbero essere articolati per livelli di intensità così che tutti i cittadini del paese, ognuno con le sue forze, possano contribuire al miglioramento dell’ambiente che tutti condividiamo. Ci saranno così persone interessate ad approfondire l’uso della sporta o dei detersivi ecologici ed altre invece interessate ad avere informazioni per installare degli impianti di energia rinnovabile. L’importante è che il Comune non lasci solo nessuno, sollecitando tutti a cambiare, per quello che ognuno può, il proprio stile di vita attraverso l’adozione di comportamenti di buon senso che fanno anche risparmiare risorse.

4. I PARCHI FLUVIALI
La storia di San Giovanni è anche una storia di acqua, la storia dei suoi fiumi e dei suoi mulini. Occorre valorizzare le vene d’acqua del territorio: Tavollo, Ventena, Conca recuperando i percorsi ciclopedonali presenti e/o creandone di nuovi per rendere possibile la fruizione naturalistica ed escursionistica dei nostri fiumi. Questa azione di valorizzazione dei fiumi deve andare di concerto con il potenziamento del nostro sistema dei parchi che può essere promosso e rilanciato proprio come un sistema di parchi dei fiumi.

In particolare, per quanto riguarda il Ventena è opportuno prendere come punto di riferimento del parco fluviale il parco Gaibarella ed il parco di Brescia che possono fungere come punti di partenza e di arrivo dei percorsi lungo il fiume. Punto di accesso al Conca potrebbe essere il parco di Montalbano opportunamente recuperato e connesso al fiume con un adeguato percorso ciclopedonale.

Occorre recuperare inoltre il percorso che si snoda dalla diga in direzione di Morciano predisponendo delle opportune soluzioni per fare fronte alle situazioni di degrado presenti, soprattutto all’altezza del campo da golf. Il percorso potrebbe essere arricchito attraverso l’allestimento di pannelli didattici lungo il corso del fiume che ne illustrino le salienze geologiche e naturalistiche. L’invaso del Conca potrebbe essere valorizzato attraverso il potenziamento della sua valenza naturalistica, creando connessioni con l’osservatorio naturalistico del WWF e favorendo la nascita di altre postazioni di birdwatching. Tutta l’area del Conca potrebbe diventare un grande laboratorio naturalistico a cielo aperto nel quale organizzare delle visite guidate con personale qualificato.

Il frantoio Asmara potrebbe essere recuperato come esempio di archeologia industriale e allestito con gazebo e postazioni per la sosta. Al frantoio potrebbe essere allestito un servizio di affitto biciclette per consentire l’escursione. Il plus valore del Parco del Conca sta nella sua natura ancora selvaggia che occorre preservare e tutelare da interventi antropici che negli anni si sono moltiplicati anche in forme incongrue. La bellezza del paesaggio è il valore che occorre promuovere attraverso installazioni leggere per favorire l’escursione, senza appesantire il fiume con ulteriori insediamenti.

Un ulteriore valore potenziale del circuito dei parchi fluviali di San Giovanni potrebbe essere il recupero delle salienze storiche limitrofe. La zona del parco del Ventena potrebbe essere arricchita attraverso la valorizzazione dell’edificio storico della vecchia fornace mentre sarebbe importante il recupero dell’antica fossa dei mulini lungo il Conca, memoria di un’epoca che rimanda alle profonde radici contadine del paese.

Insomma, investendo nella manutenzione e nell’allestimento dei parchi si potrebbero recuperare delle vaste zone verdi a ridosso dei fiumi ad alto interesse turistico nelle quali creare delle zone di sosta e di relax con fontanelle e gazebo e la possibilità di degustare dei prodotti tipici del territorio direttamente presso le aziende agricole vicine.

I parchi pubblici sono il segno della presenza quotidiana del Comune tra la gente, il luogo dove le mamme ed i nonni portano i più piccoli a giocare, un luogo di pace per molti cittadini. Per questo occorre prestare particolare attenzione alla loro manutenzione ed alla loro messa in sicurezza. Proponiamo di delimitare meglio il perimetro dei parchi (per esempio del parco Gaibarella e del parco dei Tigli) con recinzioni che separino in modo sicuro le aree di gioco e sosta dalle strade limitrofe, spesso abbastanza trafficate, e di migliorare l’accesso attraverso l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche presenti.

5. GLI INTERVENTI DI TUTELA DEL PAESAGGIO
Riteniamo che sia importante tutelare l’immagine del paesaggio di San Giovanni preservando una percezione sociale e visiva che si è andata accumulando nei secoli e che negli ultimi venti anni ha subito degli sfregi pesanti. Occorre prestare la massima cura nella tutela dei punti panoramici e paesaggistici notevoli come gli argini dei fiumi, la collina, il territorio agricolo, partendo dall’eliminazione di quei manufatti incongrui, come l’antenna della telefonia installata nel cimitero, che deturpano il profilo del paesaggio.

È importante attivarsi inoltre per mitigare gli effetti di tutte quelle infrastrutture presenti sul territorio (come l’autostrada e l’elettrodotto) che producono effetti negativi – e finora non monitorati – in termini di rumore e di emissioni elettromagnetiche. Per quanto riguarda l’autostrada, occorre attivarsi affinché l’ente gestore proceda finalmente ad installare delle opportune barriere antirumore partendo dai tratti che interessano gli insediamenti abitativi presenti.

Per quanto riguarda l’elettrodotto, è necessario che il Comune, uscendo dalle posizioni ambigue tenute fino ad ora, si faccia parte attiva sostenendo la lotta dei cittadini di San Giovanni che in questi anni hanno vinto tutte le cause contro il gestore dell’impianto e che giustamente ora attendono degli opportuni interventi per risolvere una situazione insostenibile. È importante che il Comune faccia sentire il suo peso nella questione, promuovendo degli studi e dei monitoraggi continuativi sugli effetti dell’elettrodotto per la salute pubblica e facendo pressioni sul gestore affinché proceda a rimuovere le strutture che devono essere rimosse ed ad apportare i necessari interventi di messa in sicurezza e di mitigazione.

Occorre inoltre effettuare degli interventi di riqualificazione del territorio attraverso dei seri progetti di manutenzione del patrimonio arboreo pubblico, evitando di fare abbattere piante di cinquanta o sessanta anni solo perché giudicate frettolosamente ‘malate’. Anzi, è necessario impostare un progetto di tutela degli alberi storici, promuovendo manifestazioni e corsi, anche attraverso un percorso in collaborazione con le scuole, che diffondano la conoscenza di questa importante componente del patrimonio paesaggistico del paese. In ogni caso, è sensato investire risorse in un piano di piantumazione sistematico, sostituendo sempre nello stesso luogo le piante che vengono abbattute attraverso la piantumazione di alberi ed arbusti tipici delle nostre zone. Migliorare infatti la qualità complessiva dell’immagine del territorio rende il paese maggiormente attraente anche per i visitatori esterni oltre che migliorare la qualità della vita dei residenti.

VII. La mobilità: ci sono alternative all’auto!

Obiettivo: Muoversi tutti ma muoversi meglio.

Il tema della mobilità è divenuto centrale anche per un paese mediamente piccolo come San Giovanni. Il nostro modo di vivere, le nostre mutate attività quotidiane, le nuove esigenze della famiglia hanno contribuito all’aumento del numero di auto pro capite e di conseguenza all’aumento di quelle circolanti sulle strade. Crediamo che nessun cittadino di San Giovanni si immagini la sua vita senza auto in quanto la lontananza dai servizi e da poli commerciali di rilievo, la difficoltà di trovare mezzi alternativi e quella di istituire un servizio pubblico che riesca a soddisfare le esigenze della popolazione fanno sì che questo problema si acuisca. Occorre fare i conti del resto con una paese in cui la popolazione è piuttosto “sparpagliata” sul territorio, un numero di residenti limitato, che non consentono di attuare quegli interventi che invece possono essere risolutivi per contesti cittadini.

Per capire il fenomeno, e trovarne di conseguenza le soluzioni occorre suddividerlo in due grandi gruppi: gli spostamenti delle persone e quelli dovuti alle merci ed alla prestazione di servizi.
I primi a loro volta si suddividono in spostamenti interni al paese per recarsi al lavoro, per la spesa e acquisti vari e per portare il proprio figlio a scuola. Gli spostamenti interni sono per San Giovanni la maggioranza. Per essi politiche efficaci a livello comunale possono portare grandi miglioramenti, mentre per quelli da e verso altre destinazioni è gioco forza adottare provvedimenti concertati con i Comuni limitrofi. In questo senso il Comune di Cattolica risulta quello con cui, visto l’interscambio esistente, vi è la necessità di trovare efficaci convergenze. Occorre in particolare avviare un progetto intercomunale di potenziamento e promozione del trasporto pubblico finalizzato a mitigare il flusso del traffico privato nella zona artigianale per motivi di lavoro.

Non è possibile lasciare questo aspetto senza una soluzione che deve prendere le mosse da un approccio a largo spettro in quanto l’intervento singolo avrà sempre una portata limitata. Il concetto di fondo che deve guidare le scelte su un tema così caro ai cittadini dovrà essere quello di trovare un modo per consentire il proliferare di questi spostamenti, che sono il segno della vitalità sociale del paese, attraverso scelte che non prevedano forzatamente l’ampliamento delle rete viaria, costoso sia in termini economici sia di consumo di territorio, ma al contrario razionalizzi il sistema privilegiando la mobilità dolce, molto meno invasiva di quella carrabile e dirotti verso strade virtuali ciò che è possibile fare senza spostarsi fisicamente.

Azioni prioritarie di mandato

1. SENSIBILIZZARE LA POPOLAZIONE AL PROBLEMA DEL TRAFFICO
Un primo obiettivo è sensibilizzare la popolazione a questo problema in quanto per un buffo paradigma le auto in eccesso sono sempre quelle degli altri. Occorre far capire quanto l’uso dell’auto soprattutto per spostamenti medio-brevi sia deleterio per l’ambiente oltre che poco conveniente per le nostre tasche e per il nostro tempo. L’auto insomma va utilizzata con giudizio per garantire un miglioramento anche alla nostra salute.

2. INCENTIVARE L’USO DELLA BICICLETTA
Un obiettivo prioritario è quello di incentivare l’uso della bicicletta mediante la realizzazione di un sistema di piste ciclabili con alti tassi di sicurezza per il ciclista, che conducano ai luoghi cardine del paese, scuole, municipio, centro commerciale, facendole divenire convenienti anche per il tempo risparmiato rispetto all’auto. Ciò significa ad esempio trovare delle “scorciatoie” con piste esclusivamente dedicate alle bici, autonome e su sede propria, interconnesse a quelle bordo strada o sul marciapiede (il ponte in corrispondenza dell’ex Macello potrebbe accorciare notevolmente il collegamento tra la zona a mare del paese con via Montalbano e la scuola delle suore) o prevedere l’inserimento del “contromano ciclabile” nelle strade a senso unico per evitare percorsi di aggiramento lunghi e rendere così le piste ciclabili maggiormente appetibili. Un sistema di piste ciclabili dovrà essere studiato anche per connettersi ai paesi confinanti, in primo piano Cattolica e il mare, attraverso un progetto che dovrà avere, naturalmente, respiro intercomunale. Proponiamo inoltre di realizzare al più presto una pista ciclopedonale che colleghi Montalbano al capoluogo.

3. RAZIONALIZZARE L’USO DELL’AUTO
D’altro canto occorre razionalizzare l’uso dell’auto per rendere maggiormente vivibili alcune zone e per stimolare l’uso di mezzi alternativi, attraverso:
- sensi unici ;
- zone con interdizione temporanea del traffico;
- zone a velocità limitata a 30 Km/h-;
- parcheggi pubblici collocati nelle zone di perimetro degli agglomerati. Ciò consentirebbe sia di sfoltire la presenza di auto all’interno dei quartieri, aumentandone la vivibilità, sia rendere il mezzo ciclabile più attraente nei confronti dell’auto, allontanando quanto basta il parcheggio dall’abitazione: a volte basta poco e un piccolo sforzo iniziale può far preferire la bicicletta parcheggiata sotto casa rispetto all’auto da dover raggiungere a piedi.

4. CONCERTAZIONE ORARI
La grave congestione del traffico durante le ore di punta potrebbe essere alleggerita attraverso una concertazione degli orari d’apertura e chiusura degli uffici pubblici, delle scuole, delle imprese e dei servizi. Alcune riflessioni andrebbero fatte sulla reale efficacia dei parcheggi scambiatori, in un contesto ridotto come il nostro, visto le difficoltà che incontrerebbe il lavoratore a parcheggiare e interconnettersi con un mezzo alternativo per andare al lavoro. Un sistema di bici in comodato gratuito, a disposizione del lavoratore per raggiungere i luoghi ove intende consumare il pasto senza auto (mensa, ristorante, ecc.), potrebbe alleggerire il traffico durante la pausa pranzo.

5. TRASPORTO PUBBLICO PER LA ZONA ARTIGIANALE
Ogni giorno circa 2300 persone si muovono per raggiungere la zona artigianale di San Giovanni per motivi di lavoro. Il 90% di questi lavoratori utilizza l’auto privata con conseguenze pesanti sul traffico e sulla qualità dell’aria. È necessario realizzare un’analisi aggiornata di tali spostamenti per conoscere meglio i dati relativi ai Comuni di provenienza. I dati attualmente disponibili comunque ci dicono che è sensato potenziare e promuovere nella zona artigianale, in alternativa all’auto privata, un sistema intercomunale di trasporto pubblico per lo meno in direzione di quei Comuni confinanti (come Cattolica o Morciano) dai quali si muovono ogni giorno percentuali significative di lavoratori.

6. L’ACCESSIBILITA’ E LA SICUREZZA
Risulta inoltre importante progettare con maggiore attenzione il piano orizzontale a livello di segnaletica spicciola ma anche e soprattutto nella definizione della strada mediante colori, dislivelli righini, aiuole, marciapiedi, usati oltre che per creare un ambiente costruito piacevole anche per dare i giusti input all’utilizzatore circa i criteri e le modalità d’uso dello spazio pubblico (un diverso colore ad esempio può indicare la diversa destinazione di una porzione di strada).

Fare attenzione al piano orizzontale significa anche garantire un paese accessibile a tutti (portatori di Handicap, carrozzine, passeggini, anziani con bastone, ecc) privilegiando la mobilità pedonale e ciclabile a quella carrabile (ad esempio i marciapiedi non possono essere intervallati ogni decina di metri da rampe in pendenza carrabili d’accesso alla proprietà privata oltretutto in sfregio a tutte le normative sul superamento delle barriere architettoniche che vietano pendenze trasversali, come è successo in un piuttosto recente intervento in Via De Gasperi).

Una nota dolente in questo senso sono le rotonde che tanto successo hanno avuto per la circolazione delle auto ma che mal si coniugano con la mobilità ciclabile e pedonale. Infatti, al fine di garantire un’adeguata sicurezza, occorrerà realizzare un tracciato autonomo per la bicicletta rispetto alla corsia dove circolano le auto, realizzare rialzi in corrispondenza degli attraversamenti pedonali e, in caso la strada sia di grandi dimensioni, prevedere un’isola centrale sufficientemente ampia per la sosta intermedia . Inoltre esse andrebbero realizzate, con raggi di curvatura di adeguate dimensioni, privilegiando forme pressoché circolari.

Sulle vie ove è prevista la presenza di una mobilità pedonale importante, per la presenza diffusa di attività commerciali, ad esempio, occorre prevedere percorsi di adeguate dimensioni sufficientemente protetti anche attraverso la realizzazione di piccole infrastrutture (es. ponte in legno sul Ventena in via Veneto).

7. STRADE VIRTUALI
Altro elemento importante è il potenziamento della rete civica telematica. L’erogazione di servizi via internet e la realizzazione di un sito comunale, ricco di informazioni utili al cittadino ed alle imprese e di servizi on line, limitano gli spostamenti e favoriscono la condivisione delle informazioni tra amministrazione e cittadini. La realizzazione di una rete civica Wi-Fi a copertura delle aree più importanti del paese potrebbe essere un obiettivo di breve periodo che garantirebbe un grande sviluppo in questo senso. La creazione di una mailing list comunale di tutti i capi famiglia, e successivamente la realizzazione di un servizio di posta certificata attraverso cui informare tutti i cittadini, è una strada obbligata per un amministratore lungimirante. La possibilità del pagamento delle rette scolastiche on line ci sembra un passo indispensabile e da attuare immediatamente, visti anche i bassi costi per attuarlo.

8. TRASPORTO SCOLASTICO ECOLOGICO E PIEDIBUS
Un intervento importante, soprattutto per la nostra lista, molto attenta alle nuove generazioni, risulta quello dell’accompagnamento dei bambini a scuola.
In primo luogo è indispensabile incentivare l’uso del trasporto collettivo anche attraverso un abbattimento sostanziale della retta da pagare, in quanto:
- la riduzione del traffico sulle strade, oltre a diminuire l’inquinamento dell’aria che respiriamo, specie se si utilizzano bus ecologici, permette ad ogni cittadino di risparmiare tempo negli spostamenti;
- il bambino si responsabilizza ed inizia ad acquisire autonomia;
- il costo della manutenzione delle strade, a carico del Comune, sul lungo periodo diminuisce per il minor numero di auto circolanti.

In secondo luogo occorre verificare la possibilità di realizzare il cosiddetto PIEDIBUS ossia un autobus umano formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e da due o più adulti “autisti”che come un vero autobus raccoglie i bambini su un tracciato determinato e li accompagna da casa a scuola e viceversa. E’ un progetto, già diffuso in vari Comuni italiani, sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare e tornare a piedi da scuola. Il progetto potrebbe partire, come test, una volta a settimana per poi estendersi anche a più giorni la settimana, articolato su un percorso massimo di 1 km (esempio dal Capoluogo lungo via Roma e da Pianventena lungo la pista ciclopedonale fino a scuola).

9. BUS A CHIAMATA
Il Bus a chiamata è un trasporto pubblico che grazie alla tecnologia riesce a divenire più comodo, efficace ed economico rispetto al trasporto pubblico tradizionale, soprattutto nelle zone a bassa densità abitativa come le nostre. La provincia di Rimini è già partita con un progetto del genere denominato Conca Bus in servizio nei comuni collinari intorno a Morciano. San Giovanni non ha partecipato al progetto. In pratica è un utilissimo servizio di trasporto pubblico già attivo in molte città d’Italia. L’utente comunica attraverso un call center l’origine e la destinazione del suo spostamento, un sistema computerizzato determina l’assegnazione dei veicoli per il servizio richiesto cosicché il veicolo può raccogliere il cliente all’orario stabilito per portarlo a destinazione con le poche deviazioni necessarie a far salire sul mezzo altri passeggeri.

Il servizio viene svolto con mezzi da 10-25 posti e presenta una serie di vantaggi: il trasporto da porta a porta, la quasi totale assenza di attese e soprattutto evita che gli autobus girino a vuoto nelle zone a bassa densità o in situazioni di bassa domanda di trasporto, come ad esempio di notte. Una soluzione che presenta notevoli vantaggi per gli anziani e per i disabili andando parzialmente a risolvere quelle situazioni di solitudine e bisogno di socialità presenti in queste fasce di popolazione.

Per migliorare la mobilità estiva verso la costa, proponiamo inoltre di organizzare un servizio di trasporto pubblico, anche a pagamento, rivolto alle famiglie con bambini che intendono andare al mare a Cattolica e a Misano. Il servizio risolverebbe tra l’altro i problemi di parcheggio che in certe zone della costa si sono enormemente aggravati.

Un discorso analogo potrebbe essere fatto con le merci con la cosiddetta logistica dell’ultimo miglio ossia un sistema di distribuzione urbana capace di coniugare consegne rapide con la tutela della salute e qualità della vita. Si individua un punto di transito, il luogo su cui far confluire tutti i carichi destinati ai negozi, da lì un servizio shuttle continuo, effettuato da furgoncini ecologici garantirà le consegne ai commercianti di San Giovanni.

10. LE NUOVE STRADE
Le nuove strade, soprattutto quelle che tagliano la campagna (come la circonvallazione per Tavullia) vanno realizzate ad una quota prossima al terreno al fine di garantire una permeabilità visiva del paesaggio paragonabile a quella prima dell’intervento. I maggiori costi di realizzazione sono compensati da una salvaguardia del paesaggio rurale, anche in funzione turistica e dai minori costi di manutenzione della strada che poggerebbe su strati di terreno più compatti e stabili.