giovedì 28 marzo 2013

Quarantottesimo consiglio


Nel consiglio di lunedì 25 marzo c’erano all’ordine del giorno tre nostre interrogazioni ed una mozione. (Vedi i video del Consiglio Comunale cliccando i link qui sotto).
Consiglio Comunale del 25 marzo 2013, prima parte  
Consiglio Comunale del 25 marzo, seconda parte
1)  Revoca contributo provinciale per nuova scuola materna. È stato confermato che la nuova scuola materna, a seguito delle mancate alienazioni e della revoca del contributo provinciale di oltre euro 403.000,00, non si farà più in questa legislatura. È poi emerso che i costi già sostenuti dal Comune per lo studio di fattibilità e la progettazione ammontano a complessivi euro 99.000,00. Soldi che si potevano certamente evitare di spendere con un minimo di programmazione tecnica e finanziaria.  Costi oggi non più sostenibili né tanto meno giustificabili. Non sembra esserci consapevolezza che le previsioni insediative del PSC sarebbero da rivedere, considerato sia l’impatto ambientale che le criticità del bilancio dei servizi ed in particolare di quelli scolastici. Ma addirittura si spera di finanziare un domani la scuola con gli oneri di urbanizzazione del compartone!
2)  Sul mancato rispetto dei divieti di sosta e circolazione in via XXII Giugno, oggetto di ripetute segnalazioni da parte dei cittadini, ci si è limitati a dire che si invierà la polizia municipale per fare multe. La proposta avanzata dai cittadini e da noi ripresa di invertire l’accesso alla via da parte delle automobili dei residenti dal Borgo Sant’Antonio non è stata accolta. A volte però per tentare di risolvere situazioni che sembrano irrisolvibili si può anche ritornare sui propri passi. Ascoltando le proposte dei cittadini.
3)  Sul merito dell’interrogazione sui risultati dei monitoraggi effettuati da ARPA sugli impianti di telefonia mobile di San Giovanni non ci è stata data in pratica risposta. Il sindaco non ha detto a quanto ammontano le stime di aumento delle emissioni elettromagnetiche derivanti dal progetto di implementazione dell’impianto di Pianventena che è stato presentato mesi fa. Tenuto conto del fatto che a Pianventena i monitoraggi hanno rilevato le emissioni più elevate. Sono state fatte le solite considerazioni di carattere generale sulla pericolosità dell’inquinamento elettromagnetico e sull’importanza di un’azione a livello non solo locale. È stata anche annunciata l’ennesima riunione dei capigruppo sul tema. Ed anche il monitoraggio del tecnico di parte. Non ci sono però stati consegnati i documenti che avevamo chiesto contestualmente all’interrogazione. Né comunicate date certe.
Il consiglio ha poi respinto la nostra mozione per l’approvazione dell’ordine del giorno per la tutela del Conca predisposto dal gruppo Paesaggio Conca per contrastare la variante adottata dal Comune di Morciano relativa alla realizzazione di un distributore di carburante in un ambito sottoposto a tutela dal PTCP e ricompreso nel perimetro del Paesaggio Naturale e Seminaturale del Torrente Conca.  Nonostante il nuovo scenario istituzionale che si sta affacciando, e che privilegia pratiche amministrative associate, non c’è la consapevolezza del paesaggio da tutelare come bene inter-comunale, cioè come bene irriproducibile la cui tutela – soprattutto nel caso di interventi incongrui ed inquinanti - non può essere abbandonata all’autonomia decisionale di un singolo ente. Si rimanda così ogni decisione alla provincia. E si fa finta di non vedere che il problema politico oggi consiste nell’interrogarsi su che senso abbia  spendere euro 1.364.000,00 per la realizzazione del percorso naturalistico del Conca – di cui il Comune di San Giovanni è stazione appaltante - e nello stesso tempo accettare l’opera di cementificazione del paesaggio circostante. Per ulteriori approfondimenti si può consultare la pagina del gruppo Paesaggio Conca su facebook.
È stata poi approvata una modifica al Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Si è consentito in pratica il rientro nell’alloggio di membri del nucleo familiare, in genere figli, che se ne erano allontanati e che ora, a causa anche della crisi, ritornano e vogliono riprendere la residenza.  Anche ora l’ospitalità temporanea è garantita, ma comporta un aumento del canone. Il numero dei nuclei famigliari è limitato: 4/5 su 60. Chi rientra nel nucleo riacquista in questo modo il diritto al subentro (ai genitori, per esempio) nel medesimo alloggio.  Su questo punto ci siamo astenuti.
Abbiamo invece votato contro la modifica e l’aggiornamento del Regolamento edilizio comunale. Si tratta di correzioni e aggiornamenti normativi agli articoli sul risanamento conservativo (art. 4.7), sui pergolati (art. 4.15 bis) e norme sismiche sulla distanza dal ciglio opposto della carreggiata stradale (art. 14.8). Sono poi stati liberalizzati gli interventi di demolizione e ricostruzione nel caso di ampliamenti di edifici (art. 4.11). Abbiamo osservato che questa norma può fare aumentare la conflittualità tra vicini nella misura in cui autorizza ricostruzioni sulle vecchie distanze. Su richiesta di alcuni tecnici locali, l’altezza delle recinzioni è stata portata da 1,20 ml a 1,50 ml (art.15.6). Nelle zone esterne del territorio urbanizzato i contatori non possono eccedere l’altezza delle recinzioni. È stato poi introdotto ex novo nel Regolamento l’art.10 della L.R. 23/2004 sulla salvaguardia degli edifici vincolati. Si vuole in questo modo facilitare la soluzione di due casi di demolizioni abusive di edifici vincolati attraverso il pagamento delle relative sanzioni. Il rischio è che questo percorso si estenda alla gestione degli edifici vincolati dal PRG, nonostante il deterrente che sarebbe rappresentato dalle sanzioni, stimolando più la distruzione del patrimonio storico che il suo recupero.
Infine, è stata approvata una modifica al Regolamento del mercato settimanale di Via Veneto stabilendo il numero massimo di posteggi alimentari (7) e non alimentari (33). Si intende in questo modo tutelare gli operatori alimentari già presenti nel mercato. Ma certo così facendo non si facilita l’ingresso di nuovi soggetti. Su questa pratica ci siamo astenuti.

martedì 26 marzo 2013

Fermare il consumo di suolo ora!

Dal sito http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/18/fermare-consumo-di-suolo-ora/533931/

Il re è nudo, ora lo dicono anche le cifre ufficiali. La situazione del comparto edilizio in Italia versa in uno stato paradossale, assurdo. Si continua a costruire con decine di migliaia di capannoni e appartamenti liberi.
I comuni mettono mano come se nulla fosse a piani regolatori fantasma in cui ci si ostina a trasformare aree agricole in terreni edificabili. Abbiamo finanziato per anni la spesa corrente dei bilanci comunali con gli oneri di urbanizzazione e assecondato gli appetiti di speculatori e imprenditori il cui unico scopo era fare affari, senza alcuna attenzione al territorio, bene comune da preservare.
E’ giunto il momento di cambiare rotta, radicalmente, per questo ospitiamo un contributo degli amici di Altreconomia che si conclude con alcune semplici ma esaustive proposte per il nuovo Governo (se mai ci sarà…).
Le abitazioni compravendute nel 2012 sono state 444.018, il 25,8 in meno rispetto al 2011. La spesa per l’acquisto di abitazioni, al netto degli oneri di transazione e delle relative imposte, nel 2012 è stata stimata complessivamente pari a 74,6 miliardi, in calo rispetto al 2011 di circa il 26%, che corrisponde a una perdita di oltre 26 miliardi di euro. Crollano anche i mutui: il capitale complessivamente erogato nel 2012 ammonta a circa 19,6 miliardi di euro, che corrispondono a una riduzione di quasi 15 miliardi di euro rispetto a quanto concesso per i mutui accesi nel 2011, -42,8%.
La fotografia l’ha scattata l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio, e segue di pochi giorni la presentazione dell’analisi di congiuntura da parte del centro studi del gruppo Tecnocasa (di cui abbiamo dato conto nell’articolo “La casa col segno meno”.  
Sono i dati di una “bolla” che sta per scoppiare, sono l’altra faccia di un mercato immobiliare che non è più in grado di rispondere alle richieste di chi afferma il diritto all’abitare (vedi, su Ae 147, di marzo 2013, il foto-reportage dalle occupazioni di Bologna e Firenze).
Sono dati che impongono alcune riflessioni che diventano consigli in vista dei lavori del nuovo Parlamento, dopo che le ultime legislature hanno progressivamente azzerato il fondo di sostegno per l’affitto:
1) serve che tutti gli enti locali realizzino un censimento dell’invenduto e dello sfitto, e mettano in campo dei progetti/processi perché domanda e offerta s’incontrino;
2) serve una moratoria sulle nuove costruzioni;
3) serve poter calibrare l’Imu andando a premiare chi affitta la propria seconda casa (per far questo, gli enti locali non dovrebbe essere alla canna del gas, con l’aliquota massima già applicata);
4) serve -infine- che il fondo per l’abitare di Cassa depositi e prestiti non realizzi nuovi interventi di housing sociale, ma investa -semmai- per inserire nel mercato a canone convenzionato le abitazioni invendute.

di Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione dei Comuni Virtuosi

lunedì 18 marzo 2013

Cemento al golf >controreplica

Alcune considerazioni in merito alla nota della giunta apparsa sulla Voce del 17 marzo.

1) Purtroppo avevamo visto giusto. Questa giunta in scadenza è davvero intenzionata a prendere in considerazione l’approvazione di una variante al PRG per autorizzare la realizzazione di nuove strutture edificabili al golf. Nonostante questo intervento ricada in un’area che il PRG vigente, il PSC adottato e il PTCP  definiscono  come zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua. Non a caso non viene spesa una parola sui vincoli ambientali esistenti e sulla richiesta di una loro modifica. Ma non si può conciliare ambiente e sviluppo cambiando le regole che tutelano l’ambiente.
 2) Si sostiene che occorre ampliare la struttura ricettiva dell’impianto golfistico per avere maggiore capacità di accoglienza. Ma a pochi km di distanza, sulla costa, ci sono centinaia di alberghi che possono rispondere a questa esigenza. Che senso ha dunque consumare nuovo territorio per costruire a San Giovanni un nuovo albergo? Tra l’altro, con la variante al PRG del 16 ottobre 2012  è stata approvata la previsione di cinque nuove strutture ricettive nella zona artigianale. E due anni fa era stata presentata in consiglio una variante, poi ritirata, con la quale si prevedeva la costruzione di un grande albergo presso il centro ippico. Forse è opportuno che la giunta si chiarisca le idee in merito alla pianificazione delle strutture ricettive sul nostro territorio prima di avventurarsi in interventi non necessari.

3) Si dice che la richiesta di variante può essere positiva per la crescita economica e per l’occupazione. Ma forse si sottovaluta che la crisi ha messo in discussione la sostenibilità economica di impianti sportivi di grandi dimensioni (come il golf ed il centro ippico) che infatti ora cercano di riconvertirsi. Per questo occorre valutare attentamente la finalità dell’ampliamento richiesto. Anche analizzando il piano di sviluppo. Se un impianto sportivo non è più sostenibile economicamente, come lo può diventare con un ulteriore  ampliamento edilizio? Inoltre, è ora di passare da un modello di sviluppo basato sul’espansione edilizia, ad un modello che privilegi la tutela del territorio, anche per promuovere un’alternativa credibile al turismo della costa.

4) Gli epiteti con i quali viene qualificata la nostra posizione (“equazione anacronistica e cieca”, “cattiva propaganda politica”, “processo alle intenzioni”, “propaganda elettorale sterile e prematura”) si commentano da soli. Sono segni evidenti del nervosismo di un partito che, di fronte ad un costante e consistente calo dei consensi, cerca di proiettare all’esterno le proprie tensioni interne derivanti da una cronica incapacità di cambiare.

Rassegna stampa articolo Voce 16-3-2013

martedì 12 marzo 2013

Quando il golf è un pretesto per cementificare il territorio

Vi riportiamo un articolo tratto dal sito:
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/12/friuli-venezia-giulia-quando-il-golf-e-un-pretesto-per-cementificare-il-territorio/

Una delle regioni [il Friuli Venezia Giulia] con le piu alte percentuali di consumo di suolo apre nuovi orizzonti al cemento con il pretesto dello sviluppo turistico.
Nemmeno risalendo agli anni di Stendhal è possibile rintracciare un cenno a Bicinicco, tranquillo Comune della pianura friulana, in chiave turistica. Ma da quest’inverno non è più così: anche Bicinicco, insieme a Castions di Strada, entra a vele spiegate nel novero dei Comuni turistici della regione.
A dicembre un emendamento ad hoc, firmato dai consiglieri PdL Galasso e Colautti, allarga le maglie che consentono di ottenere questo status: non solo per i Comuni “limitrofi” od anche solo “viciniori” ad un Comune già “turistico”, ma pure qualsiasi Comune nel quale venga prevista la realizzazione di “impianti turistico-ricettivi rispondenti agli standard nazionali, europei o internazionali di settore”.
Fresco di stampa il BUR con la legge pubblicata, già a gennaio i due Comuni chiedono di diventare Comuni turistici e subito dopo a marzo la Giunta regionale delibera il riconoscimento.
A muovere improvvisamente tutta questa solerte attività politico-amministrativa sta il progetto, già affacciatosi alla ribalta ai tempi della Presidenza Illy che lo sosteneva, di un “centro golfistico internazionale” presentato da Friulia-Adria project, società di un imprenditore sudtirolese.
Dalla stessa delibera regionale si possono ricavare i contorni del progetto: un intervento complessivo di 250mila mc ripartiti in “opere sportive e ricreative” per 5mila mc pari al 2% del totale (!); “strutture ricettive alberghiere” per circa 85mila mc (330 camere più servizi vari) pari al 34%; “residenze golfistiche” per un massimo di 150mila mc (325 nuove case) pari al 60%; “spazi commerciali e per manifestazioni ed eventi” per circa 10mila mc pari al 4% dei volumi con alcune limitazioni di superficie commerciale e collocazione “presso un ambito” non meglio definito che richiami una “piazzetta”.
Volumi e percentuali parlano da soli. Praticamente una Bicinicco 2.
Poiché appare evidente che l’aspetto economico dell’iniziativa non è la costruzione di un impianto da 27 buche con i migliori servizi sportivi, ma un investimento in edilizia che, come stanno ormai dimostrando tutte le inchieste giornalistiche di questi tempi è animato da una logica speculativa (edilizia e finanziaria) che sta consumando a vantaggio di pochi la risorsa suolo nel nostro Paese.
La priorità non è produrre beni o servizi ma avere dei beni, terreni, alberghi, case, centri commerciali, da scambiare come valori finanziari per ottenere accesso al credito, alla politica, alle relazioni “giuste”, per poter magari poi vendere tutto o parte per investire in una nuova opportunità speculativa.
Forse non per niente sembra che qui si pensi ad una utenza giornaliera di oltre 1.000 ospiti/giorno quando la media parla di 100/200 ospiti/giorno. La stessa gestione del centro golfistico è, molto probabilmente, un accessorio economico, posto che, in genere, per questo vengono create gestioni associative che coinvolgono direttamente i frequentatori piuttosto che la proprietà.
Anche in questo caso la politica, locale e regionale, è sembrata più preoccupata di nascondere il progetto piuttosto che di farne un momento di dialogo ed eventuale condivisione.
Forse perché vi sono già altri progetti simili che si stanno preparando a partire, forse perché anche in questo settore manca ogni volontà e capacità della parte pubblica di assolvere ad un ruolo di programmazione e quindi di scelta, forse perché si ritiene che “tutto fa brodo” in momenti di pesante crisi economica e lavorativa, forse perchè non si hanno altre idee di uno sviluppo possibile che non preveda distruzione di territorio.
Non crea perciò alcuna riflessione il fatto che attorno all’area del “centro golfistico” ci siano cave dismesse o impianti di lavorazione degli inerti in attività, una strada statale e tre provinciali che attraversano o sono prossime ai campi. Né per indirizzare questi progetti verso aree che possano favorire veramente le piccole economie locali e le imprese familiari (reti di agriturismi e di B&B che pure in regione esistono) invece che lo speculatore senza radici a cui interessa il paesaggio in cartolina o non quello reale. Né la strumentalità del ricorso al paravento di uno sport come il golf per coprire una trasformazione violenta della dimensione locale.
Legambiente FVG insieme al Comitato per la difesa del Friuli rurale ha iniziato a seguire con attenzione le procedure urbanistiche ed autorizzative promosse dai Comuni, ritenendo che questa possa, purtroppo, essere solo la “prima volta” di una nuova versione del consumo di territorio.
Questo progetto non trova giustificazione nemmeno nel protocollo Stato – Regioni, di cui il Friuli Venezia Giulia è capofila, volto alla promozione dell’immagine turistica della Regione e dell’Italia proprio puntando alla diffusione della pratica golfistica. Risulterebbe che vi siano pochi campi rispetto alla media di altri Stati europei e rispetto alla modalità di frequentazione degli appassionati.
Ma questo non può voler dire che qualsiasi proposta possa essere realizzata, comunque in qualsiasi luogo e senza nessuna integrazione con i territori e le loro dimensioni ambientali e sociali. I “villaggi in quota” li abbiamo già conosciuti e l’artificializzazione dell’offerta turistica, a scapito dei paesi veri, della promozione delle identità e delle tipicità disponibili, non si è dimostrata un fulgido esempio di buona economia né per la montagna né per la regione.
Questo progetto, infine, è una spia rossa che segnala la crisi profonda della capacità pianificatoria della politica regionale, alle prese con un Piano di Governo del Territorio che si vuole approvare a forza ma che è già svuotato di ruolo dal ripetersi di singole scelte che appaiano senza logica generale e occupano territorio e vincolano il futuro.
Elia Mioni e Luca Cadez
Legambiente FVG

sabato 9 marzo 2013

Cemento al golf


Passate le elezioni, ritorna il cemento.
Nonostante la batosta presa alle recenti elezioni politiche, il Pd marignanese non pare intenzionato a cambiare idea sulla sua ossessione preferita: la cementificazione del territorio.
 
Sembra infatti in preparazione una variante al PRG vigente per concedere all’impianto golfistico 9.350 mq di strutture edificabili aggiuntive (di cui 1.500 mq per completamento della Club House esistente, 2.000 mq per ampliamento della Club House in una nuova struttura, 350 mq per scuola di cucina, 4.000 per struttura alberghiero – ricettiva, 1.500 mq per sala conferenze e convegni).
L’intervento previsto ricade però in un’area che il PRG, Il PSC adottato e il PTCP  definiscono  come zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua. Inoltre, l’area interessata è ricompresa nel perimetro del Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto del Torrente Conca”.
Come è dunque possibile pensare di approvare una così massiccia edificazione in un’area sottoposta a tutela ambientale dal PRG vigente, dal PSC adottato e dal PTCP? Dove sta l’interesse pubblico di questa variante?
Speriamo vivamente che il recente protocollo di intesa per la valorizzazione e la promozione del turismo golfistico sottoscritto la scorsa settimana dalla provincia, dal comune di San Giovanni in Marignano e dal comune di Verucchio, che prevede tra le sue finalità anche  “il potenziamento e la qualificazione dei servizi di ospitalità, con particolare riferimento a quelli golfistici”, non venga utilizzato per portare altro cemento sul Conca.
L’area del basso Conca (da Cattolica a Morciano) è una zona fragile ed in alcuni casi già pesantemente devastata da un’antropizzazione selvaggia e scriteriata.  Un’area che va recuperata e restituita alla fruizione pubblica, anche per promuovere un turismo diverso da quello proposto dalla costa. Un turismo con meno cemento e con più natura.
Purtroppo la stagione del consumo del territorio sottoposto a tutela non sembra finire. Come insegna la vicenda del distributore di carburante con una superficie di sedime di circa 15.000 mq che si intende costruire a Morciano all'interno dei previsti ambiti di tutela del PTCP e del “Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto del Torrente Conca”. E rispetto a questo intervento MENTELOCALE ha presentato una mozione per approvare l’ordine del giorno per la tutela del Conca proposto dal Comitato Paesaggio Conca.
Invitiamo pertanto i cittadini di San Giovanni e dei comuni limitrofi a mobilitarsi sia per la questione del golf che per quella del distributore di carburante partecipando alle prossime iniziative che verranno organizzate a favore della tutela del Conca.

lunedì 4 marzo 2013

Elezioni politiche 2013


A San Giovanni nelle elezioni politiche del 2008 alla Camera (dove votiamo tutti) la coalizione Pd-IdV aveva preso il 51,9% pari a 3.032 voti complessivi (Pd 47,7% pari a 2.787 voti  IdV 4,2% pari a 245 voti).
Nelle elezioni  politiche della scorsa settimana alla Camera  la coalizione Pd-Sel-Cd  ha raccolto il 34,75% pari a 2.056 voti (Pd 32,72% pari a 1.936 voti, Sel  1,94% pari  a 115 voti, Centro democratico 0,08% pari a 5 voti).
La coalizione PdL-Lega Nord  nel 2008 sempre alla Camera aveva raggiunto il 36,5% pari a 2.129 voti (PdL 31,5% pari a 1.836 voti, Lega Nord 5,0% pari a 293 voti).
 
Il 24 e 25 febbraio 2013 il PdL con i numerosi satelliti coalizzati (Fratelli d’Italia, Intesa popolare, La Destra, Lega Nord, Grande Sud, Mir, M. S. Fiamma Tricolore) si è invece fermato al 20,30% pari a 1.201 voti (PdL 17,06% pari a 1.009 voti, Lega Nord 0,90% pari a 53 voti).
Il Pd ha dunque perso rispetto al 2008 circa il 15% dei consensi (14,98%), mentre il PdL ha avuto un calo di oltre il 14% (14,44%). La Lega è pressoché scomparsa.
Le due coalizioni di cdx e di csx nel 2008 aggregavano l’88,4% dei consensi. Oggi non ne raccolgono che il 55,05%. In particolare, il cdx ha perso un 16,2%, mentre il csx ha perso un 17,15%.
Nel 2013 a San Giovanni il primo partito alla Camera risulta essere il M5S che ha ottenuto il 33,18% pari a 1.963 voti.
Il M5S vince nelle sezioni del paese (M5S  33,39%, Pd 31,24%) ed ottiene un ottimo risultato a Santa Maria (M5S 39,67%, Pd 32,56%), mentre il Pd è davanti a Montalbano (Pd 34,81%, M5S 25,45%), a Pianventena (Pd 35,10%, M5S 32,67%) e sostanzialmente pareggia con il M5S a Villaggio Santa Lucia (Pd 34,68%, M5S 34,08%, con uno scarto di soli 4 voti).
Questi risultati  - comunque la si pensi - ci dicono che ora a San Giovanni è possibile quel cambiamento che sino a qualche anno fa sembrava velleitario. Proprio a partire dalle elezioni amministrative del prossimo anno. Con il loro voto i cittadini di San Giovanni infatti hanno espresso un giudizio netto non solo sulla situazione nazionale, ma anche sull’amministrazione locale che ha governato il paese negli ultimi otto anni.

sabato 2 marzo 2013

La scuola che non si farà


La nuova scuola dell'infanzia presso l'istituto comprensivo di San Giovanni non si farà più.

Qualche settimana fa infatti la provincia ha comunicato al comune  di San Giovanni la revoca del contributo di oltre euro 403.000,00 già assegnato  per la sua costruzione.

La revoca è motivata dal fatto che il comune aveva comunicato lo scorso 21 gennaio alla provincia che neppure nel 2013 i lavori avrebbero avuto inizio, nonostante l'intervento fosse stato inserito nell'elenco 2012 delle opere pubbliche, causa le mancate  alienazioni di immobili pubblici previste per il co-finanziamento dell'intervento (il comune di San Giovanni, come è noto, ha un elevato  livello di indebitamento che non gli consente di fare nuovi mutui per finanziare le proprie opere pubbliche). Va inoltre ricordato che già in passato il comune aveva chiesto ed ottenuto altre proroghe.

Avevamo criticato anche di recente, nel consiglio comunale del 19 novembre 2012, il piano finanziario dell'opera osservando che nel contesto dell'attuale crisi economica era improbabile pensare di coprire la quota parte del comune con alienazioni anche importanti come quella del lascito Bacchini. Cosa che si è puntualmente verificata.

Ora la giunta dovrebbe spiegare ai cittadini che fine farà il progetto della scuola che è costato decine di migliaia di euro ( nella delibera di giunta n.147/2010 si parla di uno stanziamento di euro 160.000,00 per la progettazione, ma occorre anche considerare i costi per lo studio di fattibilità per euro 15.000,00).

Tra le spese non oculate degli ultimi otto anni  vanno dunque annoverate anche  spese di questo genere, certamente evitabili con un minimo di programmazione, indispensabile  per un intervento da circa 2 milioni di euro. Se infatti i soldi non c'erano, si doveva evitare di dare costosi incarichi esterni, per ottenere un progetto che ora andrà a finire in un cassetto.

Naturalmente tutto ciò ha delle ripercussioni anche sulle previsioni di nuovi insediamenti residenziali contenute nel Piano Strutturale Comunale adottato a giugno 2011. Come i redattori del PSC  hanno osservato nel bilancio dei servizi,  le attuali attrezzature scolastiche di San Giovanni non sono adeguate per i 969 nuovi alloggi e per i 2.807 nuovi abitanti teorici previsti nello stesso Piano.

Mentelocale ha presentato un'interrogazione su questa grave vicenda.