sabato 31 dicembre 2011

Trentaquattresimo Consiglio



Mercoledì sera 28 dicembre, l’ultimo consiglio dell’anno è stato animato da una folta presenza di cittadini di Pianventena aderenti al Comitato No al Mega Ripetitore che prima hanno organizzato un presidio pacifico all’esterno della sala consigliare e poi sono entrati per ascoltare le comunicazioni del sindaco in merito alla questione delle antenne sulla rotatoria della SP 17. Bianchi tra l’altro ha detto che dato che l’ordinanza di sospensione dei lavori del cantiere scade il 31 dicembre cercherà di concordare con il gestore un prolungamento di altri sette, otto giorni. Ha proposto anche di organizzare la prossima settimana un incontro pubblico sul tema delle antenne telefoniche (l’incontro si terrà mercoledì 10 gennaio 2012, ore 20.45, nella sala del consiglio comunale). A questo punto, urge che tutti i soggetti coinvolti nella vicenda si attivino per valutare possibili alternative localizzative e tecnologiche della stazione radiobase.

Abbiamo votato contro la proposta di modifica dello statuto della SIS, perché in questa fase riteniamo che non ci si possa più permettere la partecipazione in società non essenziali per il Comune o le cui funzioni sono attualmente svolte da altri soggetti. Nello stesso spirito abbiamo presentato un’interrogazione sulla mancata gara per la gestione del servizio rifiuti (la gestione Hera scade a marzo 2012) e sui contenuti finanziari del Piano d’ambito. Se la produzione dei rifiuti cala e la differenziata cresce, perché i costi del servizio continuano ad aumentare? Su quali parametri sono calcolati questi aumenti? Sembra che anche per il 2012 sia previsto un aumento dell’1,5%. Che se anche non verrà computato come aumento della TARSU, sarà pur sempre pagato con risorse pubbliche provenienti dalle tasse che i cittadini pagano.

Siamo ritornati con un’interrogazione sulla questione della demolizione della casa in via Massaro (presunto illecito segnalato dal Comune all’autorità giudiziaria il 28 luglio 2011) in quanto abbiamo saputo che per questo intervento era stata presentata una richiesta di variante essenziale in sanatoria che aveva ottenuto il 30 settembre 2011 anche il parere favorevole della Commissione per la Qualità Architettonica e del Paesaggio. Successivamente, il 18 ottobre 2011, il responsabile ha rigettato questa richiesta. Dalla risposta non si è però capito come sia stato possibile portare in Commissione una pratica relativa ad un abuso edilizio.

Il consiglio ha poi approvato, con il voto contrario di MENTELOCALE e l’astensione del gruppo PDL-Lega e del consigliere Brunetti, l’istituzione di parcheggi a pagamento nel centro di San Giovanni. La delibera era piuttosto generica e non riportava le informazioni essenziali sulla localizzazione dei parcheggi e sulle tariffe. La maggioranza l’ha voluta discutere ugualmente. A voce è stato comunicato che la zona prescelta sarà quella del parcheggio dietro la sede municipale e del relativo parcheggio sotterraneo (per un totale di circa 90 posti). I costi varieranno da un minimo di 50 centesimi per mezz’ora ad un euro all’ora. Sono previsti abbonamenti sui venti euro al mese per residenti. Le fasce orarie sono previste nei giorni feriali dalle ore 8 alle ore 24. Una motivazione del provvedimento – anche se non dichiarata espressamente - è certo quella di aumentare le entrate, ma questo non è davvero il momento più opportuno per mettere altre tasse e di creare difficoltà al già fragile tessuto commerciale del centro.

È stata poi approvata la sdemanializzazione della strada vicinale Spesso, una strada ‘fantasma’ presente sulla particella catastale del compartone ma della quale sino ad ora nessuno sembra fosse a conoscenza. Abbiamo votato contro perché non ci ha convinto la velocità della risposta alla richiesta del presidente della Nuova San Giovanni s.r.l. (presentata il 12 dicembre 2011, stessa data riportata sulla proposta di delibera) né il fatto che di questa questione non ci sia traccia nella convenzione del compartone. Il Comune non ricaverà alcunché da questa operazione, accontentandosi delle contropartite già concordate.

Riteniamo positiva la proposta di Convenzione con la Provincia e altri comuni della Valconca per la gestione del paesaggio naturale e seminaturale protetto del Conca. Ci siamo astenuti perché a nostro avviso la perimetrazione del paesaggio protetto è in contrasto con il PSC adottato dal Comune il 27 giugno 2011 che classifica la zona del golf e il parco ricreativo di Montalbano come urbanizzato / urbanizzabile. Se si intende davvero promuovere l’istituzione del paesaggio protetto del Conca occorre essere conseguenti ed evitare urbanizzazioni in quella zona.

Ci siamo astenuti sulle proposte di rinnovo di Convenzione con il Comune di Riccione per la gestione della popolazione canina e sull’adozione del Regolamento per l’acquisizione in economia di lavori, beni e servizi.

venerdì 30 dicembre 2011

Fausto Bersani: “Sui campi elettromagnetici amare la verità”

Vi riportiamo un interessante intervista comparsa sul sito on-line de "la Piazza della Provincia" di Rimini il 16 dicembre. Qui sotto il link dell'articolo:

http://www.lapiazza.rn.it/piazza/modules/news/article.php?storyid=7935

Per anni ricerche estremamente significative sono rimaste nel fondo di alcuni cassetti

Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) è uno degli inquinanti più diffusi ed in veloce aumento nell’ambiente

LA SCIENZA

di Fausto Bersani Greggio*


“Si pensi ad esempio che nel mondo esistono più di 1.400.000 stazioni radio base per telefonia cellulare (circa 1 ogni 4000 utenti) con oltre 5,4 miliardi di cellulari, ed il numero sta crescendo significativamente con l’introduzione delle tecnologie di futura generazione”

“Se da un lato i produttori telefonici hanno quanto meno esercitato pressioni per ritardare o frenare la ricerca, che dire delle autorità sanitarie pubbliche dei singoli stati, giacché nessun settore come la telefonia contribuisce in modo così ingente al gettito fiscale? Solo in Italia il fatturato della telefonia arriva a 45 miliardi. Per anni ricerche estremamente significative rimanessero nel fondo di alcuni cassetti”


- Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), i campi elettromagnetici, distribuiti su varie frequenze, rappresentano uno degli inquinanti più diffusi ed in veloce aumento nell’ambiente. Tutte le popolazioni sono attualmente esposte a varie tipologie di radiazioni ed i livelli di esposizione sono destinati a lievitare continuamente in funzione degli sviluppi tecnologici.
Si pensi ad esempio che nel mondo esistono più di 1.400.000 stazioni radio base per telefonia cellulare (circa 1 ogni 4000 utenti) con oltre 5,4 miliardi di cellulari, ed il numero sta crescendo significativamente con l’introduzione delle tecnologie di futura generazione. Altre reti wireless che consentono accesso e servizi con internet ad alta velocità, come le reti wireless locali, sono comunemente in crescita in abitazioni, uffici e in molte aree pubbliche (aeroporti, scuole, zone residenziali ed urbane). A tutto ciò vanno aggiunti gli impianti di trasporto e distribuzione di energia elettrica, gli impianti di diffusione dei segnali radio, TV e radar che, in generale, hanno sensibilmente modificato le caratteristiche elettromagnetiche ambientali negli ultimi 100 anni.
Nonostante non si sia ancora raggiunta una complessiva uniformità d’interpretazione, diversi lavori epidemiologici riportano dati di maggior rischio di alcune malattie degenerative (leucemie, linfomi, tumori cerebrali, disturbi neurocomportamentali ed altre patologie) in individui particolarmente esposti alle fonti di emissione per motivi residenziali e/o professionali. L’approccio sanitario consigliabile in questi casi è sempre rappresentato dall’applicazione del Principio di Precauzione, in virtù del quale, quando sussistono incertezze riguardo all’esistenza o alla portata di rischi per la salute delle persone, possono essere adottate misure preventive senza dover attendere che siano esaurientemente dimostrate la realtà e la gravità di tali rischi.
Ciò si rende particolarmente necessario soprattutto quando sono coinvolti gruppi sensibili e vulnerabili come i giovani ed i bambini. L’attesa di prove cliniche e scientifiche di più alto livello, prima di intraprendere azioni atte a prevenire rischi ben conosciuti, o quanto meno fortemente sospettati, può portare a costi economici e sanitari molto elevati, come si è verificato nel caso dell’amianto, dei metalli pesanti, del benzene o del tabacco, solo per citarne alcuni.
Purtroppo in queste situazioni spesso si avverte la mancanza di valutazioni trasparenti, indipendenti ed equilibrate in merito al potenziale impatto negativo per l’ambiente e la salute umana.
Un dato interessante, che non può passare inosservato, è che se la ricerca è finanziata dai privati le radiazioni emesse dai cellulari, ad esempio, vengono assolte nel 71% dei casi, se lo studio è finanziato con soldi pubblici soltanto nel 33%.
Di esempi in questo senso purtroppo se ne possono fare innumerevoli. La puntata di Report, andata in onda il 27 novembre 2011, ha fornito in modo lucido e documentato una serie di dati sconcertanti: a New York vive Louis Slesin, un editore indipendente che sostiene di aver scoperto come l’industria della telefonia mobile ha finanziato la ricerca sui cellulari gestita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale rappresenta l’autorità sanitaria a cui il mondo fa riferimento. A metà degli anni ‘90, la compagnia americana Motorola era leader nella produzione dei telefoni cellulari e avrebbe finanziato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso un sistema basato sulla triangolazione del denaro: secondo Slesin, la Motorola versava i soldi su un conto corrente aperto presso il Roba Adelaide Hospital, in Australia. Dall’ospedale australiano i soldi erano dirottati sotto forma di donazione all’Organizzazione Mondiale della Sanità con sede a Ginevra, in Svizzera.
In ogni caso una domanda sorge inevitabilmente: se da un lato i produttori telefonici hanno quanto meno esercitato pressioni per ritardare o frenare la ricerca, che dire delle autorità sanitarie pubbliche dei singoli stati, giacché nessun settore come la telefonia contribuisce in modo così ingente al gettito fiscale? Solo in Italia il fatturato della telefonia arriva a 45 miliardi. Ma forse è proprio questo il motivo che ha fatto sì che per anni ricerche estremamente significative rimanessero nel fondo di alcuni cassetti.
Una situazione analoga si era verificata con l’industria del tabacco: gli stati volutamente, per anni, non hanno approfondito il nesso eziologico tra fumo e varie patologie cancerogene perché più alto era il numero delle vendite maggiore era l’incasso, finché non ci si è accorti che quelle tasse bastavano a malapena a curare i danni.
Il 31 maggio 2011 la IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, emette un verdetto sulle radiazioni prodotte dai cellulari. Sono state valutate tutte le prove scientifiche sulla potenziale cancerogenicità dei campi elettromagnetici nella banda delle radiofrequenze e la conclusione è stata che tali campi rappresentano un “possibile cancerogeno”, affiancandosi così, nella stessa categoria, ai campi in bassa frequenza generati dalle reti elettriche.
Del gruppo di esperti che dovevano decidere come classificare la cancerogenicità delle onde emesse dai cellulari hanno fatto parte trenta ricercatori provenienti da tutto il mondo. Tutti i membri dovevano segnalare eventuali attività personali che avrebbero potuto sollevare potenziali conflitti di interesse.
L’inchiesta condotta da Report purtroppo ha mostrato come diciassette dei trenta membri, che hanno partecipato alla valutazione finale, avrebbero avuto conflitti di interesse non dichiarati, quindi c’è da aspettarsi che il quadro sanitario definito dalla IARC sia pure peggiore rispetto a quanto emerso.
Ed infatti Lennart Hardell, oncologo indipendente dell’Università di Orebro, ha verificato che le persone che usano il cellulare da un decennio, anche per un’ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore, ma se si restringe il campo e si associa il tumore alla parte del cervello dove si tiene il telefono, il rischio aumenta di cinque volte.
Tuttavia l’indagine guidata da Milena Gabanelli ha messo in evidenza anche un altro aspetto estremamente sottile dell’intera vicenda: le compagnie telefoniche stanno facendo tesoro dell’errore che fu fatale alle multinazionali del tabacco. Oggi sappiamo che milioni di persone sono morte di cancro convinte che la sigaretta fosse innocua mentre la ricerca, già da molto tempo, aveva dimostrato la sua tossicità a più livelli.
Le multinazionali sostennero economicamente le ricerche di illustri scienziati commettendo soltanto un errore: realizzare ricerche nei propri laboratori e tenerle nascoste. Alla fine degli anni 90, davanti al Congresso americano, mentirono sulle loro conoscenze circa la manipolazione del tabacco finalizzata ad aumentare l’assorbimento di nicotina, quindi la dipendenza. L’inganno è costato alle multinazionali 200 miliardi di dollari solo di indennizzi nelle cause di risarcimento e un calo drastico nelle vendite.
E’ un errore che le compagnie telefoniche non vogliono ripetere. Preferiscono finanziare quella che definiscono “ricerca indipendente”: chi avrebbe poi il coraggio di emettere una sentenza di condanna davanti ai dubbi della scienza?
Qualche giorno prima della pubblicazione del documento della IARC, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato la n.1815 (27 Maggio 2011). In essa si auspica che i paesi membri, attraverso una collaborazione fra i diversi ministeri (educazione, ambiente e salute), intensifichino l’attività specifica di informazione diretta a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi relativi all’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi elettronici che emettono microonde; per i bambini in generale, ed in particolare nelle scuole e nelle classi, sarebbero, ad esempio, preferibili le connessioni internet cablate, come già avviene in paesi come Austria e Germania.
Inoltre, in relazione all’uso privato di telefoni mobili, telefoni DECT (cordless), WiFi, WLAN e WIMAX per computer ed altri dispositivi wireless come i BABY PHONES, si consiglia di fissare soglie preventive per l’esposizione a lungo termine alle microonde, in tutti gli ambienti interni (indoor), in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e, nel medio termine, ridurre questo valore a 0,2 V/m, ossia a valori di esposizione da 10 a 30 volte inferiori ai già restrittivi parametri della normativa italiana.
Quando anni fa, in tempi non sospetti, dimostrai e pubblicai che mediamente l’80% della radiazione di un cellulare posto a contatto con l’orecchio viene assorbita dalla materia cerebrale e, più in generale, al fianco della Federconsumatori di Rimini, sostenevo pubblicamente la necessità di adottare gli stessi criteri cautelativi oggi raccomandati dal Consiglio d’Europa, molti miei interlocutori, anche specialisti del settore, assumevano atteggiamenti molto rassicuranti citando studi che, in seguito, si sono dimostrati essere finanziati da alcuni enti gestori di telecomunicazioni. Ora l’Europa si è pronunciata ufficialmente e ritengo che il senso di appartenenza al vecchio continente non si debba limitare solo al rispetto di alcuni parametri di politica economica.
Tuttavia, incredibilmente, a fronte di quanto sopra riportato, il Ministero della Pubblica Amministrazione del precedente governo ha dato il via, dal 9 maggio 2011, con una tempistica imbarazzante, all’iniziativa “Scuole in WI-FI”, cui hanno aderito oltre 1700 scuole in tutta Italia, che vanno ad aggiungersi agli Istituti che, autonomamente, avevano già fatto questa scelta. Per contro, in alcune scuole come quella in cui insegno (Liceo Scientifico A. Volta di Riccione), l’offerta è stata coscienziosamente rifiutata, ma il livello di informazione sull’argomento è decisamente limitato.
Come se ciò non bastasse, in base al Decreto Sviluppo del 24 Ottobre 2011 (al momento in cui scrivo non ancora convertito in legge), potremmo assistere ad una grave involuzione protezionistica nel nostro paese a causa di alcune variazioni dei metodi di monitoraggio: il valore di 6 V/m, mediato su un qualsiasi intervallo di sei minuti, continuerebbe a valere in questa forma all’interno degli edifici, mentre nelle relative pertinenze esterne e nelle aree intensamente frequentate, dovrebbe essere inteso come media statistica giornaliera, calcolata sulla base della potenza media irradiata dagli impianti nell’arco delle 24 ore, quindi con possibilità di escursioni diurne anche a valori decisamente più elevati, dal momento che le potenze di notte risultano notevolmente ridotte a causa di una fisiologica diminuzione del traffico telefonico.
L’ex ministro Romani ebbe a dichiarare che i limiti italiani attualmente vigenti sono una delle tante norme ideologiche di propaganda ambientalista. In realtà, il Decreto Sviluppo, qualora fosse convertito in legge, faciliterebbe il cosiddetto co-siting: i gestori ne hanno bisogno perché la diminuzione delle tariffe sta comportando guadagni minori e concentrare molti impianti su di un unico traliccio costituisce un forte risparmio che tuttavia, fino ad ora, comportava il pericolo dello sforamento dei 6 volt/m, rischio ancora in essere, soprattutto a fronte della necessità, da parte delle compagnie telefoniche, di adeguarsi alla tecnologia 4G, con l’installazione delle nuove antenne Lte (Long term evolution), operazione che ha già comportato un investimento di circa 1,5 miliardi per ogni gestore. Questo aggiornamento legislativo porterebbe al superamento del problema, ma anche un aumento del fondo ambientale.
Le reti di quarta generazione consentiranno un deciso salto di qualità nel settore delle telecomunicazioni, un settore capace di convogliare investimenti notevolissimi nonostante la grave crisi economica globale e alla fine, attratti come falene dalla luce di una lampione, molti di noi rincorreranno, magari in un’aberrazione dello spirito Natalizio, le ultime novità tecnologiche dimenticando, troppo in fretta, che la vita delle persone è assai più importante della possibilità di comunicare.

*Docente di Fisica al Liceo Scientifico A. Volta di Riccione e consulente della Federconsumatori di Rimini

Per chi vuole approfondire il tema dei campi elettromagnetici c'è un'altra interessante intervista all'ingegnere elettronico Claudio Poggi del 29 dicembre sul sito di Beppe Grillo. Qui sotto il link:

http://www.beppegrillo.it/2011/12/tumori_download/index.html

lunedì 26 dicembre 2011

MERCOLEDI' 28 DICEMBRE
alle ore 20.45 presso la sala consigliare è stato convocato
IL CONSIGLIO COMUNALE




all’ordine del giorno ci sono 2 interrogazione presentate da MENTELOCALE che riguardano:

· Interrogazione in merito a parere favorevole della Commissione per la qualità architettonica e del paesaggio su di un intervento non previsto dal P.R.G. vigente;


· Interrogazione in merito al bando di gara per il servizio di gestione dei rifiuti e ai contenuti finanziari del nuovo Piano d’ambito.


Inoltre si parlerà di:


· modifica Statuto SIS S.P.A;

· Convenzione con il Comune di Riccione per la gestione dei servizi connessi alla tutela della popolazione canina;

· Istituzione del servizio di parcheggio a pagamento a partire dall’anno 2012;

· Regolamento comunale sull'acquisizione in economia di lavori, beni e servizi;

· Sdemanializzazione della strada vicinale Spesso;

· Schema di convenzione per la Gestione del Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto del Torrente Conca.









PARTECIPIAMO NUMEROSI!

domenica 18 dicembre 2011

Antenne sospese

È stata pubblicata ieri l’ordinanza contingibile ed urgente con la quale il sindaco Bianchi ordina la sospensione per 15 giorni dell’attività di cantiere connessa all’installazione di antenne di telefonia sulla rotatoria della SP 17 di Pianventena – via Aosta con la motivazione di informare doverosamente e più compiutamente la cittadinanza sulla conformità dell’impianto per quanto riguarda il rispetto dei limiti previsti per l’esposizione ai campi elettromagnetici nell’area circostante e di prevenire il pericolo per l’incolumità dei cittadini determinato da eventuali manifestazioni che il comitato di Pianventena avrebbe intenzione di organizzare.

Questa ordinanza può essere opportuna anche per consentire di cominciare a valutare e verificare meglio la compatibilità dell’impianto con le previsioni urbanistiche e l’impatto elettromagnetico.

Crediamo che sia anche importante il riconoscimento che l’informazione sulla questione sia stata insufficiente. Anche tenendo conto di quanto previsto dalla normativa regionale vigente.

Nel frattempo, è essenziale che il Comune si faccia parte attiva per promuovere un’analisi autonoma sull’impatto elettromagnetico. Ma quindici giorni (col Natale in mezzo) ci sembrano davvero pochi.

In ogni caso, questa vicenda dovrebbe essere l’occasione per un ripensamento globale delle attuali politiche di localizzazione delle antenne telefoniche, tenendo conto che anche gli altri impianti già esistenti a San Giovanni (come quello al cimitero del capoluogo, quello dell’autostrada e quello nei dintorni del magazzino comunale) coinvolgono zone residenziali e/o produttive.

giovedì 15 dicembre 2011

Antenne bollenti

Ieri sera presso la sala della parrocchia di Pianventena c’è stata una affollata ed appassionata riunione di cittadini per confrontarsi sulle antenne che alcuni gestori (WIND e VODAFONE) intendono installare sulla rotonda della SP 17 all’altezza di Pianventena.

Il cantiere è aperto dal 4 novembre 2011 sulla base del permesso di costruire rilasciato dal Comune.

C’è molta preoccupazione per la salute pubblica in considerazione dei campi elettromagnetici che saranno generati dall’impianto dato che nella zona sorgono vari edifici residenziali. E una scuola materna.

I pareri di ARPA e AUSL sono favorevoli all’installazione dell’impianto. Ma non hanno verificato – perché non di competenza – le compatibilità urbanistiche, la destinazione d’uso e le altezze degli edifici esistenti e la corrispondenza con la situazione reale delle planimetrie nel raggio di 200 metri presentate dal gestore dell’impianto. Sono inoltre anteriori all’adozione del Piano Strutturale Comunale – avvenuta il 27 giugno 2011 – che prevede - proprio in questa zona - un ambito per nuovi insediamenti.

Come MENTELOCALE riteniamo che in questa fase occorra prendere sul serio la preoccupazione espressa dai cittadini di Pianventena e, in via precauzionale, promuovere un supplemento di indagine per approfondire la verifica di compatibilità dell’impianto con la situazione urbanistica e le previsioni urbanistiche della zona, sospendendo nel frattempo i lavori del cantiere.




martedì 13 dicembre 2011

Non ci sono più scuse

Pubblichiamo la lettera apparsa su “La Stampa” del 9 dicembre 2011 scritta da Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano.

Cari Comuni, custodi dell’identità nazionale tra valli, campagne e pianure, con la reintroduzione dell’ICI, ribattezzata IMU, non ci sono più scuse per consumare suolo per incamerare gli oneri di urbanizzazione per i bilanci locali. Se quest’ora richiede coraggio, voi avete un altro appuntamento non meno importante: quello con il paesaggio di questa Italia che tutto il mondo apprezza.

Tra le vostre mani avete la possibilità di fermare i consumi di suolo di un Paese che non cresce demograficamente ai ritmi delle terre edificate: siamo attorno alla pazzesca stima di 120 – 150 ettari al giorno. Siete voi che progettate e approvate i piani urbanistici che sono il quarto pilastro dell’ambientalismo moderno, positivo e costruttivo, strumento principale per sottrarre l’ambiente al “libero gioco” delle forze del mercato.

La tutela del suolo quale risorsa ambientale e bene comune è una priorità ed è quasi tutta nelle vostre mani. Certo, anche regioni e province hanno grosse responsabilità. Ma voi, con i vostri piani urbanistici, potreste dare una risposta cruciale per lasciare al paese e ai suoi futuri abitanti quel che rimane della bellezza delle campagne, delle colline, delle valli alpine e dei versanti a mare. Fermate i piani che state elaborando: rispedite al mittente le richieste di edificazioni inutili da un punto di vista urbanistico e utili per i tornaconti finanziari che, però, lo avete toccato con mano, vi generano ulteriori spese che si scaricano sul futuro: una sorta di girone perverso.

Il suolo libero che è stato urbanizzato era agricolo nel 90% dei casi. L’urbanizzazione speculativa di questi ultimi 15 anni non ha solo degradato il paesaggio come ha già ben spiegato Salvatore Settis, ma ha diminuito la nostra produzione agricola contribuendo ad aumentare la nostra dipendenza da altri mercati e dal costo dell’energia. Possiamo permettercelo? No. Dobbiamo tutelare i nostri suoli agricoli che producono il cibo più buono del mondo e insieme a tutti gli spazi aperti (i prati e le foreste italiane), ci fanno respirare e ci preservano dai danni delle alluvioni.

lunedì 5 dicembre 2011

Trentatreesimo Consiglio

Nel corso del consiglio di lunedì 28 novembre, dopo aver posto una precisa domanda, abbiamo appreso dai funzionari di Hera presenti in consiglio per illustrare il nuovo Contratto di Sindacato dei soci pubblici di Hera S.p.A., che la prevista gara del servizio di gestione dei rifiuti non verrà svolta (l’Accordo con Hera scade il 13 febbraio 2012), essendo intervenuta una delibera della Regione che avrebbe in pratica prorogato il servizio sino al 31 dicembre 2014. Quando si parla degli ingenti costi del servizio di gestione rifiuti, che si riflettono anche nelle bollette pagate da noi cittadini, bisognerà ricordare questa diffusa riluttanza a fare le gare che per lo meno hanno come obiettivo quello di fare scendere i costi del servizio introducendo un po’ di concorrenza. Ma il sistema nel quale annaspiamo è ancora molto opaco e poco trasparente. Nessuno infatti si è degnato di informare i consigli comunali che la gara del servizio gestione rifiuti non si sarebbe svolta. Anche per protestare contro questa anomalia, il voto di MENTELOCALE è stato contrario.

Ci siamo astenuti sulla delibera di ricognizione delle società partecipate osservando che varie società si occupano del settore idrico, probabilmente con duplicazioni che richiederebbero una maggiore razionalizzazione.

Anche sulla la proposta di un fondo comune a favore delle imprese associate alle cooperativa artigiane di garanzia ci siamo astenuti, osservando che forse sarebbe opportuno aumentare la quota comunale di euro 4.000,00.

Abbiamo invece votato a favore dell’istituzione del Consiglio tributario in quanto potrebbe essere uno strumento utile per qualificare la lotta all’evasione fiscale, pur precisando che forse sarebbe stato più opportuno prevedere tra i membri non solo i responsabili dei servizi ma anche soggetti esterni per potenziare il patrimonio informativo del Consiglio e per migliorarne l’efficacia.

Sulla delibera di assestamento di bilancio abbiamo infine espresso voto contrario, segnalando in particolare il rilevante scostamento tra le sponsorizzazioni previste nel bilancio 2011 approvato il 30 giugno (pari ad euro 110.000,00) e quelle che effettivamente il Comune incasserà (pari ad euro 30.000,00, di cui euro 22.000,00 già accertati). Il risultato di questa errata previsione è che i costi della Notte delle Streghe (da previsione pari ad euro 120.000,00) sono stati coperti in buona parte con le risorse di bilancio, cioè in pratica con i soldi che tutti i cittadini danno al Comune pagando le tasse. Ma si può andare avanti così?

sabato 3 dicembre 2011

Catene a bordo?

La provincia di Rimini, con ordinanza n. 93 del 15 novembre, ha istituito l’obbligo di circolazione con mezzi antisdrucciolevoli a bordo o pneumatici idonei alla marcia su neve o ghiaccio lungo le tratte extraurbane delle strade provinciali. L’ordinanza è in vigore dal 1 dicembre 2011 fino al 15 aprile 2012.

Le strade provinciali interessate dall’ordinanza non sono le strade provinciali marignanesi, infatti non si parla della SP 58, e per quello che riguarda la SP 17 è dal km 12 (via Ponte Ventena a Morciano) al km 24 (Trebbio di Montegridolfo), quindi non a San Giovanni. Anche la SP 44 (che inizia in via Cinque Quattrini, via che divide il comune di San Giovanni con quello di Morciano) è interessata solo dopo San Rocco.

Comunque facciamo sempre attenzione alla guida e se il nostro mezzo non è idoneo per percorrere certe strade, prendiamo tutte le precauzioni del caso, perchè occorre sempre rispettare l'articolo 140 c. 1 del Codice della Strada: "gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale".

Qui sotto è possibile visionare/scaricare il documento della provincia con l’elenco di tutte le strade provinciali interessate dall’ordinanza.

http://www.provincia.rimini.it/progetti/llpp/2011_o_neve/strade.pdf