mercoledì 20 gennaio 2010

SECONDA SEDUTA COMMISSIONE COMPARTONE E PSC

Un clima più disteso ha consentito lo svolgimento costruttivo della seduta del 16 gennaio 2010 ed anche l’introduzione di ragionamenti alternativi sul possibile ridimensionamento del compartone.

In apertura della seduta MENTELOCALE ha proposto di svolgere come Commissione un’attività culturale ed informativa a favore dei cittadini sulla pianificazione territoriale ed una mostra sui vari progetti del compartone realizzati nel corso degli anni.

In particolare, MENTELOCALE propone di invitare per una conferenza pubblica il sindaco del Comune di Cassinetta di Lugagnano (MI) Domenico Finiguerra che ha promosso un piano regolatore a crescita zero, senza ulteriori nuovi insediamenti, puntando sulla rigenerazione urbana e sul recupero dell’esistente. Morelli si è detto favorevole. Verificherà con il suo gruppo.

Si è poi cominciato ad entrare nel merito delle osservazioni presentate sulla delibera n.36/2009, relativa alla variante ed al P.U.C. del compartone, cominciando da quelle presentate dalla Nuova San Giovanni s.r.l.. La proposta di MENTELOCALE di cominciare dall’osservazione della Provincia di Rimini del 4 giugno 2009 e dall’Accordo di Pianificazione sul PSC del 14 aprile 2009, per avere da subito un quadro globale della questione, non è stata accolta. Questi documenti verranno esaminati in seguito. Sono state anche consegnate in anteprima delle integrazioni alle osservazioni presentate dalla Nuova San Giovanni s.r.l. tra natale e capodanno che verranno valutate successivamente.

Per quanto riguarda le osservazioni della Nuova San Giovanni s.r.l. – finalizzate sostanzialmente a rendere l’intervento il più possibile redditizio - si è notata l’inquietante tendenza della maggioranza a ritornare sui propri passi, anche a costo di smentire alcuni importanti contenuti dell’emendamento che il PD stesso aveva fatto inserire nella delibera 36/2009 per recuperare i voti dei tre dissidenti Bucci, Clementi e Petrucci che avevano votato contro la prima delibera di adozione del compartone nel febbraio 2009.

Le aperture più eclatanti riguardano le richieste della Nuova San Giovanni s.r.l. di potere realizzare il centro commerciale nel primo stralcio ed il parco urbano in più stralci. Nell’emendamento del PD del 7 aprile 2009 è scritto invece proprio il contrario: parco urbano tutto e subito sin dal primo stralcio e centro commerciale solo dal secondo stralcio.

Sembra comunque che il PD per ora non intenda cedere sulla richiesta della Nuova San Giovanni s.r.l. di potere realizzare appartamenti di 28 mq. e con minori requisiti energetici in modo da effettuare ulteriori risparmi. Atteggiamento possibilista invece rispetto alle richieste di potere utilizzare il PVC o l’alluminio invece del legno per i serramenti e gli infissi ed altri materiale invece del laterizio faccia vista. Si pensa di trovare un accordo sulla richiesta di piantare alberi con il diametro di 6 cm. invece di 18 – 20 cm. La richiesta di ulteriori 1364 mq. di superficie complessiva sarebbe un falso problema in quanto (bontà loro) è già compresa negli atti.

MENTELOCALE si oppone all’accoglimento di queste osservazioni in quanto motivate unicamente dalla logica del profitto senza alcun riguardo per la qualità degli edifici e dell’impatto ambientale e sociale dell’intervento. È comunque particolarmente grave accogliere la richiesta della Nuova San Giovanni s.r.l. di realizzare il parco per stralci e di realizzare il centro commerciale sin dal primo stralcio. A tutto, del resto, c’è un limite. Non ci si può sempre calare le braghe. Lo chiedono anche i 1126 cittadini marignanesi che hanno firmato la petizione NO AL COMPARTONE.

Sono state poi esaminate le osservazioni congiunte di Rifondazione comunista e di Sinistra critica. L’osservazione sulla non riduzione da parte della variante della capacità insediativa del P.S.C. ha dato modo di ricordare che nell’Accordo di pianificazione con la Provincia è scritto a chiare lettere che occorre riconsiderare la concentrazione di carico urbanistico così elevata in un unico quadrante urbano come il compartone. La successiva osservazione sull’inopportunità di realizzare un ulteriore supermercato a San Giovanni è stata l’occasione per cominciare a ragionare sulla possibilità di ricollocare sul territorio la superficie commerciale del compartone, anche per offrire maggiore servizi alle frazioni, evitando che una struttura di così grandi dimensioni possa risultare dannosa per il tessuto commerciale del paese.

Infine, si è cominciato ad esaminare le osservazioni di MENTELOCALE. La maggioranza, naturalmente, ritiene che la delibera sia a posto dal punto di vista amministrativo e che l’interesse pubblico sia garantito dalle opere realizzate (anche se il parco è stato ridimensionato e l’asilo interaziendale non si farà più nel compartone, ma in via Paradiso, spostando la scuola materna del capoluogo in un nuovo edificio da fare a fianco dell’attuale scuola media …). Ma l’interesse pubblico non significa solo opere che come la strada di gronda sono a diretto beneficio del compartone. Significa anche motivare in che senso la comunità di San Giovanni trarrà beneficio dal compartone. La comunità, non una società privata. Ma questo la delibera 36/2009, intrattenendosi piuttosto sulle vicende delle negoziazioni con il privato, non lo motiva per nulla.

In conclusione, c’è stata l’occasione di confrontarsi nel merito delle posizioni contrapposte. A volte può capitare che una soluzione soddisfacente per il paese sia sotto gli occhi di tutti, ma che non a tutti convenga farla emergere pubblicamente. Se infatti si parte dalla considerazione che l’amministrazione mai e poi mai metterà in discussione i diritti edificatori del privato, anche in presenza di una giurisprudenza consolidata, si intuisce che questa posizione può avere anche esiti diversi dal costruire 500 appartamenti nel comparto C2-4. Forse il non attuato del vecchio P.R.G. – cioè, in pratica, il compartone – è sufficiente per fare un P.S.C. senza ulteriore nuovo consumo di territorio. Si tratta allora di trovare le modalità più opportune per ripensare il compartone nel P.S.C. riducendone (come chiede la provincia) il carico urbanistico in un unico quadrante urbano e salvaguardando il diritto dei cittadini marignanesi a non vedere stravolto il proprio territorio da un insediamento decisamente fuori scala. Sembra che non sia una cosa semplice passare dal “compartone” al “compartino”. Ma chi ha detto che le soluzioni più sensate siano quelle più facili?

lunedì 18 gennaio 2010

UNA GARA SPETTACOLARE

Con una certa enfasi è stata di recente annunciata sulla stampa locale l’aggiudicazione provvisoria della gara per la gestione triennale del Teatro Massari alla Compagnia teatrale Cinquequattrini.

I Cinquequattrini hanno prevalso per poco più di un punto sulla Compagnia Teatro Vivo di Ravenna. Alla gara hanno partecipato altre due compagnie: Maan e Scratapla che hanno chiuso a maggiore distanza dai primi due.

Quando il distacco tra i concorrenti è così esiguo, può essere interessante cercare di capire come si è generato.

Occorre precisare che il bando di gara per la gestione del Massari (che pur trattandosi di una concessione non è stato portato in Consiglio) prevedeva dei punteggi alti per il progetto organizzativo del servizio di gestione del teatro e della programmazione culturale pluriennale (65/100), dando meno peso all’esperienza maturata in materia di gestione di teatri ed all’offerta economica (35/100).

Alla proposta artistica di Cinquequattrini e Teatro Vivo sono stati assegnati punteggi piuttosto simili (rispettivamente 8 e 9). C’è stata una tendenza ad appiattire verso il basso il punteggio su questo aspetto, quando il punteggio massimo assegnabile era 25.

Scorrendo la programmazione di Teatro Vivo, si leggono nomi importanti della scena contemporanea, come Angela Malfitano, Ivano Marescotti, Bebo Storti. La proposta insomma sembra di una qualità medio alta. Strano che non abbia incontrato i gusti dei membri della commissione. La proposta di Cinquequattrini invece non riporta i nomi degli artisti (ma solo l’intenzione di organizzare un certo numero di spettacoli di teatro contemporaneo e comico femminile).

Dei quattro partecipanti alla gara, solo Teatro Vivo però ha avuto precedenti esperienze di gestione di teatri, ma questo non ha fruttato molto in termini di punteggio (solo 2 su 6, dato che ogni anno veniva valutato solo 0,5). I Cinquequattrini, pur senza esperienza di gestione di teatri, hanno prevalso nell’offerta tecnica di poco più di 3 punti (56,61 contro 53,70).

Ma la sorpresa c’è stata nell’offerta economica in quanto Teatro Vivo ha fatto un ribasso del 10% (pari ad € 128.250,00) sul prezzo di gara (che era fissato ad € 142.500,00), mentre Cinquequattrini solo del 5% (€ 135.375,00). Così c’è stato un arrivo al fotofinish: Cinquequattrini 89,76 e Teatro Vivo 88,70.

L’esito della gara, vista dall’esterno, è un poco paradossale visto che il Comune, sulla base delle regole stabilite nel bando, ha dovuto affidare la gestione del teatro ad una compagnia teatrale senza esperienza nel servizio richiesto ad un costo più elevato del diretto concorrente che ha invece maggiore esperienza nella gestione.

Nessuno mette in discussione il valore delle attività culturali realizzate dalla Compagnia Cinquequattrini.

Ci chiediamo però se non sia il caso di dare la giusta importanza nei bandi anche agli aspetti dell’esperienza pregressa ed a quelli economici per riuscire a raggiungere il miglior equilibrio possibile tra qualità tecnico - artistica e costi per l’Ente.

domenica 17 gennaio 2010

PER UN BILANCIO 2010 SOSTENIBILE

Martedì 19 gennaio siamo stati convocati dall’amministrazione per una prima presentazione delle linee guida del bilancio 2010 che verranno poi portate nel prossimo consiglio comunale del 25 gennaio.

Ci aspettiamo che questo sia un bilancio con adeguate risorse dedicate alla rigenerazione sociale e culturale del paese in questo tempo di crisi.

I dati che tutti leggiamo sui giornali sono preoccupanti. Il bollettino economico della Banca d’Italia pubblicato ieri ci dice che il tasso di disoccupazione in Italia è al 10%, sommando cassaintegrati e inattivi impiegabili, pari a 2,6 milioni di persone (“La Stampa”, 16-01-2010, pag.23).

In Emilia-Romagna la disoccupazione nel 2009, secondo l’assessore alle attività produttive Campagnoli, è salita al 3,7%, mentre le ore di cassa integrazione sono state 55 milioni ed i lavoratori in mobilità 23mila (“Il Resto del Carlino”, 17-12-2009, pag. 27).

Nella Provincia di Rimini, negli ultimi tre mesi del 2009, c’è stato un incremento del 1000% delle ore di cassa integrazione: quasi il 200% in più del resto della Regione. Le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps sono passate da 95.000 a oltre 1 milione. Anche le ore di cassa integrazione straordinaria (quella che viene autorizzata dall’Inps nei casi di crisi strutturale e che spesso porta al licenziamento) sono aumentate nell’ultimo trimestre del 2009 del 1757% rispetto allo stesso periodo del 2008 (594.799 ore). In pratica, negli ultimi tre mesi del 2009 ben 2328 persone sono finite in cassa integrazione (“Corriere di Rimini”, 16-01-2010, pag.5).

È difficile reperire dati relativi alla crisi economica divisi per Comune. Per quanto riguarda San Giovanni in Marignano, il dato delle persone residenti che hanno reso la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro presso i Centri dell’impiego provinciali e sono stati inseriti nelle liste di mobilità nei primi nove mesi del 2009 ammonta a 230 persone. Nello stesso periodo del 2008 erano 127 persone. Il 50, 5% di queste persone sono giovani tra i 16 e 34 anni. Il 20% sono immigrati.

Riteniamo dunque essenziale non solo potenziare i capitoli ordinari di bilancio destinati al sociale, ma anche interrogarsi sulla qualità degli interventi sociali che si intendono attivare. Data la scarsità complessiva di risorse, occorre che gli interventi siano prioritariamente indirizzati a favore delle fasce più deboli e con meno protezioni come i giovani e gli immigrati.

Una riflessione supplementare dovrebbe essere dedicata all’opportunità di continuare ad investire ingenti risorse nelle manifestazioni ed eventi. Il calendario degli eventi 2010, di recente approvato dalla Giunta, riconferma tutti i consueti eventi, a partire dalla festa delle Streghe che dovrebbe svolgersi dal 19 al 23 giugno 2010. Visto che lo scorso anno il Comune ha speso ben 80.000 euro in spettacoli per la festa delle Streghe, ci si potrebbe chiedere se non è opportuno in questa fase di crisi cominciare a ridurre questi costi, anche per potenziare le risorse destinate al sociale. Quando non c’è il panem, i circenses sono di cattivo gusto.

Ci auguriamo, inoltre, che il Comune, ripensando l’attuale sistema di gestione dei rifiuti urbani tramite l’e-gate, cerchi di non aumentare la TARSU, premiando i cittadini che fanno la raccolta differenziata, e che venga eliminata l’addizionale IRPEF per le persone che presentano maggiori difficoltà.

Oltre al contenimento della spesa corrente, ci auguriamo che il bilancio 2010 cominci a ripensare la struttura della spesa d’investimento valutando bene la priorità di certi interventi di arredo urbano, come l’ulteriore stralcio degli insediamenti malatestiani dietro alla sede comunale che costa oltre euro 800.000. Occorre investire risorse in interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e dell’illuminazione pubblica per conseguire ulteriori strutturali risparmi energetici.

Occorre inoltre ridurre l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente, anche tenendo conto che la norma non consente tale possibilità per il pluriennale 2011-2012, per non continuare a sostenere gli sprechi attraverso il consumo di territorio, trovandosì così a dover finanziare le opere pubbliche prevalentemente attraverso mutui.

Ci auguriamo che con questo bilancio si mettano le basi per attivare la gestione in forma associata di alcuni servizi (dalla polizia municipale ai servizi culturali) convenzionandosi con i comuni limitrofi al fine di conseguire strutturali economie di scala e migliorare le prestazioni dei servizi erogati ai cittadini.

Auspichiamo che vengano adottati interventi con una forte ricaduta sociale a favore dell’economia locale come l’attivazione del mercato settimanale dei produttori agricoli e l’istituzione di un marchio di denominazione comunale dei prodotti.

Chiediamo che il percorso del bilancio venga condiviso con i cittadini marignanesi in un’ottica di partecipazione e responsabilizzazione ai destini della polis. Sarebbe importante, già da questo bilancio, dare alcuni segnali dell’intenzione di realizzare anche nel nostro Comune il bilancio sociale e partecipato.

Viviamo un momento difficile. Molte persone anche nel nostro paese stanno vivendo più di altre questa difficoltà. Anche come simbolo, sarebbe un gesto importante se i membri della giunta decidessero di ridursi l’indennità destinando le risorse così risparmiate al potenziamento degli interventi contro la crisi.

lunedì 11 gennaio 2010

2^ SEDUTA COMMISSIONE COMPARTONE E PSC

MENTELOCALE vi informa che
sabato 16 gennaio 2010, ore 9
presso la saletta progettazione dell'Area Tecnica
della sede comunale di via Roma, 62 (primo piano)
è convocata la seconda seduta della

Commissione consiliare temporanea per lo studio di sviluppo del Comparto C2-4 e del P.S.C.
con il seguente ordine del giorno:

1) Approvazione verbale della seduta precedente;

2) Consegna delle osservazioni pervenute alla delibera n.36 del 07.04.2009 e discussione sui contenuti delle stesse iniziando in ordine di presentazione.

Le sedute della Commissione sono pubbliche.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Consulta le osservazioni presentate da MENTELOCALE.

sabato 9 gennaio 2010

CONSIGLIO IN INTERNET A MORCIANO

Nell'ultimo Consiglio il Sindaco Bianchi ha detto che la proposta di MENTELOCALE di videoregistrare il Consiglio e metterlo su internet non è stata ancora realizzata perché sarebbe costosa.

Rammentando che questa proposta è già stata approvata dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 luglio 2009, e che dunque occorre realizzarla, vogliamo segnalare una buona prassi relativa alle videoriprese delle sedute del Consiglio comunale che si è realizzata nel vicino Comune di Morciano di Romagna.

La locale amministrazione comunale, appena insediata, sollecitata dall’Associazione di cittadini “Morciano in Comune”, ha approvato infatti un Regolamento per le videoriprese che consente la ripresa delle sedute per la trasmissione televisiva o via web al fine di favorire la partecipazione dei cittadini all’attività politico – amministrativa dell’Ente.

In particolare, l'Associazione di cittadini morcianesi “Morciano in Comune” ha ottenuto l’autorizzazione dal Comune di Morciano di registrare le sedute consiliari e di pubblicarle sul proprio sito
http://www.morcianoincomune.it/

L’Associazione deve consegnare ogni volta al Comune un DVD della videoregistrazione. La videoripresa è pubblicata anche sul sito del Comune di Morciano di Romagna.

La pubblicazione sul sito è sottoposta ad alcuni vincoli tecnici (per esempio le trasmissioni devono essere in differita) e temporali (ogni pubblicazione non può durare più di un anno).

Questa operazione è a costo zero per l’Amministrazione e si regge grazie al volontariato dei cittadini. Una soluzione intelligente e di buon senso come questa consente così ai cittadini di Morciano di essere puntualmente informati su tutto quello che accade in Consiglio comunale e su quello che sostengono le varie forze politiche senza che il Comune debba tirare fuori un euro.

Una scelta di civiltà e di trasparenza come questa sarebbe da sostenere anche se non fosse a costo zero, come capita in altre realtà in giro per l’Italia. Ma visto che si ha una esperienza virtuosa come quella morcianese, a due passi da casa, perché non “copiarla” cercando di replicarla anche a San Giovanni? In fondo, i contesti non sono così diversi.

A volte le cose più utili, anche nel campo della comunicazione, sono quelle più semplici e meno costose e che garantiscono la più vasta partecipazione dei cittadini. Non bisogna avere paura di diffondere le informazioni sull’attività del Consiglio comunale. La comunicazione istituzionale non deve essere ridotta a propaganda. Occorre un costante servizio informativo a beneficio dei cittadini. Proprio come quello realizzato a Morciano.

Il Regolamento per la disciplina delle videoriprese e la trasmissione delle sedute del Consiglio Comunale è scaricabile dal sito del Comune di Morciano:
http://www.morciano.org/mambo/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=131&Itemid=133

giovedì 7 gennaio 2010

FOTOVOLTAICO E GEOTERMIA



Continuiamo, come annunciato, la pubblicazione di post "verdi" dedicati all'utilizzo intelligente, anche da parte delle amministrazioni pubbliche, delle tecnologie per il risparmio energetico e delle fonti di energia rinnovabile. Il documento è tratto dalla rivista specializzata “Impianti solari”, n. 4, settembre 2009, pagg. 26 e 27.


Ad Agliè, adagiata sulle colline del Canavese, in provincia di Torino, ha sede fa residenza per anziani Villa S.Anna, che nel 2008 ha ampliato la struttura già esistente dotando il nuovo edificio, 1000 metri quadri su due piani fuori terra, di un impianto per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria a sonde geotermiche, alimentate da pannelli fotovoltaici integrati sul tetto.

I lavori sono stati oggetto di un contributo della Regione Piemonte "per interventi dimostrativi in campo energetico ambientale" destinato ad iniziative pilota con caratteristiche innovative per aspetti tecnici e gestionali. L'impianto è totalmente autonomo, con una riduzione della spesa gestionale di circa il 50% nei confronti di un impianto di riscaldamento con caldaia a gas metano con impatto ambientale quasi nullo. Pannelli fotovoltaici sul tetto dell'edificio producono l'energia che alimenta le pompe geotermiche con un triplice risultato: nessun inquinamento a valle, nessun surriscaldamento, niente fumi né emissioni in atmosfera.

II cuore dell'impianto
L'impianto di Villa S.Anna ha una potenza di 70 kW ed è composto da 4 pompe di calore Chibro/Stiebel Eltron Wpfl6 del tipo acqua/acqua collegate in parallelo al campo di sonde geotermiche, le quali a loro volta utilizzano come fluido refrigerante il gas ecologico R 410. Ogni pompa di calore è in grado di fornire una potenza in riscaldamento di 16 kW a fronte di una potenza elettrica assorbita di 3,6 kW: il loro compito è quello di prelevare calore a bassa temperatura dal circuito sorgente (le undici sonde geotermiche) per produrre, nella fase di riscaldamento, acqua calda fino alla temperatura di 60°C. L'acqua riscaldata viene inviata ai due bollitori da 950 litri per il riscaldamento dell'acqua calda sanitaria oppure a due serbatoi inerziali da 900 litri ciascuno, la cui funzione è di regolarizzare il funzionamento delle pompe di calore, far fronte ai picchi di richiesta termica, riducendo i cicli di accensione/spegnimento delle macchine, e accumulare energia termica da cedere all'impianto nei periodi di punta. Delle 4 pompe di calore, due sono asservite esclusivamente all'impianto di riscaldamento; le altre due possono funzionare alternativamente a servizio dell'impianto o per produrre acqua calda sanitaria per mezzo dei due bollitori. Una centralina elettronica, installata in centrale, provvede ad accensione e spegnimento, nonché a regolare la temperatura di mandata al l'impianto di riscaldamento in base alla temperatura esterna.

Le sonde
Le 11 sonde geotermiche verticali sono sistemate in un campo sonde disposto a "elle" lungo due lati della casa di riposo. Ogni sonda è formata da due coppie di tubi in polietilene ad alta densità di diametro 32 nini, uniti a formare un circuito chiuso. Contemporaneamente al l'inserimento delle sonde si provvede all'iniezione di cemento e bentonite, creando in pratica un micropalo di cemento in cui sono posizionati i tubi in polietilene, all'interno dei quali circolano acqua e glicole. Ogni sonda scende fino a 100 metri di profondità, dove si ha una temperatura media di circa 15°C. Le sonde sono col legate in parallelo alle quattro pompe di calore con un insieme di tubazioni e raccordi interrati a circa tre metri di profondità.

La trivellazione
Per questo campo sonde è stata usata la trivellazione ad acqua con incamiciatura completa. Ogni sonda è già preformata e dotata di un peso in ghisa per facilitare la discesa nel foro. L'operazione di iniezione con cemento e bentonite conferisce elasticità alla perforazione - evitando che qualsiasi cambiamento di assetto del terreno (dall'assestamento al movimento sismico) possa intaccare la struttura della sonda - e garantisce che non vi possa essere comunicazione tra le falde superficiali e profonde, un problema che può presentarsi e che in qualche caso può portare al blocco dei lavori. Ultimo, ma non meno importante dettaglio, il fattore estetico: un campo sonde di questo tipo permette più facilmente la creazione in superficie di aree verdi con piante e fiori.

L'impianto fotovoltaico
Le pompe di calore geotermiche sono alimentare dall'energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico, integrato nella copertura del tetto, composto da 66 pannelli, ovvero sei stringhe da 11 moduli con una inclinazione di 19,0 gradi, con potenza di picco pari a 180 W, per una potenza complessiva pari a 11,88 kWp, e due inverter.

Pannelli radianti per gli ambienti
All'interno dell'edifìcio, la distribuzione del calore viene effettuata con un impianto di riscaldamento a pannelli radianti a bassa temperatura di utilizzo (35°C). In questo modo il COP minimo è 4,5, calcolato su un fluido a 0°C. Poiché nel caso di Villa S. Anna il fluido viene prelevato a 12°C, la resa è superiore. L'impianto è suddiviso in tre zone funzionalmente indipendenti, ognuna regolata da un termostato. Le tubazioni sottopavimento in polibutene partono da sette collettori incassati a parete che alimentano i singoli circuiti dei pannelli radianti. La distribuzione dei fluidi per entrambi i piani è posata nel controsoffitto del piano terra.

martedì 5 gennaio 2010

STOP AL CONSUMO DI SUOLO NEL PTCP

Riportiamo un commento dell’Assessore provinciale all’urbanistica e pianificazione territoriale Vincenzo Mirra a proposito dei dati dell’Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo, relativi alla Provincia di Rimini, apparso oggi sul “Corriere di Rimini”, pag. 9.

“Credo che l’analisi sull’urbanizzazione fatta dall’Osservatorio nazionale sui consumi di suolo rappresenti un primo, interessante approccio alla questione, un aspetto chiaramente politico: le scelte fatte negli anni scorsi dall’amministrazione provinciale, concretizzatasi nel nuovo Piano territoriale di coordinamento (Ptcp del 2007) e confermate tra le priorità del mandato amministrativo 2009-2014, sono oggi più che mai una priorità per l’ambito riminese nel futuro a breve, medio e lungo periodo.

“Il consumo di suolo determinatosi tra il 1976 e il 2003 rafforza il caposaldo su cui poggia il Ptcp: si deve arrestare la crescita quantitativa del territorio, puntando a una fase qualitativa e di riutilizzo di quello che già c’è. Assumere il senso del limite come principio e valore è un impegno inderogabile dell’amministrazione provinciale al fine di innalzare la qualità di vita e impostare un modello di sviluppo più innovativo e sostenibile. In tal senso la statistica odierna ha già una risposta attraverso il Ptcp approvato, i cui fondamenti – stop al consumo di suolo, dotazione di servizi omogenei, compattezza – dovranno essere applicati con sistematicità sull’intero territorio della provincia, compresi i nuovi Comuni”.

venerdì 1 gennaio 2010

CONSUMO DI SUOLO, CANCRO D'ITALIA

Il consumo di suolo ha raggiunto in Italia dei livelli insopportabili. Ma a San Giovanni non scherziamo.

Dal recente studio dell’arch. Paolo Berdini emerge che nel periodo 1995-2006 in Italia sono stati consumati 750.000 ettari di suolo:
390.000 ettari per il residenziale, 210.000 ettari per il comparto produttivo, 150.000 ettari per le infrastrutture (http://www.eddyburg.it/article/articleview/14222/0/164/).

In pratica, in undici anni è stata coperta dal cemento e dall’asfalto una regione grande come l’Umbria e ogni anno scompare sotto il cemento e sotto l’asfalto una città grande come Ravenna.

Questi inquietanti dati sono confermati anche dal primo rapporto sui consumi di suolo presentato il 7 luglio 2009 dall'Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo (ONCS), costituito dall’Istituto nazionale di urbanistica (Inu), Legambiente e dal Dipartimento architettura e pianificazione (DiAP) del Politecnico di Milano. Secondo questo rapporto ogni giorno 200.000 metri quadrati di suolo vengono mangiati dal cemento che avanza nel bacino del Po (http://www.inu.it/attivita_inu/download/Spreco_territorio/ONCS-MILANO_05lug09.pdf).

In particolare, in Emilia Romagna su un arco temporale esteso dal 1976 al 2003, il territorio urbanizzato è quasi raddoppiato, passando dal 4,8 al 8,5% della superficie regionale, mentre ancora maggiore è stata la perdita di aree agricole: ben 198.000 ettari, l'intera superficie media di una delle 9 province emiliano - romagnole.

Tra le province emiliano - romagnole la Provincia di Rimini è quella che ha il coefficiente di copertura urbanizzata più elevato sia nel 1994 (era all’11,9%) che nel 2003 (dove era già passato al 19,3%). Il coefficiente di copertura agricola che era al 78,2% nel 1994 è passato al 69% nel 2003.

A San Giovanni con il P.R.G. vigente in vigore dal 1997 sono stati consumati ad oggi 1.203.701,04 mq. di superficie territoriale per uso residenziale, cioè oltre 120 ettari, 819.583,90 mq. per uso produttivo, 47.711,43 mq. per depositi automezzi / rottami, 159.017,63 mq. per commerciale/direzionale/ricettivo e 397.478,25 mq. per il golf, il centro ippico e il laghetto per pesca sportiva. Si tratta di un consumo totale di 2.627.492,25 mq. di superficie territoriale pari a 263 ettari, cioè oltre 2 Km. quadrati e mezzo.

Con il nuovo P.S.C. l’amministrazione Bianchi prevede di consumare per l’uso residenziale ulteriori 354.969,07 mq. (compreso il non attuato del vecchio P.R.G., cioè il compartone e qualche compartino a Santa Maria e Montalbano). Insomma, solo per uso residenziale si prevede un consumo di ca. 36 ettari di superficie territoriale / fondiaria. Al compartone storico di 18 ettari in pratica vogliono aggiungere un altro compartone di altri 18 ettari diffuso però sul territorio per soddisfare le varie promesse elettorali. Alla faccia della città compatta e della lotta contro lo sprawl!

Ma non è finita qui. La previsione della nuova piattaforma logistica ammonta a 474.000 mq., con una quota di circa due terzi da destinarsi a funzioni produttive (330.000 mq.). Il 30% della superficie territoriale è destinato ad aree pubbliche con funzione di riduzione dell’impatto ambientale e paesaggistico. A questo vanno aggiunti 50.185,42 mq. di altri insediamenti produttivi tra non attuato del vigente P.R.G. e nuovi interventi per un totale di 524.185,42 mq., cioè oltre 52 ettari di superficie territoriale.

C’è poi l’ambito del commerciale/direzionale/ricettivo a cui, tra non attuato e nuovi insediamenti, si prevede di sacrificare altri 111.759,52 mq. di superficie territoriale / fondiaria, cioè altri 11 ettari.

Infine, l’amministrazione Bianchi con il nuovo P.S.C. intende regalare al golf ed al centro ippico un incremento del 50% rispetto alle potenzialità vigenti da attuare (362.301,41 mq.), “quale riserva per la crescita futura, anche se l’eventuale attivazione di tale potenzialità sarà valutata con il Piano Operativo Comunale e solo ad esaurimento delle potenzialità in essere”. È previsto inoltre un regalino ulteriore di 1200 mq. di SC (superficie complessiva) nel Regolamento Urbano Edilizio “a completamento delle attività sportive e ricreative già presenti sul territorio comunale”. La superficie territoriale / fondiaria che quindi si prevede di consumare in prevalenza per il golf ed il centro ippico tra non attuato e nuovi interventi ammonta a 759.779,66 mq., cioè circa 76 ettari.

Senza contare l’ulteriore consumo di suolo derivante dagli eventuali accordi di perequazione urbanistica e ambientale previsti nel P.S.C. (per l’ex frantoio Asmara, per la fornace, per il complesso di Madonna del Monte …) e dalle eventuali infrastrutture (variante alla S.P. 58, terza corsia dell’autostrada, depuratore di vallata…), si arriva almeno ad una previsione totale di 175 ettari, cioè quasi 2 Km. quadrati di territorio consumabile nei prossimi quindici anni.

Di fronte a queste previsioni ci si rende conto che a San Giovanni ancora non è stata fatta una riflessione seria sul riuso e sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e sulla tutela del territorio agricolo. C’è un evidente ritardo culturale se si continua a puntare tutto su un modello di sviluppo edilizio sfrenato e sull’invasione della campagna da parte della città. Sembra che non ci sia consapevolezza del fatto che il suolo è una risorsa ambientale non rinnovabile che occorre salvaguardare per le future generazioni e valorizzare per il miglioramento della qualità di vita della popolazione e lo sviluppo sociale ed economico del territorio.

La commissione sul compartone e sul P.S.C. dovrebbe cominciare a discutere di questi argomenti strategici, cercando di individuare delle proposte lungimiranti per la tutela dell’interesse pubblico da sottoporre al Consiglio ed ai cittadini marignanesi, senza perdersi dietro all’analisi parcellizzata di interessi particolari di singoli gruppi immobiliari con entrature più o meno forti.