mercoledì 7 aprile 2010

PIANIFICARE SENZA CEMENTO

Come MENTELOCALE abbiamo di recente proposto di non prevedere ulteriori insediamenti di edifici produttivi e residenziali nel nuovo Piano Strutturale Comunale.

Il non attuato del vigente Piano Regolatore prevede infatti ampie disponibilità per le eventuali trasformazioni future. Per esempio, per quel che riguarda il residenziale, almeno 524 appartamenti da 105 mq. l’uno.

Se le previsioni residenziali del vecchio Piano Regolatore sono state decisamente sovrastimate, se com’è probabile nel nostro paese ci sono vari edifici non utilizzati e da recuperare, e se è indubitabile che occorre definire il fabbisogno di San Giovanni prima di prevedere nuovi insediamenti, perché continuare a farsi guidare nella pianificazione urbanistica dalla vecchia ideologia dello sviluppo edilizio senza limiti? Si dice che le ideologie sono morte, ma questa ancora sopravvive.

Bisogna avere il coraggio di nuove idee che sappiano ricreare una nuova alleanza tra persone ed ambiente. Occorre convincersi che il futuro non è nell’espansione urbanistica stile anni settanta ma nella tutela e nella salvaguardia del paesaggio. Dalle recenti dichiarazioni sui giornali sembra che anche il segretario provinciale del PD lo abbia recepito. Ma non è certo una dichiarazione che fa primavera, specie dopo una bufera elettorale come quella delle regionali.

Se costruisco villette sparse, compartoni e capannoni, perché il turista dovrebbe venire a San Giovanni? Perché c’è Katia Ricciarelli o perché l’ambiente che lo accoglie è amichevole con meno macchine e cemento della città di provenienza? È probabile che la nostra stessa costa, se vorrà rigenerarsi come ambiente peculiare, dovrà cominciare a prendere in considerazione l’abbattimento selettivo di molti edifici, affastellati senza senso sul mare dalla frenesia edilizia.

Per questo la prossima pianificazione del Piano Strutturale Comunale è una grande occasione per San Giovanni per rigenerarsi, ripensandosi per i prossimi dieci anni come comunità locale attenta alle persone e all’ambiente. Ci vuole però del coraggio, bisogna che vengano messe nel cassetto le timidezze e le paure. Per questo, come abbiamo sempre detto, il compartone deve essere ripensato nel Piano Strutturale Comunale, perché è questa l’occasione storica (non la redazione del P.O.C.!) per valutare se davvero un intervento del genere ha ancora senso per San Giovanni o se è semplicemente una previsione obsoleta, definitivamente superata, come molti marignanesi credono. La pianificazione urbanistica è una questione politica, non solo tecnica né solo giuridica, come spiega bene Giorgia Boca in un bell’articolo sul sito dell’urbanista Edoardo Salzano.


Sarebbe ora che quel che resta della politica marignanese e degli schieramenti tradizionali – a cominciare dal centrosinistra - tirasse fuori la testa dalla sabbia e cominciasse a ragionare della polis, del destino della città futura. Non è politica agire guidati dal pensiero (dall’angoscia) della poltrona che si spera di occupare tra cinque anni. Anche perché di solito i sogni svaniscono all’alba. Mentre l’interesse pubblico è lo zoccolo duro della realtà rispetto al quale la responsabilità politica, se non intende degradarsi a lacchè del potente di turno, deve misurarsi sempre di nuovo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ben detto! salviamo san giovanni. nn le vogliamo le case. nn servono

letizia ha detto...

questa è una battaglia importante, per tutti, la qualità della vità è un bene prezioso per la comunità. e san giovanni potrebbe verametne diventare un esempio!!!

Anonimo ha detto...

IO PUNTEREI PIU' SULLA QUALITA' DEL COSTRUIRE.
CREDO CHE NESSUNA REGOLA PUO' ESSERE PRESA COME CRITERIO ASSOLUTO.
NON VORREI ESSERE COSTRETTO A COMPRAR CASA A MIA FIGLIA A TAVULLIA PER PRECLUSIONI APODITTICHE E INTRANSIGENTI....
LE MACCHINE INQUINANO BEH COSA FACCIAMO PONIAMO UN ALT ALLA LORO COSTRUZIONE?

Anonimo ha detto...

La qualità del costruire è direttamente proporzionale alla quantità delle abitazioni che si intendono costruire ... più quantità = meno qualità! Per questo bisogna puntare a costruire meno per costruire meglio, proprio come per la mobilità occorre puntare più sul trasporto pubblico che su quello privato.

Anonimo ha detto...

SE L'ECONOMIA NON E' UN OPINIONE DIREI CHE E' SOLO IL PREZZO DELLE ABITAZIONI CHE E' DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALLA QUANTITA' DEL COSTRUITO.
SULLA QUALITA' HO QUALCHE DUBBIO, VEDI,PUOI COSTRUIRE 10 CASE MALE COME CENTO CON CRITERI D'ECCELLENZA, TUTTO STA NELLE REGOLE CHE IMPONI AI COSTRUTTORI.
SALUTI