mercoledì 13 ottobre 2010

OLTRE IL CEMENTO

Il 24 settembre e l'8 ottobre è tornata a riunirsi la Commissione consiliare sul compartone e sul Piano Strutturale Comunale. Le premesse, al solito, sembrano però piuttosto negative in quanto l'Assessore/Presidente Morelli non vuol sentire parlare di mettere in discussione i documenti ed i dati del P.S.C. presentato lo scorso anno, ma ancora non adottato. In pratica, la Commissione dovrebbe continuare a riunirsi solo per “essere informata” senza potere neppure discutere di aspetti fondamentali del Piano, come il suo "dimensionamento". Questo PSC, proseguendo nella politica di cementificazione del territorio, prevede per San Giovanni nei prossimi 15 anni un aumento di circa 3000 nuovi abitanti ed oltre1100 nuovi appartamenti (compartone compreso). Di queste previsioni, di queste scelte cruciali per il futuro del territorio e per la sua vivibilità, bisognerebbe cominciare a discutere. Altrimenti, ci si chiede che senso abbia tenere in vita una Commissione depotenziata di ogni significato se si tratta di adottare in fretta e furia un Piano a scatola chiusa, deciso e negoziato da pochi. Intanto in altre parti d'Italia, per fortuna, altre amministrazioni stanno facendo scelte politiche che mostrano una diversa visione del territorio. Dopo il Comune di Cassinetta di Lugagnano, anche il Comune di Solza, in provincia di Bergamo, ha adottato un Piano di Governo del Territorio a “crescita zero”.


Durante la seduta del 29 giugno 2010 il Consiglio Comunale ha adottato il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Solza, provincia di Bergamo. Un PGT con una specificità che lo rende il primo nella bergamasca e tra i pochi in Italia definiti a “crescita zero” ossia un piano che non prevede ulteriore consumo del territorio.
Finalmente, in un territorio estremamente urbanizzato quale quello dell’Isola Bergamasca, si inverte la tendenza cementificatoria di questi ultimi decenni. Una scelta difficile ed impegnativa per un piccolo comune in un periodo che vede gli enti locali continuamente penalizzati dai tagli ai trasferimenti disposti dagli Enti centrali, Regione e Governo, e dall’aumentare delle incombenze e dai servizi richiesti dai cittadini ... Una scelta virtuosa che reca beneficio al territorio e nello stesso tempo richiede di mettere in moto sobrietà e austerità nelle politica amministrativa del comune, così come di sviluppare ingegno e creatività nella ricerca di fonti di finanziamento.
Una scelta resa possibile anche da una rigorosa politica di emancipazione del bilancio dagli oneri di urbanizzazione perseguita in questi ultimi anni, oneri utilizzati in genere dai comuni per coprire parte delle spese correnti, ossia l’edilizia che finanzia le spese ordinarie del comune, un’entrata aleatoria contro spese strutturali.
Una scelta che può portare a rinunce e tagli al bilancio con possibili ripercussioni sul consenso, ma per noi amministratori una scelta responsabile e obbligatoria.


Il Sindaco di Solza, Maria Carla Rocca, così ha commentato la decisione della sua amministrazione:

Leggendo le indagini del mercato immobiliare, l'abitazione più ambita risulta quella “a pochi passi dal mare, vicina ai servizi e immersa nel verde”.
Ora, il mare non saprei proprio come portarlo fino a Solza, ma per il resto direi che ci siamo dati da fare.
Da tempo abbiamo impostato il nostro lavoro amministrativo alla difesa del territorio e l'approvazione del nostro PGT a consumo territoriale zero è balzata al onore delle cronache di molti giornali, e non solo a livello locale nazionali.
Dopo anni di cementificazione massiva, che hanno prodotto anche una bolla speculativa tale da aver minato le basi dell'economia mondiale, sembrerebbe ovvio puntare sul recupero e riqualificazione dei centri storici, degli edifici esistenti, compresi capannoni inutilizzati, prima di costruirne di nuovi (anche questo è lavoro per le imprese edili) ... eppure è stata una scelta difficile e controcorrente!
Difficile perché abbiamo deluso le aspettative, anche legittime, di alcuni cittadini che da anni aspettano di vedere rivalutati i propri terreni da agricoli a edificabili e controcorrente perché è molto più facile racimolare soldi con oneri di urbanizzazione nell'immediato per poi ridistribuirli, senza troppi patemi; invece ora dovremo essere molto più accorti con il bilancio comunale.
Per la nostra politica di gestione del territorio siamo stati addirittura additati, in altre occasioni, da altri amministratori o dai cavatori come degli integralisti o degli ideologhi della difesa dell’ ambiente, a discapito del progresso e dell'innovazione: peccato che Solza sia stato uno dei primi comuni ad insolarizzare gli edifici con i pannelli fotovoltaici ed ora, grazie anche ad un contributo regionale, ci accingiamo a rinnovare l'impianto di illuminazione pubblica con la tecnologia delle lampade a LED.
L'attenzione al territorio e all'ambiente in cui viviamo non sono in contrasto con l'innovazione, anzi se ne servono per migliorare la qualità della vita; la ricerca e lo sviluppo sono degni di questa definizione solo quando sono messi al servizio di tutti e non quando servono solo ad arricchire pochi!
Andare controcorrente è sicuramente più difficile e paga meno nell'immediato, ma a volte serve anche coraggio e accogliere la sfida per riuscire a gestire un comune senza usare territorio come merce di scambio, che prima o poi finirà. Si può invece far fronte alle sue esigenze di spesa impiegando parsimonia e buon senso che, con la collaborazione di tutti, sono risorse inesauribili.

tratto da http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=318&Itemid=1

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi permetto di scriverVi e di usare questo sito perchè mi sembra di comprendere che sia una delle poche "strade" percorribili se non l unica per proporre alla cittadinanza delle visioni di società , politica e rapporti sociali.

Nel mia autonomia più completa ho contatto il direttore di una società, controllata dalla multinazionale per la quale lavoro, ho sottoposto le carte sulle quali dovrebbe sorgere il compartone, abbiamo svolto un sopraluogo e ho gli ho sottoposto una domanda. "Se anzichè realizzare il progetto compartone, con un costo X e redditività Y, voi realizzate una progetto di energia solare con pannelli rotanti, quale sarebbero i costi e la redditività?"
Senza rischi di impresa (per un imprenditore già questo dovrebbe far suonare la campana!) per mancata vendita degli immobili, data l estensione del territorio, visti i finanziamenti sfruttabili, tra il 5°/6° anno, dato il completamento dell opera, la reddività cresce in modo esponenziale superando il compartone.

Calcoli alla mano e mini-progetto, mi sono chiesto "ma che strano, nessuno ci ha mai pensato ?"

Anonimo ha detto...

Nell'ultima riunione della commissione sul PSC e sul compartone abbiamo provato a lanciare questa suggestione, ancora come una battuta.
Non mi sembra che fosse stata presa negativamente.
Se si associasse il progetto alla realizzazione di serre con tetti fotovoltaici, sarebbe perfetto.