Dal
2009 cerchiamo di spiegare alla comunità sangiovannese che il
compartone è un progetto inutile per il benessere e la vivibilità
del paese.
Quando
si dice che occorre uno sforzo di riflessione collettiva su di un
progetto ormai datato, non si fa che prendere atto che un'idea
superata non può bloccare il cambiamento politico e sociale di cui
San Giovanni, come tutti i paesi che non vogliono divenire sterili,
necessita.
data la situazione del soggetto attuatore, nota ora anche al comune, non è più (solo e principalmente) una questione urbanistica.
Non
può che fare piacere osservare
che questa consapevolezza si va diffondendo e che sta, con tutte le lentezze del caso, diventando patrimonio comune.
che questa consapevolezza si va diffondendo e che sta, con tutte le lentezze del caso, diventando patrimonio comune.
Non
abbiamo bisogno, oggi, di una gara, per tanti versi futile, a chi è
(o è stato) più coerente sulla annosa questione del C2-4.
Oggi,
crediamo, ci sarebbe piuttosto bisogno, al di là e soprattutto
attraverso le differenze, di un atteggiamento unitario nel paese ed
in consiglio per contrastare le forze che dal passato già tentano (o
tenteranno) di riportare indietro le lancette della situazione
politica che si è determinata. Non
basta dire: sono problemi loro, che sono stati causa negli anni del
loro male. Bisognerebbe
fare lo sforzo di andare più in profondità e di cercare di
cogliere, anche dall'opposizione, le dinamiche positive ed innovative
che, su certi temi, si possono sviluppare nella maggioranza,
magari anche grazie al lavoro di impulso e controllo della stessa
opposizione.
Non si suggerisce di abdicare alla preziosa differenza
maggioranza/opposizione, ma di non avere paura di sporcarsi le mani
su questioni di lungo termine che interessano tutto il paese,
condividendo scelte certo difficili, ma non per questo da evitare,
cercando di portare all'attenzione pubblica le motivazioni
sostanziali di un voto temporaneamente convergente.
ML
negli ultimi sei anni è stato il gruppo che con più schiettezza ha
espresso, fuori e dentro il consiglio, la sua posizione, motivata, di
estrema contrarietà al progetto.
Nel
nostro periodo di permanenza nelle istituzioni non si è determinata
nessuna occasione per cercare una soluzione condivisa a tale problema
urbanistico. Ci
siamo sempre trovati di fronte ad un muro di gomma quando si parlava
di compartone. Il progetto era già stato deciso, non c'era bisogno
di parlarne, non si avvertiva neppure la necessità di avviare
un percorso partecipato aperto ai cittadini.
La
crisi economica si è infine incaricata di riportare la politica,
anche quella più riottosa, alla realtà:
non solo non si è stati in grado di realizzare il progetto, in
mancanza di solide garanzie, ma non si è neppure individuato un
altro soggetto affidabile interessato a portarlo a termine.
Sappiamo
bene che i consiglieri di maggioranza che hanno votato la decadenza
del piano sono quasi gli stessi
che il piano lo hanno approvato, nel corso del teatrino poco
edificante dei due consigli dell'agosto 2014, e
che lo avrebbero voluto realizzato. Gli
stessi che, tra l'altro, subito dopo aver votato la decadenza del
piano, come se nulla fosse, hanno approvato il PSC nel quale continua
a trovar posto la previsione del C2-4. E sappiamo bene che
alcuni di loro cinque anni fa approvarono anche il PUC del
compartone.
Ma,
detto questo, è comunque difficile non notare la rilevanza del voto
del 28 dicembre e il nuovo scenario politico che si apre.
Per
la prima volta un progetto
che grazie anche agli indubbi, solidi appoggi politici era riuscito
sempre ad andare avanti, nonostante le numerose criticità,
si è incagliato sugli scogli, oggi evidentemente insormontabili,
dell'interesse pubblico.
È
sempre complicato valutare l'entità di questi blocchi. Ma non è
azzardato dire che, con gli assetti in campo, si tratta di una
fermata piuttosto importante.
Non
sappiamo se si aprirà una nuova fase di discussione pubblica sul
C2-4: se ci sarà ne faremo parte come altri cittadini.
Nel
frattempo, guardiamo con interesse al ruolo di maggiore
responsabilità che sui temi urbanistici più rilevanti il consiglio
sembra intenzionato a ritagliarsi, al di là delle tradizionali
direttive di partito.
Non stiamo dicendo che siamo entrati in un'epoca tutta rose e fiori.Le
contraddizioni e i vecchi modi di fare permangono, ma il loro peso è
forse un po' più leggero, alla luce della distanza che il
consiglio ha cominciato a prendere dal C2-4 e dal sistema politico
che su di esso si era sedimentato.
Contraddizioni
che sono presenti anche nelle più recenti votazioni sull'impianto
golfistico, che non abbiamo condiviso, mentre ci era sembrata una
positiva novità il rigetto degli esiti della conferenza dei servizi
e l'aver riportato ad area rurale l'area dell'impianto golfistico,
che era stata classificata come totalmente urbanizzata in sede di
controdeduzioni alle riserve della provincia, è indubbiamente una
buona notizia. Come ML lo avevamo richiesto nel 2011 in sede di
osservazione al PSC.
Queste
scelte urbanistiche 'diverse' (stop al piano particolareggiato del
compartone, stop alla conferenza dei servizi, riclassificazione
rurale dell'impianto golfistico, riduzione della piattaforma
logistica) sono frutto probabilmente di situazioni politiche e di
rapporti di forza contingenti:
in talune di queste scelte, si può anche intravedere più
tattica politica che conversione ad una pianificazione rispettosa
dell'ambiente.
Non
dimentichiamo, infatti, che nel nostro PSC ci sono, oltre al C2-4,
altre previsioni di aree per nuovi insediamenti residenziali, come
quelle delle frazioni, certamente secondo noi da ripensare,
nell'ottica di un'effettiva applicazione del principio dello stop al
consumo di territorio.
Continuiamo
a pensare che solo dal confronto di idee diverse possa scaturire la
sintesi più vantaggiosa per il governo armonico del paese. È chiaro
che chi governa, visti i rapporti di forza, ha la responsabilità che
tale processo effettivamente si inneschi.
E dunque risulta per lo meno ingeneroso accusare di irresponsabilità
chi dall'opposizione, con proposte documentate, prendendosi in
solitudine le proprie responsabilità, ha cercato di segnalare per
tempo alla maggioranza che si era finiti fuori rotta su alcuni temi
specifici.
Ci
auguriamo pertanto che il 2016 sia l'anno in cui possano partire i
mille volte annunciati, e purtroppo altrettante volte dimenticati,
processi di partecipazione (a partire dagli ambiti
strettamente connessi del bilancio e dell'urbanistica) e in cui
il dibattito pubblico del paese possa rafforzarsi ed ampliarsi nella
lungimirante direzione dello stop al consumo di suolo anche quando,
in un'eventuale aggregazione con Cattolica, le spinte per una
cementificazione del territorio diverranno più forti.
Nessun commento:
Posta un commento