martedì 13 dicembre 2011

Non ci sono più scuse

Pubblichiamo la lettera apparsa su “La Stampa” del 9 dicembre 2011 scritta da Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano.

Cari Comuni, custodi dell’identità nazionale tra valli, campagne e pianure, con la reintroduzione dell’ICI, ribattezzata IMU, non ci sono più scuse per consumare suolo per incamerare gli oneri di urbanizzazione per i bilanci locali. Se quest’ora richiede coraggio, voi avete un altro appuntamento non meno importante: quello con il paesaggio di questa Italia che tutto il mondo apprezza.

Tra le vostre mani avete la possibilità di fermare i consumi di suolo di un Paese che non cresce demograficamente ai ritmi delle terre edificate: siamo attorno alla pazzesca stima di 120 – 150 ettari al giorno. Siete voi che progettate e approvate i piani urbanistici che sono il quarto pilastro dell’ambientalismo moderno, positivo e costruttivo, strumento principale per sottrarre l’ambiente al “libero gioco” delle forze del mercato.

La tutela del suolo quale risorsa ambientale e bene comune è una priorità ed è quasi tutta nelle vostre mani. Certo, anche regioni e province hanno grosse responsabilità. Ma voi, con i vostri piani urbanistici, potreste dare una risposta cruciale per lasciare al paese e ai suoi futuri abitanti quel che rimane della bellezza delle campagne, delle colline, delle valli alpine e dei versanti a mare. Fermate i piani che state elaborando: rispedite al mittente le richieste di edificazioni inutili da un punto di vista urbanistico e utili per i tornaconti finanziari che, però, lo avete toccato con mano, vi generano ulteriori spese che si scaricano sul futuro: una sorta di girone perverso.

Il suolo libero che è stato urbanizzato era agricolo nel 90% dei casi. L’urbanizzazione speculativa di questi ultimi 15 anni non ha solo degradato il paesaggio come ha già ben spiegato Salvatore Settis, ma ha diminuito la nostra produzione agricola contribuendo ad aumentare la nostra dipendenza da altri mercati e dal costo dell’energia. Possiamo permettercelo? No. Dobbiamo tutelare i nostri suoli agricoli che producono il cibo più buono del mondo e insieme a tutti gli spazi aperti (i prati e le foreste italiane), ci fanno respirare e ci preservano dai danni delle alluvioni.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

... leggendo queste righe appare tutto così evidente e chiaro.. eppure guardando le azioni delle amministrazioni delle nostre zone viene da pensare che chiaro non lo sia..eppure sono persone con famiglie, figli che dovrebbero avere a cuore il futuro.. dopo tutto cosa gliene viene in tasca? come si fa a vivere a san giovanni ed essere contenti delle costruzioni in via gramsci? ed è solo un esempio... sembra tutto così chiaro ma cavolo!!!! dai!! tiriamo fuori un pò di p....lle!

Anonimo ha detto...

Ma così tanto per fare due conti. Sapete quanta Ici dovrà pagare ogni anno la piattaforma logistica, se non ho sbagliato? Circa € 31.000 (alle aliquote attuali e valori attuali). Se sono magnanimi aspettano il POC se non lo sono cominciano da subito. Capisci il perchè di questo tratto di matita sulla carta?

Anonimo ha detto...

Forza, cari amministratori! Per buona volta cogliete l'occasione per rimanere nella storia di san giovanni come coloro che hanno avuto l'umiltà e il coraggio ditornare sui propri passi e dire no alla cementificazione! Dopotutto in questo paese ci vivete anche voi...

Anonimo ha detto...

per non dire dello schifo costruito dal solito Sartori in via Santa Maria.... sembrano dei palazzi di napoli ! ma il rispetto del verde per il drenaggio delle acque piovane è stato rispettato ?