Nel consiglio di lunedì 18 febbraio si è parlato di sistema di raccolta di rifiuti a partire da una nostra interrogazione sulla situazione della raccolta in via Al Mare. È stato sostenuto che gli spostamenti di cassonetti che si sono verificati sono funzionali alla riorganizzazione del sistema previsto dal piano d’ambito 2009-2012 tramite e-gate. Non si è escluso che il sistema di porta a porta disponibile in zona per le aziende non possa essere esteso anche alle abitazioni residenziali, dati alcuni disservizi della raccolta. In realtà, molto pragmaticamente, bisognerebbe controllare quartiere per quartiere l’efficacia della raccolta da parte di Hera. Del resto, se è vero che c’è una tendenza della raccolta differenziata, non si capisce perché i costi del servizio non diminuiscono. È stato detto che Hera ha chiesto per il 2013 un aumento del 3,2%, forse limitabile ad un 1,5%. La verità è che non si dovrebbe proprio parlare di aumenti. Ma di diminuzione delle tassa per il servizio di gestione dei rifiuti – a partire dalla già famigerata Tares – se davvero si produce meno rifiuto indifferenziato (il cui smaltimento in discarica è più costoso della gestione del rifiuto differenziato).
Abbiamo invece votato contro l’adesione
di San Giovanni all’ambito territoriale ottimale della costa che comprende
Cattolica, Coriano, Misano Adriatico e Riccione. Gli altri comuni della zona
sud dovrebbero confluire - volenti o nolenti – nell’Unione della
Valconca. I comuni dell’ambito della costa, tutti con popolazione superiore a
5.000 abitanti, sono tenuti a gestire insieme almeno tre servizi tra i quattro
individuati dalle legge regionale 21/2012 (pianificazione edilizia e
urbanistica, servizi sociali, protezione civile, polizia municipale), oltre ai
servizi informatici. Possono farlo o attraverso delle convenzioni o costituendo
un’Unione (in questo caso sono previsti incentivi). Pur sostenendo dal 2009 la necessità
di introdurre delle forme di gestione associata dei servizi per realizzare
delle economie di scale, non ci convince il percorso tutto partitico come
questo provvedimento è stato concepito centralisticamente in regione e digerito
passivamente in periferia. Per varie ragioni. Non si è tenuto conto della reale
efficacia e dei concreti risultati conseguiti dalle Unioni, forme associative ormai
presenti da oltre venti anni. Non si è impostato il dibattito a partire innanzitutto
dai servizi che si intendono mettere insieme, ma si è parlato esclusivamente
di confini. Inoltre, non si è tenuto conto delle reali situazioni finanziarie
dei vari partner che nel caso dell’ambito della costa sono in alcuni casi
piuttosto complicate e che potrebbero condizionare lo stesso livello qualitativo
della gestione associata. Infine, i
cittadini non sono stati né informati né consultati. È molto grave che neppure
in questo caso si sia avvertita la necessità di far partecipare i cittadini
ad una decisione che nel medio termine avrà delle importanti conseguenze sulla
vita quotidiana di tutti.
Nessun commento:
Posta un commento