lunedì 18 novembre 2013

Più tasse con la Tarsu

All’ordine del giorno del consiglio comunale di giovedì 21 novembre 2013 c’è una proposta di deliberazione con la quale l’amministrazione intende tornare al regime Tarsu revocando regolamento e tariffe Tares approvate lo scorso luglio.

Il ‘passaggio’ è consentito da una norma di recente approvazione: l’art.5, comma 4-quater del D.L. n. 102/2013 “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici” così come convertito in legge in data 28/10/2013 (L. n. 124/2013) che permette ai Comuni di determinare i costi del servizio rifiuti e le relative tariffe sulla base dei criteri previsti e applicati nel 2012 con riferimento al regime di prelievo in vigore in tale anno (Tia o Tarsu).

A San Giovanni questo ritorno rischia di produrre degli effetti negativi sulla già pesante pressione tributaria. Con questa manovra infatti (come risulta dai dati contabili contenuti nella seconda proposta di deliberazione in discussione relativa all’approvazione dell’assestamento generale del bilancio) il gettito della Tarsu 2013 aumenta rispetto a quanto si sarebbe incassato con la Tares di euro 128.636,74, nonostante il costo del servizio di gestione di rifiuti resti invariato rispetto alle previsioni.

L’aumento è motivato dal fatto che il Comune continua ad applicare alla Tarsu l’addizionale ECA che la Tares ha eliminato.

La proposta di deliberazione  è corredata dei pareri favorevoli del revisore dei conti e della responsabile del servizio finanziario datati 12 novembre 2013.

Il 13 novembre 2013, però, il Ministero dell’Economia e della Finanze con risposta scritta in Commissione Finanze della Camera ad una precisa interrogazione del deputato Giovanni Paglia di SEL ha escluso, tra l’altro, la possibilità per il Comune che decide di tornare alla Tia o alla Tarsu di continuare ad applicare il medesimo regime di prelievo vigente nel 2012 che prevedeva anche imposte (come l’IVA per la Tia) ed addizionali (come l’ECA per la Tarsu). I Comuni in pratica possono determinare i costi e le tariffe del servizio rifiuti applicando i criteri e le aliquote Tarsu 2012 al posto di quelli introdotti dalla Tares, ma non possono appesantire il tributo con ulteriori balzelli che la Tares ha definitivamente abrogato.

Dato che il costo del servizio di gestione dei rifiuti non è aumentato e risulta comunque coperto, occorre pertanto eliminare dalla previsione del gettito Tarsu 2013 l’importo derivante dall’applicazione dell’addizionale ECA per euro 128.636,74 in quanto non dovuto. In caso contrario, il Comune si espone al rischio di futuri e giustificati ricorsi da parte dei cittadini.

Non è accettabile aumentare ulteriormente le già pesanti tasse per i rifiuti (comunque in aumento rispetto al 2012) per coprire con i maggiori proventi altri buchi di bilancio (determinati per esempio da minori entrate derivanti da oneri di urbanizzazioni).


Per queste ragioni chiediamo che le proposte di deliberazione in discussione vengano ritirate o modificate tenendo conto delle recentissime indicazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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