venerdì 4 marzo 2011

COMUNICATO CONSUMO DI SUOLO

Coordinamento Marecchia-Uso (MARUS) e Forum Ambiente della Provincia di Rimini

Comunicato sul tema Consumo di Suolo, 28 Febbraio 2011

Come approfondimento del convegno in materia di Consumo di Suolo tenuto a Rimini il 12 Novembre 2010 l’Associazionismo riminese ha organizzato un’assemblea sullo stesso tema sabato 26 febbraio 2011 a Santarcangelo di Romagna presso la sala Superecinema.
L’assemblea, partecipata da pubblici Amministratori, rappresentanti di Associazioni economiche, ambientaliste e culturali, Professionisti e Tecnici, è stata organizzata per mettere in relazione le realtà presenti sul territorio al fine di definire le future iniziative. E’ stata anche pianificata l’uscita di un Dossier sul Consumo di Suolo nel riminese sotto forma di Pubblicazione Elettronica da mettere in rete entro un paio di mesi.

Durante i lavori hanno preso la parola: Lidano Arcangeli, Lorenzo Bruschi, Giuseppe Colicchio, Pierangelo Della Pasqua, Alfio Fiori, Loris Galeffi, Daniela Montanari, Nedo Pivi, Domenico Pazzini, Riccardo Santolini, Renzo Valloni, Luca Vannoni, Onide Venturelli, Mara Zanni. Sui temi di fondo del fenomeno del Consumo di Suolo nella realtà riminese l’assemblea ha registrato ampie convergenze riassumibili come segue.

L’onda apparentemente inarrestabile della nuova urbanizzazione che, saturata la costa, si sta espandendo nell’entroterra costituisce una grave minaccia per i valori del territorio e la qualità della vita dei Residenti. In prospettiva ciò rappresenta un danno per la nostra società criticabile da tre punti di vista:
1. Etico, perché nell’interesse di pochi si sta oggi consumando un bene naturale di cui non potranno fruire le generazioni future;
2. Amministrativo, perché la sottrazione di suolo è in palese contrasto il vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che sancisce lo stop alla nuova urbanizzazione;
3. Economico, perché lo scenario italiano e internazionale ha già sancito il superamento dell’attuale modello di sviluppo e ci impone di puntare alla valorizzazione dei nostri beni ambientali e culturali, i.e., del nostro paesaggio.
Conseguentemente, la società civile e le sue forme organizzate devono creare sinergie e forme di pressione sulle Amministrazioni per affermare nuove regole sociali e per effettivamente applicare la buona normativa esistente (es. LR 20/2000). Occorre ottenere che nei Piani territoriali i due principi: della cessazione del consumo di suolo e della rigorosa applicazione dell’interesse comune, diventino punti fermi non negoziabili.

Per questo è stato valutato in modo altamente positivo il percorso del Piano Strategico comunale di Rimini che, con l’approvazione del Consiglio comunale e provinciale, ha concluso la sua prima fase. Il reale coinvolgimento della cittadinanza ha portato a soluzioni straordinarie anche in termini di vision basata sull’innovazione e sul rispetto delle autenticità (leggi vocazioni, paesaggio, ecc) del nostro territorio. Va detto tuttavia che il Piano si potrà denominare “strategico” solo quando la sua portata e i suoi effetti comprenderanno l’entroterra. E’ così urgente che le Comunità della Valmarecchia si uniscano in un Forum per discutere dei loro futuri anche perché nell’attuale organizzazione amministrativa risalta l’inadeguatezza delle scelte fatte dai singoli Comuni che continuano a “pianificare” separatamente nel proprio orticello con Unione dei Comuni e Comunità Montana prive di deleghe adeguate a progettare unitariamente un futuro di crescita per i loro Residenti.

Oggi tutti sappiamo che i Comuni continuano a svendere il territorio per sostenere i loro se pur ridotti bilanci e per garantire gli attuali livelli dei servizi sociali. Si continua così a costruire nonostante vi siano migliaia di edifici residenziali e produttivi inutilizzati. E’ del tutto evidente che questa strada è senza uscita e che noi stiamo consegnando alle generazioni future un territorio in cui la qualità della vita continuerà a diminuire mentre continuerà a crescere la distanza fra pubblico e privato in termini di risorse e servizi collettivi.

Occorrerà che Cittadini ed Amministratori stipulino un patto per una nuova gestione del territorio che, sull’esempio di ciò che da tempo avviene nei paesi del nord Europa, dia un valore all’urbanizzato, compreso quello in disuso, e che riconverta il mercato delle nuove costruzioni puntando al recupero dell’esistente. Va sottolineato che nessuno dei partecipanti all’assemblea di Santarcangelo ha criticato la filiera delle costruzioni in se; è stato invece affermato il principio dell’interesse generale che rende oggi necessaria la sua riconversione. Un settore delle costruzioni non più basato sulla nuova urbanizzazione ma indirizzato al recupero ed al riuso dell’edificato esistente continuerebbe a produrre realizzi economici ed occupazione privilegiando la qualità degli interventi.

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