venerdì 27 marzo 2009

OPZIONE ZERO

Assemblea infuocata lunedì sera sul compartone, ma vera, popolana, piena delle facce, dei dubbi, delle domande e delle speranze delle persone di San Giovanni: mamme, operai, commercianti, pensionati…
Da quanto tempo non si vedeva a San Giovanni un’assemblea di questo genere? Da quanto tempo non si vedeva un esempio così bello di democrazia partecipata? Da troppo tempo.
E’ stata una vera vergogna che un bel po’ di gente sia rimasta fuori dalla sala del consiglio comunale, evidentemente troppo piccola per una riunione del genere. Ma si volevano fare davvero partecipare i cittadini?
L’amministrazione ha avuto il coraggio di riproporre la vecchia tiritera del compartone che si sono trovati, che non è un loro progetto, che ci sono i diritti acquisti, che ormai non si può più fare niente… Ma mai che qualcuno (Sindaco o Assessore) abbia avuto in tutta la serata il coraggio di assumersi le responsabilità politica della scelta di approvazione del PUC del compartone.
Gran svicolare e minimizzare al quale si è sovrapposta la superficiale esposizione del tecnico incaricato (ma pagato da chi?) che ha impiegato quasi un’ora per esporre le meraviglie del parco che si andrebbe a realizzare nel compartone!!! Che da oggi si potrebbe chiamare il comparCone. Il Parco! Come se per avere un parco la gente di San Giovanni fosse obbligata a consumare 18 ettari di territorio. Come se per avere un centro giovani (che tra l’altro c’è già, è stato inaugurato il 13 dicembre 2008) e un asilo aziendale occorresse costruire 500 appartamenti. Grande superficialità. Non si prendono in seria considerazione gli impatti sociali, ambientali e dell’aumento del traffico. L’importante è approvare tutto entro la fine della legislatura senza avere però il coraggio di motivare tanta urgenza (è quindici anni che si parla senza esito di compartone, una ragione ci sarà) e di spiegare che cos’è la Nuova Sangiovanni s.r.l., insomma chi è il padrone del compartone.
Perché tanta paura? Eppure tutta quella gente in cerca di alternative possibili per politici attenti doveva essere uno stimolo a cercare e trovare fiducia, a ricominciare a fare politica, a liberarsi dalla dittatura degli interessi privati. Invece, in assenza di una regia politica, si è mandato allo sbaraglio un tecnico con disegnini sfocati e illeggibili per fare digerire in un’unica soluzione tutto il progetto. Nonostante questo rifiuto di aprire un dialogo da parte dell’amministrazione e dei suoi incaricati, dall’assemblea sono venute delle preziose suggestioni per cominciare a pensare un altro modo possibile di gestione della questione compartone. L’opzione zero è diventata il vero logo che è cresciuto e ha preso corpo nella pluralità e diversità delle parole delle persone che sono intervenute.
Opzione zero, cioè verifica preliminare di tutte le possibilità alternative che possano evitare quello scempio del territorio che sarà il compartone. Solo cominciando sin da ora a prendere sul serio questa idea, il nuovo Consiglio Comunale avrà la possibilità di ripensare serenamente insieme con la popolazione tutta la questione.
Altra suggestione emersa dall’assemblea è quella di indire un referendum, una reale consultazione della popolazione che permetta ai cittadini di San Giovanni di esprimere il proprio parere.
Nel frattempo sarebbe opportuno che l’amministrazione promuovesse un percorso tematico di urbanistica partecipata sul compartone, rendendo pubblici in un’esposizione tutti i progetti di utilizzo dell’area che si sono susseguiti negli ultimi quindici anni.
Altra richiesta dell’assemblea è inoltre quella di fare chiarezza sulla proprietà dei terreni, cercando di rendere note in anticipo alla gente di San Giovanni le effettive intenzioni della parte privata.
Sembra purtroppo che l’amministrazione intenda andare avanti nell’approvazione del compartone come se nulla fosse accaduto nell’assemblea di lunedì sera. Dovrà dunque tenersi nelle prossime settimane un consiglio comunale dedicato al compartone. Ci rivolgiamo allora a tutti i consiglieri – di maggioranza e opposizione – affinché abbiano il coraggio di fermare con il loro voto contrario o con l’abbandono della sala il consumo del nostro territorio. I Consiglieri dovrebbero riflettere sulla responsabilità che si assumono di fronte alla cittadinanza votando il compartone e sulla occasione che gli si presenta per aprire una fase – una lunga fase – di riflessione sull’opportunità di questo intervento.
Come MenteLocale riteniamo essenziale continuare a promuovere la partecipazione delle persone alla vita pubblica del paese. Riteniamo altrettanto importante ascoltare tutte le varie persone presenti nella maggioranza e nell’opposizione che sono contrarie alla realizzazione del compartone per programmare un’eventuale linea di azione comune.
Continueremo a sollecitare l’amministrazione chiedendo risposte chiare a domande rimaste sino ad ora inevase, sulla identità della parte privata proprietaria dei terreni, sulla legittimità della delibera n.16/2009 di adozione della variante del compartone, sul potenziale conflitto di interessi di un Assessore presente in Giunta che avrebbe legami con una delle società proprietarie del compartone, sulla mancanza di seri studi preventivi sull’impatto ambientale, sociale del compartone e sulla questione della mobilità.
Non ci convincono le frettolose liquidazioni dell’opzione zero. Occorrono ulteriori approfondimenti. Del resto, fino a poco tempo fa, a San Giovanni eravamo davvero in pochi ad avere grossi dubbi sul compartone. L’assemblea di lunedì sera ha dimostrato a chi vuole vedere ed ascoltare che la gente di San Giovanni non vuole il compartone. Il percorso di informazione che MenteLocale ha attivato sta portando i primi frutti. La consapevolezza e la voglia di farsi sentire sono aumentate.
Del resto, l’intervento dell’ex assessore Tomasetti è stato illuminante per capire certe dinamiche interne al potere: se non si fossero riformulati a favore della parte privata i parametri di conversione tra superficie costruibile e superficie fondiaria col cavolo che il privato avrebbe chiesto l’accelerazione dell’approvazione del PUC. Ci si sarebbe fermati per altri 15 anni! Già ora l’amministrazione se volesse ha tutti gli strumenti legittimi per fare ragionare la parte privata. Basterebbe non approvare il PUC, basterebbe non approvare la variante. Provare per credere, cari consiglieri.
In realtà forti dubbi sono ormai penetrati anche in settori influenti del partito di maggioranza. Ci si sta chiedendo quanto sia opportuna una forzatura in questa fase.
Vediamo con piacere che le nostre critiche a certi silenzi hanno provocato anche il risveglio dell’opposizione, per lo meno, per ora, sui blog e sulla stampa locale. L’idea di non fare il compartone è una buona idea, non ci lamentiamo se qualcuno ce la copia. Solo certe affrettate strumentalizzazioni elettoralistiche risultano un po’ prive di stile e forse privano di credibilità le tardive conversioni. Ma come sempre, chi ha più filo da tessere, tesserà.
La cosa più scoraggiante dell’assemblea è stata la conclusione del Sindaco. Mi avete eletto, dunque io mi assumo tutta la responsabilità e decido io. Certo colui che è stato eletto ad amministrare la cosa pubblica ha il diritto ed il dovere di prendere delle decisioni. A condizione, però, che abbia prima ascoltato cosa ne pensa la cittadinanza e che giustifichi pubblicamente la propria scelta, assumendosi tutte le responsabilità politiche (e non solo amministrative).
Ignorare gli esiti dell’assemblea di lunedì sera non è cosa saggia e prudente. L’ostinazione non spiegata e non giustificata è incomprensibile, alimenta sfiducia e cinismo nelle persone. A volte, però, di fronte alle forzature del potere germoglia e cresce anche la voglia di cambiare.

7 commenti:

enrico perazzini ha detto...

Approvando il compartone sanno che per i prossimi anni avranno sempre a disposizione somme ingenti provenienti dagli oneri di urbanizzazione che gli garantiranno una certa tranquillità di bilancio.

Invece oggi la vera sfida per una comunità e la sua classe dirigente è quella di capire che il territorio, l'acqua, l'aria e l'energia non sono infinite e che l'unica via è puntare su uno sviluppo sostenibile. Continuare con la vecchia politica trascurando questa coscienza che è ormai patrimonio, anche di gran parte della popolazione sarebbe uno errore grossolano, anche per san giovanni.
e. p.

Anonimo ha detto...

circolano voci che la proprietà del compartone una volta approvato il tutto passerà ad una ditta sanmarinese! ovviamente anonima!! dietro la questione c'è un grande speculazione edilizia!! non lasciamoci prendere in giro, ribaltiamo la situazione costringiamo l'amministrazione ad essere trasparente, e che tirino fuori "le p...." se ce le hanno!!

Anonimo ha detto...

quindi si può dire che l'amministrazione sta trattando con delle facce "presentabili" le quali, sistemate le cose, potranno liberamente vendere a facce "meno presentabili"...alla faccia, che speculazione!

Carlo ha detto...

Buon giorno a tutti,
intervengo per ribadire che personalmente credo non percorribile l'opzione ZERO. Se la devo dire fino in fondo sono più preoccupato delle altre centinaia di appartamenti che stanno arrivando con il PSC, meno appariscenti perchè sparsi sul territorio, ma in egual modo impattanti se non adirittura di più dato il fatto che questa sì e mera risposta alla rendita territoriale priva di qualsiasi interesse pubblico.
Già discutere del Compartone fuori dal PSC risulta fuorviante: lo schem sembra essere 1) 500 appartamenti li facciamo perchè obbligati 2) 500 li facciamo fare perchè così "riequilibriamo" (cosa).
Se di 0 si deve parlare ritengo che sia più credibile quella di PSC a crescita 0 sulle attuali previsioni.
Infine una osservazione, non mi piace perniente il clima di caccia alle streghe quando si discute della proprietà. La pubblica amministrazione deve garantire che, qualsiasi sia la proprietà, gli interessi pubblici siano garantiti. E' così che ci si "difende" dalle eventuali cattive intenzioni chi che sia il privato, garantendo, con gli atti amministrativi il massimo governo possibile dell'intervento.

Anonimo ha detto...

Avrete senza dubbio valutato che lo Statuto di San Giovanni in Marignano non consente referendum sulle materie urbanistiche:
art. 47 comma 4 lettera j..
"4. Non possono essere sottoposti a referendum:
a) lo statuto, il regolamento del consiglio comunale, lo statuto delle aziende speciali, e gli atti
di costituzione di società per azioni e società a responsabilità limitata;
b) il bilancio preventivo e il conto consuntivo;
c) i provvedimenti concernenti tributi e tariffe;
d) le deliberazioni di assunzione di mutui o di emissione di prestiti;
e) i provvedimenti di nomina, designazione o revoca dei rappresentanti del comune presso
enti, aziende o istituzioni;
f) gli atti relativi al personale del comune;
g) gli atti che garantiscono diritti delle minoranze stabiliti dalla legge;
h) le espropriazioni per pubblica utilità;
i) questioni attinenti sanzioni amministrative;
j) piano regolatore generale e relativi strumenti attuativi."

Anonimo ha detto...

però mi sembra che si parli di piano regolatore, non di variante al piano regolatore.

Anonimo ha detto...

Una variante al Piano è comunque Piano. Poi si fa riferimento anche agli strumenti attuativi qual'è il PUC o in genere i piani particolareggiati che possono essere adottati in variante allo stesso PRG; quindi no Referendum anche alle varianti.
L'unico referendum possibile sono le elezioni.
Oppure una valanga di firme prima dell'adozione che faccia capire più che alla giunta ai consiglieri che non stanno decidendo in nome della gente che li ha votati e al quale chiederanno il voto.
(ps la "censura" smorza il dibattito sul botta e risposta)