Dal sito http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/18/fermare-consumo-di-suolo-ora/533931/
Il re è nudo, ora lo dicono anche le cifre ufficiali. La situazione del comparto edilizio in Italia versa in uno stato paradossale, assurdo. Si continua a costruire con decine di migliaia di capannoni e appartamenti liberi.
I comuni mettono mano come se nulla fosse a piani regolatori fantasma in cui ci si ostina a trasformare aree agricole in terreni edificabili.
Abbiamo finanziato per anni la spesa corrente dei bilanci comunali con
gli oneri di urbanizzazione e assecondato gli appetiti di speculatori e
imprenditori il cui unico scopo era fare affari, senza alcuna attenzione
al territorio, bene comune da preservare.
E’ giunto il momento di cambiare rotta, radicalmente, per questo ospitiamo un contributo degli amici di Altreconomia che si conclude con alcune semplici ma esaustive proposte per il nuovo Governo (se mai ci sarà…).
Le abitazioni compravendute nel 2012 sono state 444.018, il 25,8 in meno rispetto al 2011. La
spesa per l’acquisto di abitazioni, al netto degli oneri di transazione
e delle relative imposte, nel 2012 è stata stimata complessivamente
pari a 74,6 miliardi, in calo rispetto al 2011 di circa il 26%, che
corrisponde a una perdita di oltre 26 miliardi di euro. Crollano anche
i mutui: il capitale complessivamente erogato nel 2012
ammonta a circa 19,6 miliardi di euro, che corrispondono a una riduzione
di quasi 15 miliardi di euro rispetto a quanto concesso per i mutui
accesi nel 2011, -42,8%.
La fotografia l’ha scattata l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia
del territorio, e segue di pochi giorni la presentazione dell’analisi
di congiuntura da parte del centro studi del gruppo Tecnocasa (di cui
abbiamo dato conto nell’articolo “La casa col segno meno”.
Sono i dati di una “bolla” che sta per scoppiare,
sono l’altra faccia di un mercato immobiliare che non è più in grado di
rispondere alle richieste di chi afferma il diritto all’abitare (vedi,
su Ae 147, di marzo 2013, il foto-reportage dalle occupazioni di Bologna e Firenze).
Sono
dati che impongono alcune riflessioni che diventano consigli in vista
dei lavori del nuovo Parlamento, dopo che le ultime legislature hanno
progressivamente azzerato il fondo di sostegno per l’affitto:
1) serve
che tutti gli enti locali realizzino un censimento dell’invenduto e
dello sfitto, e mettano in campo dei progetti/processi perché domanda e
offerta s’incontrino;
2) serve una moratoria sulle nuove costruzioni;
3) serve
poter calibrare l’Imu andando a premiare chi affitta la propria seconda
casa (per far questo, gli enti locali non dovrebbe essere alla canna
del gas, con l’aliquota massima già applicata);
4) serve
-infine- che il fondo per l’abitare di Cassa depositi e prestiti non
realizzi nuovi interventi di housing sociale, ma investa -semmai- per
inserire nel mercato a canone convenzionato le abitazioni invendute.
di Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione dei Comuni Virtuosi
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