lunedì 18 marzo 2013

Cemento al golf >controreplica

Alcune considerazioni in merito alla nota della giunta apparsa sulla Voce del 17 marzo.

1) Purtroppo avevamo visto giusto. Questa giunta in scadenza è davvero intenzionata a prendere in considerazione l’approvazione di una variante al PRG per autorizzare la realizzazione di nuove strutture edificabili al golf. Nonostante questo intervento ricada in un’area che il PRG vigente, il PSC adottato e il PTCP  definiscono  come zona di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua. Non a caso non viene spesa una parola sui vincoli ambientali esistenti e sulla richiesta di una loro modifica. Ma non si può conciliare ambiente e sviluppo cambiando le regole che tutelano l’ambiente.
 2) Si sostiene che occorre ampliare la struttura ricettiva dell’impianto golfistico per avere maggiore capacità di accoglienza. Ma a pochi km di distanza, sulla costa, ci sono centinaia di alberghi che possono rispondere a questa esigenza. Che senso ha dunque consumare nuovo territorio per costruire a San Giovanni un nuovo albergo? Tra l’altro, con la variante al PRG del 16 ottobre 2012  è stata approvata la previsione di cinque nuove strutture ricettive nella zona artigianale. E due anni fa era stata presentata in consiglio una variante, poi ritirata, con la quale si prevedeva la costruzione di un grande albergo presso il centro ippico. Forse è opportuno che la giunta si chiarisca le idee in merito alla pianificazione delle strutture ricettive sul nostro territorio prima di avventurarsi in interventi non necessari.

3) Si dice che la richiesta di variante può essere positiva per la crescita economica e per l’occupazione. Ma forse si sottovaluta che la crisi ha messo in discussione la sostenibilità economica di impianti sportivi di grandi dimensioni (come il golf ed il centro ippico) che infatti ora cercano di riconvertirsi. Per questo occorre valutare attentamente la finalità dell’ampliamento richiesto. Anche analizzando il piano di sviluppo. Se un impianto sportivo non è più sostenibile economicamente, come lo può diventare con un ulteriore  ampliamento edilizio? Inoltre, è ora di passare da un modello di sviluppo basato sul’espansione edilizia, ad un modello che privilegi la tutela del territorio, anche per promuovere un’alternativa credibile al turismo della costa.

4) Gli epiteti con i quali viene qualificata la nostra posizione (“equazione anacronistica e cieca”, “cattiva propaganda politica”, “processo alle intenzioni”, “propaganda elettorale sterile e prematura”) si commentano da soli. Sono segni evidenti del nervosismo di un partito che, di fronte ad un costante e consistente calo dei consensi, cerca di proiettare all’esterno le proprie tensioni interne derivanti da una cronica incapacità di cambiare.

Rassegna stampa articolo Voce 16-3-2013

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