1) Purtroppo
avevamo visto giusto. Questa giunta in scadenza è davvero intenzionata a
prendere in considerazione l’approvazione di una variante al PRG per
autorizzare la realizzazione di nuove strutture edificabili al golf. Nonostante
questo intervento ricada in un’area che il PRG vigente, il PSC adottato e il
PTCP definiscono come zona
di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua. Non a
caso non viene spesa una parola sui vincoli ambientali esistenti e sulla
richiesta di una loro modifica. Ma non si può conciliare ambiente e sviluppo cambiando
le regole che tutelano l’ambiente.
2) Si
sostiene che occorre ampliare la struttura ricettiva dell’impianto golfistico
per avere maggiore capacità di accoglienza. Ma a pochi km di distanza, sulla
costa, ci sono centinaia di alberghi che possono rispondere a questa esigenza.
Che senso ha dunque consumare nuovo territorio per costruire a San Giovanni un
nuovo albergo? Tra l’altro, con la variante al PRG del 16 ottobre 2012 è stata approvata la previsione di cinque
nuove strutture ricettive nella zona artigianale. E due anni fa era stata
presentata in consiglio una variante, poi ritirata, con la quale si prevedeva
la costruzione di un grande albergo presso il centro ippico. Forse è opportuno
che la giunta si chiarisca le idee in merito alla pianificazione delle
strutture ricettive sul nostro territorio prima di avventurarsi in interventi
non necessari.
3) Si
dice che la richiesta di variante può essere positiva per la crescita economica
e per l’occupazione. Ma forse si sottovaluta che la crisi ha messo in
discussione la sostenibilità economica di impianti sportivi di grandi
dimensioni (come il golf ed il centro ippico) che infatti ora cercano di
riconvertirsi. Per questo occorre valutare attentamente la finalità dell’ampliamento
richiesto. Anche analizzando il piano di sviluppo. Se un impianto sportivo non
è più sostenibile economicamente, come lo può diventare con un ulteriore ampliamento edilizio? Inoltre, è ora di
passare da un modello di sviluppo basato sul’espansione edilizia, ad un modello
che privilegi la tutela del territorio, anche per promuovere un’alternativa
credibile al turismo della costa.
4) Gli epiteti con i quali viene qualificata la nostra posizione (“equazione
anacronistica e cieca”, “cattiva propaganda politica”, “processo alle
intenzioni”, “propaganda elettorale sterile e prematura”) si commentano da
soli. Sono segni evidenti del nervosismo di un partito che, di fronte ad un
costante e consistente calo dei consensi, cerca di proiettare all’esterno le proprie tensioni
interne derivanti da una cronica incapacità di cambiare.
Rassegna stampa articolo Voce 16-3-2013
Rassegna stampa articolo Voce 16-3-2013
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